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http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/06/16/news/motta...

Creato il 16 giugno 2014 da Cristiana2011 @cristiana2011
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Sembra una normale mano umana, ed invece è l'arma che un cervello orripilante ha usato per sterminare la propria famiglia.
Di solito evito di parlare, in modo particolare,  di questi fatti efferati, ma quando ho letto che uno degli inquirenti ha detto di augurarsi che  il soggetto abbia agito in un attimo di follia e non secondo l'ipotesi, assai probale, di  un piano premeditato mi sono chiesta se una tale follia possa albergare in un essere umano, senza che nessuno se ne accorga.
Sono ignorante in materia, ovviamente,  ma leggendo i probabili moventi di questo mostro e la conclusione cui è giunto un altro degli inquirenti, secondo il quale l'omicida  avrebbe agito perchè pressato dagli obblighi familiari e dal desiderio di una nuova esistenza, mi ha indotta a cercare il parere di Vittorino Andreoli.
Andreoli conosce bene le dinamiche: psichiatra e scrittore italiano, laureato in medicina e chirurgia all’università di Padova, ha dedicato la sua vita allo studio del comportamento umano e della follia, ed è un oppositore della concezione lombrosiana del delitto secondo cui i crimini vengano commessi necessariamente da malati mentali, sostenendo invece che vi è compatibilità tra la normalità e gli omicidi più efferati.
“Siamo circondati da nemici e sono pronti a ucciderci, per un nonnulla, per una banalità” o da "una violenza pulsionale, come se l’uomo avesse perso i freni inibitori”.
La spinta emotiva che porta a quella che Andreoli definisce la “degenerazione della specie” e la frustrazione, la “sensazione di mal d’essere che si prova nel mondo, nella esistenza ordinaria”, che agisce come un “debito di violenza. Si accumula e ad un certo momento si libera, diventa azione, nei confronti del minimo fastidio e della causa più insensata. Serve solo un oggetto su cui esprimersi: un figlio, o la moglie, un passante, chiunque permetta di compensare il senso di insoddisfazione e mostrarsi decisi, forti”.
Ciò che manca nella nostra società, l’elemento che permette alla frustrazione di esplodere e degenerare nell’omicidio è la percezione del male, “il male come fascino, come avventura, come trasgressione in una società in cui i ladri si chiamano furbi, le prostitute escort.
http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/06/16/news/motta...Se prima la psichiatria era “era la disciplina che si occupava di comportamenti sani e malati e che si proponeva di curare chi si comportava in maniera pericolosa”, ora essa non è più affidabile, “è confusa e non sa più delineare nulla poiché il tutto va legato alle circostanze e così l’uomo è anche buono oltre che cattivo e sano oltre che folle”.
Ha detto, dopo la confessione  " Datemi la massima pena!"
Ci spero, ma senza isolamento e speriamo che i carcerati facciano un po' di giustizia, a modo loro

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