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HO FATTO UN SOGNO: UN’AZIENDA AL CONTRARIO - Come la realtà può essere trasfigurata oniricamente

Creato il 05 agosto 2011 da Ciro_pastore
HO FATTO UN SOGNO: UN’AZIENDA AL CONTRARIO  -  Come la realtà può essere trasfigurata oniricamenteLa psicoanalisi freudiana, come molti sanno, basa la sua terapia sull’interpretazione dei sogni. Ogni sogno è carico di simbolismi che danno la possibilità al terapeuta di sondare l’inconscio del paziente. Stanotte, forse per il troppo sole preso ieri in piscina o causa della peperonata ingurgitata, ho fatto un sogno molto realistico nel suo sviluppo, ma completamente avulso dalla realtà che vivo quotidianamente. Ma, nonostante questo, voglio raccontarvelo nella speranza che qualcuno di voi, magari fresco possessore della scatola-gioco IL PICCOLO PSICANALISTA, possa esser capace di interpretarlo ed aiutarmi, così, a risolvere l’arcano che sicuramente vi si cela dietro.
Nel sogno, io ero dipendente di un’azienda di trasporto pubblico. Un’azienda all’apparenza solida e vitale. I treni, nonostante qualche difficoltà, viaggiavano con una soddisfacente regolarità. I viaggiatori si lamentavano di ritardi e scarsa qualità del servizio, ma si sa, quelli non sono mai soddisfatti. Dai loro qualità e precisione pari a quella delle migliori ferrovie del Burundi e loro, per nulla soddisfatti, ti criticano e protestano vigorosamente. Ti preoccupi di fornire loro una pulizia a bordo e nelle stazioni ai livelli qualitativi tipici di Bombay e loro come ti ripagano? Schizzinosi, come delle casalinghe nevrotiche, pretendono ti trovare perfino i seggiolini puliti o i corrimano non ricoperti da unto secolare. C’è perfino qualche esagitato che ha l’arroganza di pretendere dei bagni puliti, non affollati di strani tipi intenti ad accoppiamenti omosessuali. È tale la supponenza di questi maniacali passeggeri che qualcuno di loro, pochi per la verità, riempiono pagine e pagine di reclami relativi a disservizi ed inefficienze varie.Ma non erano solo i viaggiatori ad essere strani nel mio sogno. I miei colleghi di lavoro, in questo sogno che non ha alcuna attinenza con la realtà, erano divisi in due categorie. La prima, la più inverosimile, era formata da quelli che compievano il loro incarico facendo tutto il possibile, nonostante le difficoltà oggettive, perché le cose continuassero a funzionare. Certo, essendo in molti sfortunatamente, il loro strano attaccamento al dovere veniva rapidamente vanificato dai componenti dell’altra categoria. I membri della seconda categoria, pur essendo ridotti nel numero, erano quelli che riuscivano ad eliminare quasi del tutto e malefici effetti messi in atto da quegli schifosissimi della categoria dei lavoratori indefessi. Un piccolo manipolo di uomini coraggiosi, fra cui alcuni che essi chiamavano “capi”, probabilmente un linguaggio in codice per tenerne segreta la loro reale natura ed identità. Ebbene, nel mio sogno al contrario, questi uomini sprezzanti del pericolo, si incaricavano quotidianamente di distruggere quanto fatto da quei meschini della categoria dei lavoratori. Ognuno di loro, nel segreto e a rischio della propria pelle, sabotava, con azioni ai limiti dell’abnegazione, tutto quel perfido lavorio di quelle instancabili formichine dedite alle loro mansioni. C’era chi bloccava ogni iniziativa, c’era chi metteva in atto sabotaggi, c’era chi comunicava al nemico notizie riservate per favorirlo. In questo mio sogno assurdo, c’era perfino una specie di Mata Hari che, mettendo a rischio la propria libertà personale, sottraeva e consegnava al nemico ogni notizia inerente gare d’appalto. E non lo faceva chiaramente per i vantaggi economici che ne traeva, assolutamente no. Il suo vero obiettivo era quello di sconfiggere definitivamente quelle inutili formichine che insistevano a fare solo il proprio lavoro, convinte da una propaganda manipolatoria che quella fosse la loro ragione di esistere. Le formichine erano tante, ma alla fine nulla poterono di fronte alla tenacia di quegli eroi che avevano deciso di distruggere quel terribile covo di pervertiti.
Da questo sogno al contrario, finalmente mi sono svegliato con orrore avendo un cinghiale che mi grugniva piazzato sullo stomaco, come quel tizio della pubblicità del famoso digestivo. Appena sono riuscito ad avere le idee più precise su quanto mi era successo, non ho potuto fare altro di ordinare imperiosamente: “La sera mai più la peperonata!”.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli (o dei cinghiali, chissà)
http://golf-gentlemenonlyladiesforbidden.blogspot.com/2011/08/la-pubblicita-allanima-del-commercio.html

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