Magazine Cinema

Honky Tonk Samurai

Creato il 18 dicembre 2015 da Misterjamesford
Honky Tonk SamuraiAutore: Joe R. Lansdale Origine: USA
Anno: 2015
Editore: Einaudi






La trama (con parole mie): Hap e Leonard, ormai superata la soglia dei cinquanta, continuano imperterriti nella loro professione prediletta, quella dei cercaguai. A seguito, infatti, del pestaggio per mano di Leonard del proprietario di un cane incapace di trattare con rispetto il suo animale, si innescano eventi che conducono i due insoliti detectives non solo a rilevare, per mano di Brett, compagna di Hap, l'agenzia del loro amico e datore di lavoro Marvin, tornato in polizia, ma anche ad immergersi in un cold case legato ad una ragazza scomparsa cinque anni prima che li porterà a confrontarsi con una gang di motociclisti, un(?) misterioso, letale e leggendario sicario ed una branca senza scrupoli della Dixie Mafia.Riusciranno i due inseparabili amici, come sempre sprezzanti del pericolo, a portare a casa la pelle e risolvere il caso? E quale destino attende vecchi compagni d'avventura giunti in loro aiuto come Jim Bob Luke e la killer Vanilla Ride?
Honky Tonk Samurai
Quel vecchio volpone di Lansdale me l'ha fatta un'altra volta.
Stavo andando al lavoro, il giorno in cui ho concluso l'ultima avventura di Hap e Leonard, due tra i personaggi che ho più amato nella mia vita da lettore, e mi sono ritrovato a dover trattenere le lacrime per non passare per uno spostato, o un povero stronzo che piange da solo uscendo dalla metropolitana.
E ho maledetto il buon Joe, che è riuscito a massaggiarmi senza forzare la mano per quattrocento pagine, di fatto fornendo ai suoi eroi ed ai loro compagni d'avventura una sorta di lungo allenamento - come fu, pensando ai volumi precedenti della saga, Rumble Tumble -, prima di affondare il coltello - in tutti i sensi - e penetrare dritto al cuore, con uno dei finali più belli che questa serie abbia regalato al suo pubblico.
E pensare che, fino ad un paio di giorni prima di chiudere quello che, in definitiva, potrebbe diventare uno dei romanzi simbolo della cavalcata di questi due amici fraterni, combinaguai patentati, detectives per caso, con la classifica del meglio del mio anno di lettore già stilata, ero convinto che avrei considerato Honky Tonk Samurai come un ritorno a casa - perchè leggere Lansdale mi fa sempre questo effetto -, ma non come uno dei miei favoriti - come Mucho mojo o Devil Red, per intenderci -: la capacità, invece, semplice e diretta di Joe di dare vita ai suoi charachters a partire da gesti e situazioni che tutti noi viviamo ogni giorno, ha di fatto prodotto un'escalation emotiva pazzesca, giostrata dall'autore con una maestria che potrebbe apparire insolita per un artigiano come lui, che scrive poche ore al giorno per evitare di bollirsi troppo e dedica più tempo alle arti marziali che non alla macchina da scrivere.
Ed ora mi ritrovo con il groppo in gola al pensiero di alcuni passaggi in cui mi sono ritrovato appieno, in quella dichiarazione d'amore che Hap, di fatto, compie all'indirizzo di Leonard, quasi considerandolo più importante della donna che ama, o della figlia che potrebbe aver scoperto di avere: un legame così forte da far sentire l'intensità che solo il sangue, di norma, garantisce, e che questi due scanzonati, malinconici, cazzuti e magnifici personaggi hanno regalato ad una generazione di lettori e continueranno a regalare alle generazioni che verranno, un pò come quei cowboys guasconi ed un pò tristi che hanno popolato l'immaginario dei Western che amavano i nostri nonni e sono ancora in grado di far venire i brividi alla base del collo anche a noi, che vediamo la Frontiera sempre più all'orizzonte.
E in questo senso Honky Tonk Samurai diventa una riflessione sul tempo che passa, sul passaggio dalla corsa alla camminata veloce, dal carico sui pesi che diminuisce aumentando le serie, sulla presa di coscienza che, per quanto si possa ridere e spassarsela e strizzare l'occhio alla resa progressiva alla quale ci costringe la Natura, all'amore della vita più forte di tutti i nostri limiti di mortali, è inevitabile che, prima o poi, si debba pagare il conto.
Anche quando si è eroi.
O si crede di esserlo.
In attesa del momento in cui anche io dovrò accettare, volente o nolente, questa realtà, continuo e continuerò a lottare accanto a questi due fratelli, a Lansdale, a tutto quello che significano la Frontiera, l'amore per la vita e per chi, nascita o no, ci entra nel sangue per sempre.
MrFord
"She's a natural disaster
she'll tear the land in two
she's running to be running
cause it's all she knows to do
she's a tumbleweed rolling
a river running wild
a hurricane blowing
she's the calm after the storm
under an Appalachian sunset sky."
Zac Brown Band - "Natural disaster" - 

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines