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Hatsune addio

Da Lacrespa @kiarastra

Hatsune addioPrima che i miei ragazzi di quinta ginnasio presentassero il loro lavoro sul Giapponevo non sape nemmeno chi fosse.

Hatsune Miku è un idoru una diva digitale.

Non esiste, ma ha un grande successo.

Tutti vorrebbero essere Hatsune , un’adolescente dalle gambe sterminate, dai capelli verde mare che le fanno da cappotto e da due occhi molti manga in tono con la chioma.

Hatsune ha successo perchè è finta, non ha un pensiero, non dice cazzate, non ha fidanzati che la picchiano, non fa scandalo: è perfetta. Come le sue canzoni. Grazie al software Vocaloid tutti possono far cantare da Hatsune le loro hit: infatti il programma attraverso la fusione di musica e parole riesce a creare nuovi brani dalle infinite combinazioni, che grande fascino esercitano tra i giovani, che possono andare a rinnovare anche il repertorio del liscio, in un modo che farebbe impallidire Mr Casadei (vedi la leven polka della signorina Miku). Oppure possono farle cantare l’inno nazionale italiano: cosa ne penserebbe il Napo?

L’impalpabile diva non si è fatta neanche mancare concerti dal vivo, tutti sold out : i suoi fan sono andati a vedere un palco vuoto su cui veniva proiettato il suo ologramma che cantava e ballava perloro, indefessamente senza versare nemmeno una goccia di sudore. Perchè Hatsune non suda e non puzza, anche se non si lava.

Poi non venite a dirmi che il Giappone non è il futuro!

Comunque oggi su Repubblica si annuncia che Hatsune va in pensione; si ritira dalle scene nel momento migliore perchè vuole essere ricordata all’apice del successo,

Cosa sarebbe stato di Hatsune se fosse stata in Italia? Le avrebbero permesso di ritirarsi, prima dei 65 anni? Il suo ologramma sarebbe stato costretto a girovagare per l’Italia come una specie di fantasma? Coll’andare del tempo si sarebbe ritrovata a fare i concerti durante le feste di paese o alla sagra della frisella? A nessuno è dato sapere.

Fatto sta che Hatsune va in pensione…beata lei! Chissà se io ci arriverò mai…al massimo quando sarò vecchia e stanca manderò in aula un mio ologramma.



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