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Hideo Nakata

Creato il 05 settembre 2011 da Alejo90
1996 Curse, Death & Spirit
1998 Ring
1998 Joseph Losey: The Man with Four Names
1999 Chaos
1999 Ring 2
2000 Sadistic and Masochistic
2000 Sleeping Bride
2000 Sotohiro
2002 Dark Water - 3/5
2002 Last Scene
2005 The Ring 2
2007 Kaidan
2007 Death Note: The Last Name
2008 L change the WorLd
2009 The Incite Mill
2010 Voice from the Stone
2010 I segreti della mente (Chatroom)
Nakata (1961) è un regista giapponese. La sua importanza risiede nell'aver diretto Ring (1998), che assieme a Ju-On ha dato vita al revival del J-horror. Il regista si è specializzato in questo genere, imitato a Hollywood da numerosi remake.
-Dark Water
(Honogurai mizu no soko kara) di Hideo Nakata - Giappone 2002 - horror - 101min.
Yoshimi (Hitomi Kuroki) è una giovane madre fresca di divorzio, che sta cercando un appartamento per sè e per la sua piccola Ikuko (Rio Kanno), di cinque anni. Trova un ampio locale in un condominio vecchio e grigio, dove l'acqua filtra un pò ovunque, ma è meglio di niente. La donna, correttrice di bozze che aveva smesso di lavorare quando ebbe la bambina, riesce anche a trovare un impiego, benchè questo le comporti ritmi che spesso non le consentono di passare a prendere la figlia in orario all'uscita dall'asilo. Ma questo non è che il più remoto dei problemi: a parte una fastidiosa infiltrazione d'acqua proveniente dal piano superiore, la donna è vittima di visioni di una sconosciuta bimba in impermeabile giallo, la cui borsetta rossa continua a comparire all'interno del condominio...
Nakata gira nuovamente un horror incentrato su una bambina (suo è il celebre "The Ring", capofila del revival del j-horror assieme a "The Grudge"), anzi su due, eliminando qualunque scena di violenza e costruendo la vicenda su suspence e descrizione delle due protagoniste, entrambe bravissime e ottimamente caratterizzate. Sotto una pioggia battente la misteriosa storia prende forma lentamente, con un incedere intrigante e privo di sbalzi di tensione, che rimane, sotterranea, costante per tutto il film, infiltrandosi nelle scene come l'acqua nei muri. In realtà la soluzione dell'enigma può essere colta prima della fine, se si è sufficientemente attenti ai dettagli e si fa due più due, tuttavia l'alone di mistero perdura efficacemente fino alla soluzione finale (molto esplicita per un film orientale). Nakata è così poco interessato alle classiche meccaniche di spavento dell'horror e così tanto all'aspetto melodrammatico, che si permette di andare oltre la soluzione della vicenda, dove un altro film si sarebbe probabilmente fermato, aggiungendo un epilogo dieci anni dopo i fatti, che ha un che di poetico e di mistico nella sua sospensione della verosimiglianza (mantenuta invece così fortemente durante il film che ci si chiede se le visioni non siano tutte una paranoia della madre).
Ottimo horror d'atmosfera che conferma le qualità del regista nipponico.
Rifatto negli States come Dark Water (2005)
Voto: 3/5

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