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La trama (con parole mie): Logan è un marine in servizio in Iraq, salvatosi grazie alla foto di una ragazza che non conosce portata indosso da uno dei suoi defunti commilitoni morto in un imboscata.Tornato negli States dopo tre missioni, il ragazzo decide di scoprire chi è la donna misteriosa, andando alla sua ricerca - e di se stesso - nel profondo della provincia della Louisiana, trovando lavoro nel pensionato per cani dove proprio lei lavora.Ovviamente tutto sarà come una favola - con tanto di cattivo -, ovviamente i due saranno perfetti e tutti d'un pezzo, ovviamente non ci sarà nulla che potrà fermare il "lucky one".Insomma, già sapete come andrà a finire, no!?
Lo ammetto, la sera in cui decisi di recuperare questo film cercavo con tutte le mie forze qualcosa che potessi massacrare felicemente e guardare con attenzione a corrente alterna, considerata la stanchezza: del resto, Zac Efron e Nicholas Sparks insieme non potevano che essere garanzia di un titolo che, se soltanto fosse passato un paio di mesi fa al Saloon, si sarebbe senza dubbio alcuno guadagnato il suo bel posto nella top ten dedicata al peggio del 2012.
Già dalle prime sequenze, ambientate in Iraq ed inserite come una sorta di drammatico incipit della storia, si intuisce quale sarà il destino dello spettatore sano di mente medio: un'ora e mezza tra ridicolo involontario, retorica di grana grossa e sentimenti da romanzo rosa di infima categoria da osservare con gli occhi sgranati per lo stupore.
I ralenti sulle esplosioni alle quali miracolosamente scampa il protagonista regalano gli stessi picchi qualitativi di un film con Steven Seagal senza le risate che lo stesso coriaceo action hero ed il suo parruccone possono garantire, senza contare che Zac Efron nel ruolo del marine è credibile più o meno quanto Robert Pattinson in quello di seduttore.
Ma se fosse soltanto la parentesi dedicata alla guerra il problema, tutto sommato si potrebbe anche considerare Ho cercato il tuo nome come la classica proposta super patinata buona per il noleggio del sabato sera al pigiama party e via, senza colpo ferire dritta nel dimenticatoio: invece l'Iraq del cavaliere senza macchia Logan è soltanto la punta dell'iceberg di una vicenda stucchevole e zuccherosa a livelli ben oltre l'irritante, uno sberleffo alla logica neanche ci trovassimo nel peggior film horror possibile ed un vero e proprio monumento alla dannosa ottica del "buoni e cattivi" di stampo disneyano nella più irritante accezione del termine.
Dal cane del protagonista ovviamente sfruttato nell'ambito della storia solo come raccordo per l'aggancio alla ragazza della fotografia cui Logan deve in qualche modo la vita allo sceriffo locale rampollo del sindaco e padre del figlio di lei tutto suona posticcio e falso, fastidioso e scandalosamente fiabesco - e di nuovo, nella peggiore accezione del termine -: attori pessimi, situazioni al limite della fantascienza - il bambino, che ovviamente accetta il prode eroe americano come nuova figura maschile di riferimento, è buono, tranquillo, incredibilmente intelligente, dedito al violino e campione di scacchi, il morto che portava la foto era il fratello e non il marito della donna cercata dal protagonista, l'accettazione di Logan da parte della famiglia della ragazza e la sua abilità in ogni campo sfiorano l'incredibile, dall'addestramento dei cani alla ristrutturazione d'interni -, tutto si concentra in un cocktail da barista per turisti che risulta sempre più ridicolo con il passare dei minuti e la nascita della telefonatissima storia d'amore che è l'anticamera per uno dei finali peggiori che ricordi almeno nelle ultime dieci stagioni cinematografiche, un concentrato di buonismo e falsità di quelli da far venire voglia di pulp, molto pulp, pure troppo.
Effettivamente me la sono proprio andata a cercare, recuperando questa robaccia, e senza dubbio avrei potuto ripiegare per passare la serata su uno dei miei cari, vecchi film di botte che avrebbero procurato senza dubbio soddisfazioni maggiori e risparmiato la sensazione di aver buttato a mare del tempo prezioso, eppure anche pellicole come questa hanno il loro senso, in qualche modo: se non esistessero, continueremmo a ritenere il Cinema un'oasi felice di meraviglia e magia nella quale rifugiarci ogni volta che il mondo costringe la vita a mollare qualche colpo basso, mentre è importante che anche nell'ambito della settima arte sia chiaro che esistano il Male, il Pessimo, il punto zero sul grafico Pritchard, la cacca sullo zerbino.
Ho cercato il tuo nome è proprio quest'ultima.
Fatta dal cane che rifiuta di smettere di abbaiare del vecchio vicino rompipalle.
MrFord
"Why do I wish I never played oh what a mess we made and now the final frame love is a losing game."Amy Winehouse - "Love is a losing game" -
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