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Ho intervistato un hacker impegnato nell’operazione “Save Gaza” e questo è quello che mi ha detto

Creato il 11 luglio 2014 da Amina De Biasio @aminavagante

Quattro giorni fa lo stato sionista di Israele dava inizio all’operazione “barriera protettiva” sulla striscia di Gaza.
Oggi, venerdì 11 luglio 2014, il collettivo di hackers Anonymous ha lanciato la sua operazione di cyber-resistenza (o cyber-intifada) denominata #OpSaveGaza.
Io ho intervistato uno di questi hacker per capire meglio cosa intendono fare e farmi spiegare direttamente da loro perché e a quale scopo.

Il giovane che ho intervistato si chiama Omar Jisrawi e questo è quello che mi ha detto.

La mia prima domanda è su di te. Chi sei? Da dove vieni? Per cosa stai lottando?
Io sono palestinese e voglio la libertà per la Palestina. Israele ci ha rubato le terre e sta uccidendo i palestinesi. Uccidono bambini, donne, uomini. Noi non abbiamo bisogno di loro nel nostro Paese. Perché uccidono le persone?

Sei un hacker di Anonymous, giusto? Quali sono i vostri obiettivi?
Sì sono un hacker, ma non appartengo a nessun gruppo in particolare. Partecipo a questa operazione lanciata da Anonymous, lavoriamo tutto il tempo per attaccare siti web.

Siti web governativi?
Sì, stiamo attaccando i siti governativi israeliani.

E in che modo questo potrebbe essere d’aiuto alla causa palestinese?
Stiamo cercando di attaccare siti sensibili. Per esempio abbiamo attaccato i siti delle ferrovie, ma poi abbiamo capito che ad usare le ferrovie sono le persone comuni, i civili, e abbiamo subito smesso. Ci sono molti altri attacchi di cui non posso parlare nel dettaglio, per esempio l’abbattimento dei droni. Ma ti posso dire che li abbatteremo solo in luoghi sicuri, dove non ci sono persone. Noi non abbiamo bisogno di uccidere persone per riportare la libertà in Palestina.

Conosci altri hacker che lottano per la stessa causa insieme a te? Sono tutti palestinesi?
No, ci sono molti arabi, ma non siamo tutti palestinesi. 

Non è pericoloso quello che state facendo?
Sì, e credo che presto sarò tra i prigionieri. Gli israeliani mi stanno cercando.

E non hai paura?
No. Non ho paura di loro. Sarò fiero di morire per la libertà della mia terra. Perché so e credo che c’è vita migliore dopo la morte, perché sono musulmano.

Secondo te perché Allah non ha ancora aiutato la Palestina?
No, Allah ci aiuta sempre. Ringrazio Allah per tutto. Allah è grande.

Dall’altro lato, gli israeliani sono ebrei e credono che la Palestina sia la loro terra promessa. Cosa pensi di questo?
No, la Palestina non è una terra per gli ebrei e arriverà il giorno in cui gli ebrei saranno tutti morti e la Palestina sarà libera.

Non pensi che sarebbe meglio se ebrei e musulmani vivessero in pace e armonia?
Sì, ma penso non potrà accadere mai. Tutti i musulmani odiano gli ebrei.

Ma il problema sono i sionisti, non gli ebrei, giusto?
Sì, mi sono spiegato male. 

Ok. Vuoi dire qualcos’altro agli italiani?
Solo che i palestinesi non sono terroristi, sono persone normali che fanno resistenza per la loro patria. E gli israeliani li stanno massacrando. Noi palestinesi amiamo gli italiani e l’Italia. 

Ti ringrazio e vi auguro davvero con tutto il cuore la libertà, ma3assalama!
Nessun problema! Che la pace, la misericordia e la clemenza di Dio siano con te sorella. 

 

Intervista di Amina De Biasio © all rights reserved

 



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