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HATTERS – Davide Cappellari

Creato il 22 dicembre 2010 da Sushit

Davide Cappellari, in arte Davide HATTERS, e che sia scritto in maiuscolo ci tiene proprio.
Fotografo, Architetto, un connubio che spesso troviamo in grandi talenti di fama internazionale, il talento in lui non manca infatti, nelle sue foto troviamo uno stile decisamente fashion, pieno di romanticismo e forza visiva.

Studiando Architettura impara (e continua a farlo) le regole della cosiddetta “purezza“, come dice lui ispirandosi alle parole “LESS IS MORE“, del ben noto architetto Ludwig Mies van Der Rohe.

HATTERS – Davide Cappellari

Il cinema è fondamentale nel suo lavoro, da sempre appassionato, in lui trova ispirazione, e da quello che ho potuto osservare dalle sue foto, anche una grande forza espressiva.
E come ogni buon utilizzatore di DSLR non tarderà a realizzare qualche video, con la sua passione, speriamo di vederlo in anteprima!

Ma conosciamo meglio HATTERS

Spiegaci meglio il concetto “Less is More”

Letteralmente tradotto, Less is More significa “il meno è il più“.
Cosa vuol dire?Vuol dire che per ottenere un risultato di qualità è meglio togliere che aggiungere, che l’abbondanza non sempre è sinonimo di Qualità migliore. Il modo di dire nacque in un periodo dell’architettura in cui si cercava ti togliere il superfluo,tenere solo l’essenziale, e mostrarlo in tutta la propria eleganza. Se infatti andate a vedere le opere di Mies Van Der Rohe ve ne accorgerete.
Per quanto riguarda il mio modo di operare il principio è lo stesso. Quando creo qualcosa di mio, cerco di farlo denudando la foto di ciò che non serve, tenenedo solo l’anima e il significato.Ovviamente se poi mi viene commissionata  un certo tipo di foto, si rispetta l’esigenza del richiedente, ma quando mi
approccio ad un lavoro mio, cerco di farlo in modo semplice ed elegante, anche se devo dire che ultimamente sono attratto dalle cose più spinte, più rock, più “porno”, e con porno non intendo l’erotismo e la volgarità, ma la spudoratezza nel quale si affronta un tema e lo si porta davanti gli occhi altrui.

HATTERS – Davide Cappellari

Cosa ti piacerebbe cambiare della tua città (Vicenza).

Domanda strana. Eh,della mia città cambierei forse la mentalità di certe persone. I luoghi sono belli, è una cittadina tranquilla e famosa in tutto il mondo per le sue splendide opere architettoniche, ma ciò che funziona poco è la mentalità di molti.Siamo indietro,non abbiamo larghe vedute, e questo nuoce molto alla crescita soprattutto artistica, della città. Qualcosa si è smosso ultimamente, ma ancora molto a rilento.
Bisognerebbe osare di più.

Cosa stimola principalmente le tue idee, la tua creatività?

Ciò che mi stimola maggiormente è la Donna. Il sesso femminile. Il volto, le espressioni che si possono cogliere,le forme che si possono ammirare e toccare, la bellezza che emana, la poesia che lenta scivola dal suo essere.
La donna si sa, è forse la cosa che più affascina l’uomo, o perlomeno la maggior parte degli uomini. E io sono attratto dalla donna per come è e per come potrebbe essere, mi attira nella purezza tanto quanto nell’arroganza, nel momento in cui è naturale e nel momento in cui , da quanto è truccata, sembra
tutt’altro.
La donna, decisamente, mi stimola.
Ma non escludo il resto.

HATTERS – Davide Cappellari

Quale luogo, ora come ora, attira principalmente la tua curiosità?

New York! Manhattan! voglio andare in America, voglio andarci al più presto, e poi girare tutto il resto del mondo. Giappone per secondo!
L’ho sempre sognata fin da piccolo l’America, sono cresciuto con gli americani dietro casa e giocavo con loro, cosa che sicuramente ha dato inizio a tutto. e poi ne sono stato attratto per quanto riguarda il cinema, mia seconda passione (sto scrivendo un corto molto introspettivo), per cui l’America è sicuramente al primo posto. Poi viene il giappone, Paese super tecnologico, Paese da fumetto, e al contempo Paese elegantissimo da usi e costumi antichi, con una storia millenaria alle spalle e un aurea di mistero che non può che attrarre.

Sogni per il futuro?

Sogni, beh, conquistare il mondo.E non scherzo. Non ho paura né mi vergogno a dire che voglio arrivare al top, non ci vedo niente di male. Molti hanno semplicemente paura di sognare, e criticano chi punta in alto solo perché loro non ne avrebbero il coraggio. Io credo in me stesso, e credo in un futuro
uguale a come l’ho sempre sognato. Un futuro in cui aver successo e merito in base a ciò che amo fare.
Dico spesso che entro i 60 anni voglio essere intervistato sul Forbes.
Ce la farò.

Cosa ne pensi dei collettivi?

Se per collettivi intendi le mostre collettive, beh, non c’è niente di male. All’inizio è difficile pretendere di poter fare mostre personali,e i collettivi sono un buon modo per iniziare e farsi conoscere. Bisogna chiaramente stare attenti poi a che collettivi si fa,purtroppo ci sono troppe case d’arte poco serie che impongono all’artista di pagarsi la mostra, che sia collettiva o personale, io credo che se una galleria crede in un’artista, dovrebbe sponsorizzarlo al 100%, infine poi ce ne guadagnano loro.

HATTERS – Davide Cappellari

Vai oltre la fotografia e prova a descrivermi un oggetto sulla scrivania come un’emozione.

Grigio, ma non per questo cupo.
Nero, ma non per questo scontroso.
Luminoso, ma non divino.
Leggero ma al contempo pieno di cose; ampio anche se di dimensioni contenute. Chiaro, seppur misterioso. Fedele,veloce,bello,e mille altri aggettivi.
Compagno indispensabile di avventure,di creazioni,di viaggi,di pensieri,di scoperte, di emozioni,di suoni,di immagini.
Mai potrei vivere senza lui, è una parte fondamentale di me,il suo uso ha riempito le mie giornate, e come me quelle di molti altri. Ma lui è solo mio.
Si è preso il compito di contenere dentro di se tutte le cose a me più care, tutti le mie “figlie”, i miei prodotti, le mie realtà.
Non lasciarmi mai,
MAC.

Un aggettivo per il tuo stile. E uno per la tua scrivania.

Trovare un aggettivo per sè stessi nonè mai facile, soprattutto se lo stile che si persegue è volubile, cambia,si migliora col tempo, esplora nuovi orizzonti e nuovi modi d’essere per questo , forse, il termine adatto è …
non so, forse vorrei quasi non attribuirmene uno,dato che mi piace essere multisfaccettato.fare molte cose,variare,senza rimanere chiuso in un solo aggettivo.
Chiamatei vario, vasto, multifunzionale, multivisionario, multitasking. fate voi.
Io rimango uguale pur cambiando.

HATTERS – Davide Cappellari
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