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Harry Potter e i Doni della Morte - parte 1

Creato il 12 aprile 2015 da Jeanjacques
Harry Potter e i Doni della Morte - parte 1
Inutile fare finti buonismi, ma è il caso di dirlo... alla lunga i film di Harry Potter erano come quelli di Steven Seagal: arrivi a fregartene, però il fatto che Rete4 li trasmetta sempre ha un che di rassicurante. Col bambino che è sopravvissuto è andata vagamente così, perché dopo un poco cresci e i film che iniziano a interessarti sono altri. Però ogni tanto in tv mi capitava di vedere il trailer della nuova pellicola e quindi contattavo i vecchie amichetti delle medie con cui ho iniziato a seguire queste avventure e mi fiondavo al cinema. Ma rimane sempre il fatto che finiscono per diventare cose che vedi per affezione, sbattendotene un poco di tutto quel culto che c'era precedentemente dietro. Un giorno però ti accorgi che anche questa saga sta per finire, dopo una decade di incassi stratosferici, e ti assale quella strana nostalgia canaglia che solo chi segue saghe al cinema può provare. E questa nostalgia si trasforma in una sequela di bestemmie allucinanti quando scopri che anche in questo caso hanno deciso di suddividere l'ultimo capitolo un due atti, con la scusa di poter esplorare meglio tutte le intricate vicende del volume - ma intricate dove, che L'Ordine della Fenice era più lungo e il film è uno di quelli che dura meno? - facendoti rendere conto che questo sistema ce lo dovremmo sorbire fino a quando raggiungeremo la pensione. Spero che a quell'età io abbia finito di andare dietro a queste cazzate.

Dopo la morte di Silente, il mondo magico è nel panico. Harry deve cercare di stare al sicuro, ma questo per lui è praticamente impossibile. Specie se deve portare a buon fine il compito lasciatogli da Silente, ovvero quello di trovare gli Horcrux e mettere fine al regno di terrore di Voldemort, cosa che lo porterà a incappare nella leggenda dei Doni della Morte...

Andando avanti col tempo ho cominciato a farmi delle mie idee su Harry Potter. Secondo me l'autrice non aveva mai immaginato tutto questo successo, ma nemmeno un successo modesto da libro medio, penso che avesse voluto pubblicare il primo libro come esperimento e, in caso, fermarsi lì. Col proseguire del tempo però si sono rese necessarie sempre più idee e mezzi, finendo con il tutto che prendeva delle strade impreviste e che nessuno si sarebbe mai immaginato. Complice anche il fatto che alla lunga la nostra si sarà anche stufata di fare cose per bambini e, pur dovendo stare ancorata a quel mondo magico per contratto, ha deciso di renderlo più adulto per quanto gli era possibile. Io penso questo. Oppure il tutto è il processo di una mente geniale (e non c'è da stupirsi, dato che è una donna) che ha calcolato uno specifico percorso da far confluire con tutte le morti e i colpi di scena finali. Qualunque sia la risposta, resta il fatto che il non porgersi la domanda diventa pressoché impossibile nel vedere la differenziazione stilistica fra i primi film e gli ultimi, cosa resa possibile dalla mia maratona, e che qui raggiunge le sue vette. Almeno, a livello visivo, perché in quanto a contenuti cominciamo vagamente a latitare. Si percepisce che il mondo a cui eravamo abituati, che perlopiù consisteva nelle quattro mura di Hogwarts e a qualche scappatella in altri posti magici, ormai è ampliato. Tanti posti, tanti nomi, tanti personaggi e pure tante tappe che danno un respiro più ampio e completo a un qualcosa che prima era solo abbozzato. Una caratteristica del libro che mi aveva colpito e che qui è stata rispettata, cosa di cui sono grato. Però si parla sempre di un film scritto da Kloves e diretto da Yates, ormai gli Stanlio e Ollio dei film fantasy, quindi non c'è da cantar vittoria, perché l'idea della suddivisione in doppia partitura dell'ultimo capitolo non lena in maniera drastica come ha fatto con Braking dawn parte 1, ma non gli dà nemmeno quel vago guizzo che, pur nella sua inutilità, ha avuto la parte due. C'è da dire che se non altro tutto viene introdotto secondo i giusti crismi, non avvengono scivoloni ritmici come ne Il Calice di Fuoco e ci sono pure un paio di trovate visive - oltre che a degli inaspettati scoppi di violenza - che ti lasciano abbastanza di stucco. Sembra che Yates abbia imparato a fare il proprio lavoro, ma ti rendi conto poi che, come dice Gep Gambardella ne La grande bellezza, è tutto un trucco: infatti quando sei psicologicamente preparato a vedere il peggior troiaio di sempre, anche la minima cosa fatta bene è vista come una conquista. E se i punti migliori vengono visti secondo quest'ottica, fatevi dei conti sull'effettiva qualità del film. Che sottolineo, non è un film brutto, quanto un film farcito di elementi inutili e dilungati al massimo che finisce per essere oscenamente distensivo, in attesa di quella che sarebbe dovuta essere la super battaglia finale. Spicca però per la sequenza animata dei Doni della Morte, forse la parte più alta di tutti questi ultimi film e quello che fa capire la vera morbosità che in questa saga sta dietro alla figura della Nera Mietitrice. Si stanno quindi per levare i calici perché alla fine si scopre che questa scena, forse proprio perché è risultata così bene, non è frutto del sacco di Yates, quanto di uno studio, lo stesso che ha curato il bellissimo prologo animato di Hellboy: the Golden Army di Guillermo del Toro - anche se lì, dato che le due sequenze erano intervallate da due stacchi narrativi, un minimo di presenza registica c'era, qui il buon Davidino ha lasciato carta bianca agli addetti fregandosene, parrebbe. Poi sì, c'è quel finale che si apre sul nulla e che fa comprendere, casomai ce ne fosse davvero il dubbio, l'inutilità di questa suddivisione, lasciando spazio quindi al sentore di totale inutilità che accompagnerà la conclusione di questa saga, forse la più discontinua della storia cinematografica recente.

E se venite a parlarmi di una volontà di realismo da parte degli autori, vi do un bonifico di piombo alle ginocchia che manco Samuel Colt.Voto: 

Harry Potter e i Doni della Morte - parte 1
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