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Hurriyet: ankara usi il viaggio del papa per migliorare l'immagine dell'islam

Creato il 27 novembre 2014 da Pasudest
HURRIYET: ANKARA USI IL VIAGGIO DEL PAPA PER MIGLIORARE L'IMMAGINE DELL'ISLAMDomani papa Francesco sarà in Turchia per un viaggio ufficiale che durerà tre giorni. "Migliorare l'immagine dell'Islam" agli occhi dell'Occidente e "condannare lo Stato islamico in modo inequivocabile" sono gli obiettivi che la Turchia dovrebbe raggiungere in occasione della visita del pontefice secondo quanto ha scritto martedì la giornalista Barcin Yinanc in un editoriale sul quotidiano turco Hurriyet. Yinanc nota come sia significativo che uno dei primi viaggi del papa fuori dall'Italia (il sesto dall'inizio del suo pontificato nel 2013) abbia come meta proprio la Turchia. Io aggiungerei anche, come ulteriore motivo di importanza, che il Paese della Mezzaluna è stato scelto per il secondo viaggio in Europa dopo che il primo ebbe come meta l'Albania. Dopo i Balcani, citati nel discorso del papa davanti al Parlamento europeo l'altro ieri a Strasburgo, la Turchia.
Barcin Yinanc ricorda che il primo a invitare il Pontefice in Turchia è stato il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, nel quadro della distensione dei rapporti con Roma cominciata da qualche anno e fortemente voluta proprio da Bergoglio. Ovviamente il papa non va in Turchia solo per migliorare i rapporti tra le due chiese cristiane, scrive Yinanc: gli sviluppi regionali e la posizione della Turchia danno al Paese una grande importanza. L'emergere dello cosiddetto Stato islamico ha dato "un secondo duro colpo all'immagine dell'Islam dopo gli attacchi dell'11settembre", creando risentimento nei cristiani, che accusano la comunità musulmana di non aver preso una posizione compatta e forte contro l'Is, ma anche nei musulmani che in Occidente si vedono assimilati ai terroristi.
"Proprio su questo la Turchia dovrebbe intervenire", scrive Yinanc ricordando che fu Ankara ad avvertire l'Occidente che le politiche settarie dell'ex premier iracheno Nuri al-Maliki rischiavano di spingere i sunniti nelle braccia degli estremisti e che occorreva intervenire in Siria prima che il paese diventasse il quartier generale dei terroristi. Invece "è finita che la Turchia viene criticata perché avrebbe chiuso un occhio sul passaggio attraverso il suo territorio degli estremisti diretti in Siria dando l'impressione che fosse nell'interesse di Ankara, perché combattono contro il regime di Bashar al-Assad".

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