Magazine Diario personale

Ho lasciato la mater senza colazione fino ad ora per scrivere, sappiatelo

Creato il 31 gennaio 2014 da Lavostraprof

La prima volta che ho avuto a che fare di persona personalmente con lei è stato quando a fine ottobre mi ha chiamato per sgridarmi (buon inizio d’anno anche a lei, grasssie, si figuri): mi fa entrare nel Sancta Sanctorum (da quest’anno, si entra solo se invitati o per appuntamento), mi piazza davanti al computer e mi dice: “Guardi qui guardi qui”.
Io noto che non usa le virgole, nel parlato, ma guardo. Vedo mail. Uno sfracco di mail. Decine e decine di mail. Mail non lette, tra l’altro. Dico: “Sì?”
“Vedi”, fa lei, “vedi? ti do del tu vero?”
Ma anche no.
Cioè: per vedere, vedo, ma peeerchééé dovrei dare del tu a una che sembra mia nonna (massimo rispetto) e con la quale parlo per la prima volta in vita mia?
Comunque, a farla breve, mi sgrida perché mi sono lamentata che mi era arrivata una mail illeggibile nel contenuto (Dammi-del-tu-Palmira non è molto abile con la posta elettronica), e a questa loro mail ho risposto con queste (testuali) parole:
“Scusate, l’allegato non si apre e non si legge. Siccome non c’è nemmeno l’oggetto della mail, non si riesce nemmeno a capire di che cosa si tratta. Visto che non arrivano più mail con i vari avvisi, potreste almeno mettere l’oggetto? In questo modo magari veniamo a chiedere a voi”.
Ora, Palmira mi mostra che, nelle decine e decine di mail che ha lì ancora da leggere, l’oggetto c’è. Poi si ferma a considerare qualche mail commentando che sembrano mail importanti, oddio non le ho neanche aperte, come si fa ad aprire, chissà se erano importanti, sì, secondo me sono importanti, devo trovare il tempo di guardarle.
Poi si ricorda che sono lì, si gira, e mi fa:
“L’oggetto c’è”.
“Eh”, faccio io, “bene”.
“No perché tu ti do del tu vero, hai scritto una mail che volevi l’oggetto nelle mail e qui c’è qui c’è l’oggetto c’è guarda”.
Ora, a parte il fatto che io volevo l’oggetto nelle mail che la scuola spedisce a noi, e non in quelle che la scuola riceve, dico: “Un mese fa.”
E lei dice: “Eh?”
E io ridico: “Un mese fa. L’ho chiesto un mese fa di mettere l’oggetto nelle mail, e da allora c’è quasi sempre e non ho più detto niente.”
E lei (grande donna): “E allora perché ti faccio vedere le mail?”
E io: silenzio. E poi: “Non saprei”.
E lei: “Ah l’hai scritta un mese fa?”
E io: “Appunto”.
E lei: “Allora adesso va tutto bene?”
E io ci penso un po’ e valuto e soppeso e poi rispondo: “Sì”.
E lei: “Eh ma a me la Ciccia mi ha detto che tu avevi scritto una mail che non c’era l’oggetto”
(ora, capite: è come ho raccontato prima, anche se qui sembra che la mail dove non c’era l’oggetto fosse la mia)
E io: “Sì. Un mese fa.”
E lei: “E perché me l’hanno fatta vedere adesso? Ciccia mi ha fatto vedere la tua mail che volevi l’oggetto [honni soit qui mal y pense]”.
E io: “Sì. Un mese fa”
(mantenere profilo basso e ripetere la stessa cosa, prima o poi vi liberate)
E lei: “Ah. Be’. Allora. Niente.”
(non usa le virgole ma usa tanti punti)
E io: “Posso andare?”
E lei: “Sì sì l’oggetto c’è adesso hai visto?”
E io. “Sì, sì, certo. Vado in classe, va bene?”
E lei: “Sì sì adesso devo vedere tutte ‘ste mail magari c’è qualcosa di importante guarda quante mail”.
Ecco. Questa è stata la prima volta.
Ci siamo lasciate così, senza rancore.
Il rancore sarebbe arrivato dopo.



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