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Heat: così uguali, così diversi, ancora per l’Anello

Creato il 11 settembre 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

“Squadra che vince non si cambia”, recita un vecchio adagio. Pat Riley, un po’ per esigenze, un po’ per obblighi contrattuali, ha mantenuto saldo il roster che ha vinto l’ultimo titolo NBA aggiungendo ulteriore classe ed esperienza con Ray Allen e Rashard Lewis. La scelta dello staff della franchigia della Florida è chiara: cavalcare il sistema che ha portato all’anello 2012, quello quindi con Chris Bosh da centro e Lebron James da ala forte. Le aggiunte dei due tiratori ex Seattle Sonics è quindi da valutare in quest’ottica: area libera, spazio per le penetrazioni e per i tagli “random” dal lato debole. In tutto questo, ci sono due superstar che si stanno allenando individualmente per migliorare il loro gioco per renderlo ancora più adatto al sistema: Dwyane Wade e Chris Bosh!
Flash, che per sua stessa valutazione ha uno dei migliori mid-range shot della lega, in questi giorni è impegnato in allenamenti specifici per affinare il suo tiro:

Quando si ha qualche infortunio spesso la meccanica cambia, sto quindi cercando di recuperare un tiro confortevole. Il gioco intermedio è molto importante per me e per la squadra, in questo momento sto lavorando sul rilascio della palla“.

Notevole per un giocatore di trent’anni e 25.2 punti di media in carriera.

Anche Bosh è in palestra con tre settimane di anticipo rispetto all’inizio del camp degli Heat. L’ex Raptors vuole però sviluppare il suo fisico: il passaggio da ala grande a centro, soprattutto in difesa, non è una cosa da poco. L’Year Book diffuso dagli Heat la scorsa stagione dava “CB1” 235 libre, poco più di 106 chilogrammi (per 211 centimetri); l’obiettivo è aggiungere altri 3 kg di armatura, fondamentali per resistere un centinaio di partite (82 più i playoffs) dentro le aree NBA.

Due esempi di come l’NBA non sia solo un circo e che ad ogni livello si può sempre migliorare.
Le corazzate dell’Ovest sono avvisate, gli Heat non sono sazi: quell’arrogante (ancorchè giocoso) promessa fatta da Lebron James ai tifosi di Miami al suo arrivo in città, “not one, not two, not three…“, potrebbe essere, almeno in parte, mantenuta.


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