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Henin, la stella del tennis (By Spartaco)

Creato il 01 giugno 2013 da Simo785

Qualche settimane addietro mi sono imbattuto in un gioco per consolle di qualche anno fa del tennis, con protagoniste femminili. Tra i nomi da scegliere non poteva mancare quello di Justin Henin, sicuramente una delle più forti di tutti i tempi, non solo per la scheda tecnica del videogioco.

La mia quasi-coetanea nasce a Liegi il 1° giugno 1982, come per molti altri sportivi l’”imprinting” scatta nei primi anni di vita, complice forse i viaggi in Francia con la madre Françoise, che appena può la porta in Francia a vedere dal vivo le protagoniste del Roland Garros. Sicuramente questo fattore ha influenzato la sua scelta di vita, ma ha pesato anche la sconfitta del suo idolo, Steffi Graf, nella finale del 1992 e la scomparsa, due anni dopo, della madre appassionata di tennis.

Sin dagli esordi dimostra di essere un vero talento, il passaggio al professionismo avviene nel 1999 ed è incoraggiante, prosegue sulla stessa linea tracciata negli juniores. Alcuni campioni dicono di lei: “E’ per distacco la migliore.” (M. Navratilova); “Quella che più mi diverte veder giocare” (A. Agassi); “La migliore atleta della storia” (B. J. King). Non è una tennista moderna: tutto fisico e grinta, si distingue per la sua tecnica sopraffina, “specialità della casa” il rovescio a una mano, anche se ha un bagaglio tecnico completo e non ha mai cali di concentrazione durante le partite.

Se in campo si distingue per le sue prodezze, fuori sono altri i tratti che la distinguono. Chi la conosce la definisce fredda e solitaria, lei stessa ammetterà di essere un “animale” poco socievole, quasi inadatta a mantenere legami d’amicizia duraturi. Qualcosa si poteva percepire anche da casa, quasi mai ha lasciato trasparire emozioni dal video, eccetto che per il primo trionfo importante, a Parigi, dedicato alla madre, casualità proprio sulla terra del Roland Garos. I fan difficilmente riescono ad avvicinarla e strapparle un autografo, li emoziona “solamente” sotto l’aspetto del gioco, meglio di niente. Intervistata Henin confessa: “In quegli anni ero una macchina e mi dispiace”.
Forse questo basta ai suoi ammiratori. Sicuramente capiscono che, nonostante la gloria e la ricchezza accumulata in carriera, la sua vita non è stata proprio in discesa, ha pesato enormemente la scomparsa prematura della madre a cui era legata da un sentimento forte, quale è solitamente quello che si nutre per la propria madre. Forse è possibile ricondurre a questo grave lutto il rapporto conflittuale con il padre o le litigate con l’allenatore. Nonostante le idee della Henin spesso divergano da quelle del tecnico, la belga riesce ad aggiudicarsi 7 tornei dello Slam, l’Oro alle Olimpiadi del 2004, 43 tornei WTA e il primo posto nel ranking nel 2003. A soli 21 anni raggiunge l’apice della carriera, non a caso le intitolano il nome di un asteroide.

Dopo qualche anno da prima della classe, nel 2007 riconquista Roland Garros e U.S. Open, come nel 2003. Il 2007 è un anno difficile per la sua vita privata, divorzia dal marito, ma sembra non pesare sul rendimento, anzi si concentra solo sui risultati da conseguire, diventa una cannibale di trofei ma. Il 14 maggio, prima degli internazionali d’Italia del Foro, si ritira. Decide di lasciare il tennis da numero 1, favorita anche per lo Slam parigino che si terrà di lì a poco. Fortunatamente per gli appassionati due anni dopo ritorna sui campi, nonostante una forma non ottima, arriva seconda agli Open d’Australia, battuta in finale da Serena Williams, una sfida all’ultimo rovescio. Il tempo di aggiudicarsi due tornei minori, poi abbandona definitivamente per problemi fisici dopo aver perso contro la Clijsters a Wimbledon, saltando gli U.S. Open.

Lasciati i campi, Henin si divide tra la scuola da tennis che ha aperto, la beneficienza, come altre sue colleghe e, soprattutto, la tanto desiderata bambina, Laile. Magari i nuovi interessi riusciranno a riportare il sorriso sul viso della campionessa.


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