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Ho fatto 13!....(E mangio le panelle di ceci)

Da Fulvia

Ho fatto 13!....(E mangio le panelle di ceci)Se volete avere un’idea di come ci si sta preparando al natale in questo nostro Paese , allora fate un giro presso uno dei tanti mercatini dell’usato sorti negli ultimi anni nelle nostre città. Se non fosse che viviamo in un ‘epoca di totale incertezza, confusione e sbandamento  verrebbe quasi da pensare che ci siamo (finalmente!)  rinsaviti e puntiamo tutti sull’ecologico, con grande soddisfazione di madre terra.  Cosi non è., purtroppo. Sono ben altri i motivi che ci spingono in questi luoghi.Venerdì pomeriggio faccio un salto in un mercatino non lontano da casa,. Non ho alcun problema a dire che ci vado: per l’ecologista che è in me , perché si trova di tutto di più - dal cappello della nonna, alla terrina in ceramica che cercavi da tempo -  e perché, non da ultimo si risparmia dando vita a vecchie cose (ma anche nuovissime! ). Un paradiso per la sottoscritta che si perde tra le corsie  ricche di ninnoli vari,  pentole , giocattoli, mobilia demodé e libri, tanti libri. Mentre il maritozzo passava in rassegna tutti gli LP del secolo in corso -  (what’s LP ? Long Play per le nuovissime generazioni che mi leggono, trattasi di vinile di lunga sonata. Un piatto nero con solchi concentrici che  messo su uno strumento chiamato  giradischi, produceva musica )  -  io, dall' ’altra parte dei locali notavo una fila crescere. Pensavo fosse la cassa e invece…la gran folla con buste, bustoni, carrelli pieni di ogni che attendeva di essere ricevuta per la valutazione.. Qui si può portare di tutto. Tutto  è diviso per genere merce e viene valutato e concordato un prezzo che al momento della vendita  viene diviso tra ex proprietario e negozio. Tutto ciò a meno che di ricevere un rifiuto. Dall’altra parte del bancone, “il selezionatore de noantri” : sciarpetta al collo e R moscia., decide le sorti della prossima moda pret a porter . “No tesovo, questa non te la posso pvopvio pvendeve. Andava tve anni fa ( mi faccio sorgere un dubbio: ma se è tutto vintage qui???) -, non la vendevei” aggiunge. E’ evidente che un suo si o un suo no valgono tanto per chi confida anche in pochi euro di guadagno. Le espressioni sui volti parlano chiaro: niente merce, niente party e avanti il prossimo. La coda si scioglie ma già nuovi clienti attendono di essere ricevuti numeretto alla mano. E si ricomincia.
Rifletto  e non poco su uno spaccato di vita dei giorni nostri. Su quanto la dice lunga ritrovarsi qui, su quanta speranza è riposta in chi vende le proprie cose per andare avanti,  Su come ci si ingegna per  provvedere a qualche regalo per Natale, poco importa se  di seconda mano .  Una signora  alle mie spalle esclama a gran voce: “Ah bello, famme un prezzo bono che questo è puro cascmi e mi marito ce teneva tanto”.. Il maritozzo mi recupera  che è orario di chiusura: mi sento fortunata, no meglio , come se fossi la persona più ricca del mondo  e avessi fatto tredici e tra le mani stringo  qualche porcellana da forno .Ho fatto 13!....(E mangio le panelle di ceci)Cosa vi occorre600 gr di farina di ceciOlio evoSalePrezzemoloAlcune gocce di limone
Come procedereSciogliere la farina di ceci in acqua salata e lasciare andare a fuoco dolce, girando spesso con una paletta di legno e sempre nello stesso senso. Dovete evitare si formino grumi. Quando il composto è pronto , spezzettate grossolanamente il prezzemolo. E girate ancora un po’. Preparate una padella e portate ad alta temperatura l’olio per friggere .Con l’aiuto di un cucchiaio formate delle quenelle e lasciate friggere per qualche minuto. Scolatele su carta assorbente e servite con qualche goccia di limone.. Tipiche della sicilia occidentale, andrebbero fritte anche nello strutto e  mangiate ancora calde dentro il pane caldo tagliato a metà.
Ho fatto 13!....(E mangio le panelle di ceci)

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