Magazine Attualità

Hitchcock di Anthony Hopkins

Creato il 07 aprile 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

“Dietro un grande uomo c’è spesso una grande donna”. Così recita il proverbio. Ed è la tesi che il regista Sacha Gervasi suggerisce nel raccontare la storia del maestro del brivido.

La pellicola si sofferma sul periodo in cui fu realizzato Psycho, inizialmente osteggiato perchè nessuna casa di produzione credeva nel successo di un film, per l’epoca, così spaventoso. In maniera romanzata, ma sufficentemente credibile, viene esplorato il rapporto tra Hitch e la moglie, Alma Reville, che lo aiutò come sceneggiatrice per tutta la sua carriera, diventando un punto di riferimento importante sia sentimentale che professionale. La difficile gestazione di Psycho fu il punto più travagliato della carriera del celebre regista, costretto a finanziarsi da solo, in mezzo al tiro incrociato di censura e distributori e di una crisi matrimoniale che fomentano un’inquietudine simile a quella dei suoi personaggi. In questa parte la narrazione si prende qualche libertà di troppo, suggerendo che queste tensioni alimentassero in Hitch, come si faceva chiamare, le stesse pulsioni che rappresentava sullo schermo, al punto da immaginare dialoghi tra sè e il serial killer Ed Gein, caso realmente esistito che ispirò il folle Norman Bates di Psycho.

Anthony Hopkins proprone la sua visione del regista in maniera efficace, mantenendone la compostezza inglese caratteristica. Al suo fianco Helen Mirren (già Regina Elisabetta premio Oscar in “The Queen”), attrice garanzia, senza nulla da invidiare per capacità e carriera all’illustre collega, all’altezza del ruolo di “grande donna al fianco di un grande uomo”. Parte minore per Scarlett Johansson, nei panni di Janet Leigh, l’attrice “uccisa” nella doccia di Psycho, a cui tocca replicare la storica sequenza che ha fatto la storia dei film thriller.

Nel complesso “Hitchcock” riesce ad essere un discreta opera biografica, raccontando in parallelo vita professionale e privata del cineasta, prendendosi delle libertà e spargendo qualche pillola di umorismo noir nel tentativo di coinvolgere anche chi non nutre interesse o soltanto curiosità verso il personaggio. Forse l’unico difetto di questo film è di osare un pò per differenziarsi, ma senza esagerare per timore di sembrare irrispettoso, finendo per restare sospeso a metà tra due modi di descrivere le cose.

20130407-173642.jpg

Articolo di Framcesco Dovis.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :