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Hellboy: the golden army

Creato il 04 novembre 2013 da Jeanjacques
Hellboy: the golden army
E alla fine gli amichetti nerd e ghei mi portarono a vedere questo benedetto film, mentre io ero recentemente reduce da quella piccola perla che era Hellboy - se avete inteso che è il primo film della saga, allora siete dei piccoli genietti. Era una strana estate quella, una di quelle che mi porto ancora nel cuore con una certa amarezza per via di certe questioni, ma se non altro è stata anche l'estate nella quale ho avuto modo di conoscere [non di persona, purtroppo] l'immaginifico mondo immaginario di Guillermo Del Toro, più che un toro, un bufalo di stazza e di carica immaginifica. Perché in mezzo al primo film del demone rosso e questo c'è stato anche quel semi capolavoro de Il labirinto del fauno [che avevo già visto, ma non sapevo ancora fosse suo], fino ad arrivare a questo. Uscito dalla sala non solo ero quasi contento di aver finanziato coi miei soldi un prodotto come questo, ma avevo deciso che questo regista panzone sarebbe stato inserito nella mia personale classifica dei best director of ever.
Il principe Nuada ritorna in scena dopo millenni di esilio per prendere al padre il terzo pezzo della corona d'oro, un antico manufatto che gli permetterà di guidare la leggendaria Armata d'Oro, permettendo così al suo popolo di prevalere sui cuoi e gretti umani. Ma il BPRD è sempre all'erta, e il simpatico Red è pronto a far casino. Peccato che per il demone rosso non sia al top della sua forma, le litigate con la sua focosa dolce metà sono sempre più frequenti e la paternità è dietro l'angolo...
Molti miei compagni cinefili, quelli particolarmente snob che non sanno minimamente divertirsi, mi hanno preso per pazzo quando ho annunciato che questo film è un fottutissimo capolavoro. Ma non ci posso fare nulla, questa è semplicemente la più pura e genuina verità. E così dopo un primo capitolo davvero ben fatto e coerente con sé stesso, arriva il botto definitivo con questa seconda parte delle avventure del demone rosso. Del Toro ama il fantasy, e già per il fatto che doveva essere lui a dirigere Lo Hobbit (ma ha lasciato la sua firme nello script) la cosa doveva essere chiara, qui però esplica in tutto e per tutto il suo amore per un genere forse fin troppo abusato e sottovalutato al contempo, imbastendo una storia davvero ben scritta e nella sua semplicità davvero memorabile. Si inizia con un interessantissimo prologo animato, peraltro mezzo scopiazzato per qualche verso ne I doni della morte parte I, che in soli pochi minuti di durata dona un ritmo serratissimo e un respiro quasi epico - oltre che farci vedere un'inedita versione di Red da bambino insieme alla felice ricomparsa di John Hurt. Poi siamo catapultati nel mondo presente, dove Nuada prepara i vari stratagemmi per la sua imminente vendetta, e subito dopo tocca entrare in scena all'eroe che da il nome al film. Un eroe che qui viene presentato sempre attraverso il filtro deformante voluto da Del Toro, discostandosi quindi da come era nel fumetto, ma offerto in una versione ancora più umana perché a questo giro gli tocca fare i conti non solo con i mostri in CG, ma con la crisi di coppia. Oltre che un film sul fantasy e sui modi magici questa è una pellicola che parla di maturazione, di crescita interiore e del rapportarsi con chi ci sta intorno. Tutto molto all'acqua di rose e per favorire un entertainment da blockbuster senza pretese autoriali. Ma serve poco per ottenere un grande risultato da un film che altrimenti sarebbe risultato insulso, ed è la passione. E di passione in questo progetto Del Toro ce ne ha messa davvero parecchia, perché ogni scena diventa memorabile. Diretto con brio ed estro, il film scorre per tutti i minuti di durata senza annoiare mai, giovandosi di un'ironia onnipresente che gli impedisce di prendersi troppo sul serio. Ma si è sempre guardinghi dal non far diventare tutto una cazzatona ambulante, complice anche un estro visivo davvero senza precedenti che da solo rende questo film meritevole di essere visto, specie anche per la bellissima fotografia [ora gotica, ora allegra, ora realistica] di Guillermo Navarro. Gli effetti speciali poi sono buoni ma, saggiamente, non si diventa mai troppo schiavi della grafica computerizzata, anzi, si preferisce opta per dei bellissimi pupazzoni che non tolgono credibilità al tutto. Ogni mostro poi presenta un design davvero unico, rispettando in pieno lo stile del regista (le scritte sul corpo, ad esempio) e senza assomigliare a nulla di già fatto in precedenza sull'argomento. Se poi aggiungiamo pure delle scene d'azione coreografate coi controcazzi e molto adrenaliniche, sempre integrate nel naturale svolgimento della storia e mai sovrabbondanti, allora il capolavoro di genere è ottenuto. Pure questa volta Del Toro riesce a catturare l'attenzione dello spettatore con un film visivamente splendido e con più di un momento 'alto', come quello dell'incontro con una delle Morti più belle degli ultimi schermi, accontentando i più piccoli e facendo riscoprire un po' bambini gli adulti.

Peccato però che, a causa degli incassi non altissimi, non si farà un terzo capitolo. Ma non lamentiamoci, dopo questo è venuto Pacific rim, quindi ci si diverte sempre un botto!


 
Voto: ★★Hellboy: the golden army
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