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Hunger Games: il canto della rivolta - parte 2

Creato il 22 marzo 2016 da Jeanjacques
Hunger Games: il canto della rivolta - parte 2
Se fai una seg... ehm... una saga, devi stare attento a diversi fattori. Quello principale è il tempo. Il tempo di raccontare tutte le cose nel giusto momento, quello che il pubblico di riferimento è disposto a passare in sala e, cosa importantissima, il tempo in cui dura la moda media. L'unica moda che al cinema come in letteratura non è mai andata del tutto scemando sembra essere quella del fantasy, motivo che ha permesso a Happy Popper di sopravvivere quasi un decennio nei multisala, ma quella delle saghe distopiche sembra essere scemata in neppure tre annetti. Scoppiata con Hunger Games, appunto, qui da noi inizialmente non molto conosciuto ma esploso nelle librerie grazie al film, ha fatto da apripista a molti emuli del genere che hanno avuto i loro mesetti di gloria, scalzandosi l'uno dall'altro sugli scaffali (l'unica saga a sembrarmi vagamente interessante sembrava essere la Trilogia del Silo), ma come moda ha avuto vita breve. Alla fine i giochi famelici sono andati avanti e, di capitolo in capitolo, l'interesse sembrava scemare sempre di più, tanto che di quest'ultimo non ne ho sentito parlare molto e, per quelle poche volte che è successo, pure i fan sembravano abbastanza scazzati. A me dell'arciera con quel bel culo la treccia non importava granché, le sue avventure non mi hanno trasmesso mai molto nonostante le tematiche di base (beh, sempre meglio che Divergent) ma, siccome odio lasciare le cose a metà - o a tre quarti, visto il caso - ho deciso che forse era il caso di dare un taglio anche con questa roba e spararsi l'ultimo capitolo. Stavolta quello definitivo, per fortuna.

Battaglia finale. Katniss dice cose e, fra queste, che vuole uccidere Snow - come se bastasse un film in più per capirlo. Corre, scappa, combatte e alla fine combina altre cose.

Vedere Hunger Games mi fa pensare a quelle adolescenti piattissime che, ai tempi del famigerato Netlog, si facevano le foto davanti allo specchio con quelle maglie larghissime con cui cercavano di mostrare quello di cui però madre natura non le aveva fornite. Erano quelle che io facevo rientrare nella categoria del vorrei ma non posso. Che al giorno d'oggi risulta essere il video medio di Ariana Grande, per intenderci. La saga di Hunger Games invece la faccio rientrare in un gruppo simile, quella del potrei ma non voglio, perché è innegabile che i film tratti dai libri di Suzanne Collins abbiano dentro di loro delle potenzialità immense che, ahimé, non vengono mai sfruttate. E sono ben conscio che, per quante tematiche possa trattare, questa rimanga una saga per ragazzini da cui non posso trarre chissà quale visione miracolosa (anche se in un mondo convinto che V for vendetta sia un capolavoro non mi stupisco più di nulla), ma se non altro mi aspetto una certa coerenza. La stessa che mi ha dato uno Spider-man 2, ad esempio. Perché per quanto puoi abbassare le tue pretese e aspettative, non puoi persistere a lungo se è lo stesso film che chiede di essere preso oscenamente sul serio. Questo Mockingjay - part 2 difetta soprattutto nell'estrema serietà che Lawrence, non proprio una cima in quanto a regia anche se qui sembra aver ripassato velocemente tutto quello che c'era da sapere, mette in ogni singolo fotogramma, come se dovesse raccontare una storia che debba essere per forza trattata con una certa riverenza. Tutto questo fa risaltare ancora di più la sua natura di parte due, perché tutto quello che era racchiuso nel terzo libro poteva essere riassunto perfettamente in un unico film. Quindi qui dobbiamo accontentarci ancora una volta di tempi dilungatissimi, scene portate avanti anche abbastanza inutilmente, spiegoni inutili e altri maldestri tentativi di allungare il brodo. Se però la parte 1 aveva se non altro il merito di seguire una tematica complessiva (quello dell'estetica della propaganda) e di offrire delle scene, fra le quali quella di chiusura, davvero toste, qui tutto scade nel totale anonimato. Fondamentalmente è semplicemente un film dove accadono cose a ripetizione, senza una particolare analisi del tutto e con dei gap logici che hanno infranto la quarta barriera della sospensione dell'incredulità. Muoiono anche dei personaggi piuttosto importanti ma il regista non riesce proprio a enfatizzare nessuno di questi momenti, tanto che alcune sequenze passano avanti con una strana e vaga indifferenza. L'unica tematica che viene mantenuta è quella sulla dittatura, dimenticata per gran parte dello spazio centrale e ripresa alla fine con un esito particolarmente notevole, ma davvero smorzato in potenza proprio per l'incapacità di Lawrence di dare una benché minima enfasi alle scene più drammatiche o importanti - per dire, ha maggior pathos la morte di Leonida in 300, il che fa pensare. "Eh, ma racchiude delle tematiche importanti", si può dire. Giusto. Ma delle tematiche non me ne faccio nulla se non le sviscero come si deve, o se non do alla narrazione un ritmo coeso che possa dare una qualche uniformità. "Eh, ma quindi Il cavaliere oscuro?", si può insistere. Beh, diciamo che il film più sovrastimato della storia recente dalla sua ha il fatto che Nolan, per quanto gli si possa dire su, rimane comunque uno che il cinema lo sa fare; Lawrene no, è uno che si è trovato lì per caso e che non sapendo che pesci pigliare ha scelto la formula più semplice, autocitandosi con Io sono leggenda - sappi Francis che ce l'ho ancora con te per aver rovinato un così bel libro. Hunger Games finisce (in tutti i sensi) per non essere né carne né pesce. né una saga per ragazzini né un film per adulti, ma una cosa molto confusa che poteva dare molto ma che, nel tentativo di accontentare tutti, finisce per offrire molto poco, nonostante una partenza più che discreta.

Se non altro ora la storia è bellamente finita e di Katniss Everdeen e delle sue frecce non se ne sentirà parlare a lungo. Forse...Voto: 

Hunger Games: il canto della rivolta - parte 2
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