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Hardcore gamers - wanted: dead or alive!

Creato il 09 ottobre 2010 da Lanta
Hardcore gamers - wanted: dead or alive!

Ho trovato casualmente questa immagine online e, dopo essermi rotolato per terra ridendo a crepapelle come in un qualsiasi altro ROFL della mia vita, mi sono reso conto di quanto appunto sia vero il messaggio che vuole trasmettere questa brevissima vignetta e di come gli hardcore gamer di oggi... beh, "non esistano".O meglio, devo subito rimangiarmi quanto detto. Esistono, ma sono pochissimi. Sono i gamer old-school, non sono le nuove generazioni. Per carità qualche eccezione alla mia teoria di sicuro ci potrà essere ma guardando la realtà, osservando il panorama soprattutto italiano del netgaming... mi devo dare ragione da solo ;)E non sto parlando solo di console, come fa capire questa vignetta, ma anche del panorama PC che fino ad ora era stato una pietra sacra per i gamer più agguerriti. Gli FPS di oggi sono tutti veramente troppo commerciali, ideati, progettati e realizzati con il solo scopo di scalare il numero di vendite e non per accontentare quella sete di difficoltà che pochi "eletti" chiedono. E quando sono i giochi disponibili a non offrire stimoli alla competitività, allora la competitività muore. E' quello che sta succedendo con i vari Call of Duty, oppure con i recenti Battlefield e Medal of Honor. I pochi giochi che valuto positivamente per le scelte che le software house hanno fatto sono Starcraft II, che nonostante si sia rimodernato è riuscito a non perdere il pelo, e Counter Strike: Source che, nonostante i 762476 aggiornamenti (numero puramente casuale ottenuto battendo la testa sul tastierino) è ancora lo stesso che conoscevamo 6 anni fa.Insomma... rifletteteci un attimo. Mirini automatici, cheat code... tutto facilitato. Si sono addirittura dovuti inventare gli achievements per farci giocare, come una sorta di contentino per i cani durante l'addestramento... come siamo caduti in basso! Il divertimento di riuscire dove gli altri non riescono forse ce lo siamo dimenticati? Forse è proprio vero, il grande passo compiuto dal mondo dei videogames al fine di rendersi popolare ed entrare nelle case di tutti, quasi come se un dispositivo videoludico fosse un elettrodomestico o un cellulare, è anche sinonimo di "adattamento". E adattamento, purtroppo, è significato uniformarsi. Se prima erano solo i nerd a giocare ora i giochi devo essere accessibili a tutti, dal bambino di 7 anni alla casalinga annoiata, con conseguenti ripercussioni sulla qualità e sugli obiettivi di chi programma il software.Quello che voglio farvi capire è che non a tutti va a genio questa situazione, non a tutti piace la piega che ha preso   questo "mass-media". E' il player a doversi adattare al gioco, non il contrario (cosa che è successa e sta succedendo).


Classico esempio di player (figa giappo) che si adatta al gioco (Samus Tuta Zero!)Hardcore gamers - wanted: dead or alive!

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