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Happy Birthday Miss President

Creato il 25 luglio 2012 da Cannibal Kid
Condividi Happy Birthday Miss President Veep (serie tv, stagione 1) Rete americana: HBO Rete italiana: non ancora arrivata Creatore: Armando Iannucci Cast: Julia Louis-Dreyfus, Anna Chlumsky, Reid Scott, Tony Hale, Matt Walsh, Timothy Simons, Sufa Bradshaw, Andy Buckley Genere: (vice)presidenziale Se ti piace guarda anche: Parks and Recreation, House of Lies, Louie, Boss
Veep non è una maniera diversa di scrivere VIP. Veep è il diminutivo di Vicepresidente, in questo caso di Vicepresidente degli Stati Uniti. Urca, una carica importante, penserete voi. E in teoria è così. Nella realtà dei fatti, o almeno nella realtà telefilmica, sembra non esserci nessuno al mondo meno importante di Selina Meyer. La vicepresidentessa degli USA interpretata da una spumeggiante Julia Louis-Dreyfus, veterana della tv americana già di turno in Seinfield e La complicata vita di Christine, è infatti quanto di più lontano ci possa essere dall’essere una figura di rilievo all’interno del panorama politico americano. Nessuno la caga, per dirlo terra terra. Il leit-motiv, la battuta tormentone della , non a caso è la domanda che la Veep rivolge alla sua segretaria: “Il Presidente ha telefonato?” “No,” è la risposta fissa della sua segretaria, che non ha nemmeno bisogno di pensarci un attimo. Nel corso di tutta la prima stagione, il Presidente non l’hai mai presa in considerazione. Le uniche volte in cui la presidenza degli USA si ricorda chi sia, è quando lei fa qualcuna delle sue figuracce. E ne fa parecchie.

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"A Cannibal non era piaciuta la prima puntata? Quanto ero preoccupata!
Per fortuna poi si è ricreduto!"

Il personaggio della Dreyfus sembra (e credo lo sia proprio) ispirato da Sarah Palin, ma riesce a trovare una vita tutta sua. Veep è una serie che si prende gioco dei meccanismi politici americani (e non solo), eppure è qualcosa di più e di diverso di una semplice parodia, in grado di sconfinare nei territori del grottesco. L’umorismo presente è quindi qualcosa di non immediato, che non conduce alla facile risata. Ci vuole un pochino di tempo, un paio di episodi, per entrare nei suoi meccanismi e per farsi davvero esilarante. La puntata pilota ad esempio non mi aveva convinto per niente. La regola d’oro da seguire con i telefilm è però quella di evitare di giudicarli in base a un solo primo episodio. Di recente mi è capitato di rivalutare parecchio anche un’altra serie, Jane by Design, che col pilota non mi aveva certo fatto decollare l’entusiasmo e a cui invece mi sono poi affezionato. Ma di questo ne parlerò in un altro post a tempo debito. Se alcune serie che hanno una prima puntata non eccezionale poi anche in seguito continuano a far cagare, per Veep e Jane by Design il mio giudizio personale si è davvero ribaltato del tutto episodio dopo episodio, al punto da potermi considerare ormai “addicted” di entrambe. Posso darvi quindi un consiglio spassionato, come se fossi un padre con suo figlio o un sacerdote con gli adepti del suo culto: lo so che il tempo è tiranno, però cercate di guardare sempre più di una puntata, prima di farvi un’opinione completa riguardo a un telefilm.
Happy Birthday Miss President
La messa è finita, andate in pace? Non così in fretta. Finito questo lungo sermone sull’importanza di non giudicare un libro dalla sua copertina, o in questo caso specifico una serie dalla sua puntata pilota, torniamo a elencare quelli che sono gli elementi di pregio della serie Veep. Oltre a una protagonista stellare e già mitica, gli assistenti che la circondano non sono da meno. Sia per goffaggine che per incompetenza. I migliori, i numeri 1 lavorano alla Casa Bianca, per il Presidente. La serie B invece lavora per Selina Meyer. I suoi schiavi personali, oltre a operare nei suoi confronti una costante opera di lecchinaggio, le sono comunque essenziali, vitali oserei affermare, visto che le suggeriscono in ogni momento cosa fare, cosa dire e come dirlo. La Veep, senza di loro, non riuscirebbe a combinare davvero nulla. Tra di loro, segnalo nel cast la presenza di Anna Chlumsky. Chi? Il suo nome non vi dirà niente, probabilmente. Eppure guardatela bene.

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"Ti prego, Dio Cannibal, non parlare male di me."



Riconosciuta? No? E allora ve lo dico io: sono passati ormai più di 20 anni, però è proprio la bimbetta di Papà, ho trovato un amico, il film strappalacrime in cui recitava a fianco dell’altra baby star Macaulay Culkin.
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Happy Birthday Miss President

"Chi ha detto che vesto peggio della Carfagna? Lo licenzio subito!"

Nonostante l’aiuto dei suoi paggetti, la Selina Meyer resta comunque una campionessa di superficialità e menefreghismo, nonché un’esperta in figure di M, e nel corso degli episodi la vediamo sprofondare sempre di più nella derisione pubblica. Ma il mondo della politica è bello (perché, è bello?) poiché tutto può cambiare in ogni istante e si può passare dall’essere l’ultima ruota del carro, in questo caso degli Stati Uniti, all’essere incredibilmente popolari e osannati dalla gente. Selina Meyer si barcamena come meglio può tra questi due estremi e la cosa più impressionante di questa serie, quella più tragicamente divertente, è che da un ritratto all’apparenza grottesco e ridicolo, perlomeno se paragonato ad altri sguardi più seri sull’ambiente come quelli di Boss, The Killing, 24 o del nuovo Blackout, ne emerga invece un ritratto tra i più realistici immaginabili del mondo politico americano e internazionale odierno. Guardiamo ad esempio all’Italia: Santanché, Minetti, Gelmini, Carfagna… al loro confronto e limitandoci all’ambito delle donne, Selina Meyer fa ancora la figura della grande professionista. Ad avercene, di politiche come lei. Ehm, si fa per dire… (voto 7+/10)

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