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Hydropunk – Cinque ricette per un mondo sommerso

Da Messersottile @messersottile

L’ispirazione per questo post viene dal concorso  di scrittura “Hydropunk: The drowned century” organizzato dal mio vicino di bunker Mr. Giobblin. I racconti del concorso saranno ambientati in questo secolo “affondato”, che va dal 1899 al 1999 e conterranno varie amenità acquatiche: mostri marini, scioglimenti delle calotte polari, città galleggianti e sommerse e via dicendo. L’ambientazione è molto versatile e, per ora, non sappiamo come l’hanno interpretata gli autori: i racconti sono attualmente in fase di valutazione da parte di una selezionatisssima giuria e i migliori entreranno a far parte dell’antologia del concorso.

Hydropunk – Cinque ricette per un mondo sommerso

In attesa di saperne di più, ho voluto provare a mettere insieme qualche ricetta che potrebbe essere adatta alle atmosfere di questi racconti. Procediamo:

  • Baccalà alla vicentina. (ricetta dedicata all’ideatore di Hydropunk) Un grande classico della cucina regionale italiana.* Il baccalà e lo stoccafisso sono diffusi in molte zone d’europa: dall’Italia al Portogallo (primo consumatore al mondo), ma anche nei paesi baschi e in quelli scandinavi. Il pesce essiccato o sotto sale è anche facilmente conservabile e trasportabile, infatti si trova da secoli nelle cucine tipiche di regioni senza sbocco sul mare, come Veneto e Lombardia. Immagino che in un’ambientazione “allagata” non dovrebbero esserci problemi a reperire del baccalà, che si conserva bene anche in situazioni apocalittiche in cui manca l’energia elettrica. Tornando alla ricetta, il baccalà alla vicentina (precedentemente ammollato) viene fatto cuocere molto lentamente insieme ad un soffritto di cipolle, ricoprendo il pesce con latte e olio d’oliva. Tipicamente si serve con la polenta, nel caso in cui i campi di mais fossero tutti allagati, si può ripiegare su qualche polenta di cereali più poveri adatti alla coltivazione anche in terreni meno fertili (segale, farro, miglio, grano saraceno).

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  • Calamari ripieni. Parliamoci chiaro: se tra i racconti dell’antologia di Hydropunk non compare almeno un calamaro gigante, sentiranno le mie lamentele. Di ricette per i calamari, normali o giganti, ripieni ne esistono moltissime. Io ne ho una che adoro: i calamari sono ripieni di riso fatto tostare con un trito di pancetta. Il riso non va cotto prima, cuoce dentro ai calamari uniti a un soffritto di cipolle aromatizzato con scorza d’arancia, sfumati con del brandy e stufati con della salsa di pomodoro. Per finire nella salsa si stempera un po’ di maionese. Allego immagine di repertorio:

Hydropunk – Cinque ricette per un mondo sommerso

  • Zuppa di miso. Zuppa tipica della cucina giapponese (ci sarà almeno un racconto ambientato in giappone? Si accettano scommesse, io dico che c’è), l’ingrediente di base è il miso, una pasta ottenuta facendo fermentare fagioli di soia e/o riso o orzo in grossi tini di legno con acqua salata. La zuppa si prepara semplicemente stemperando la pasta di miso nel dashi, un tipico brodo di pesce fatto con alga kombu e tonno (ma esistono molte varianti del dashi). E’ possibile aggiungere altri ingredienti alla zuppa di miso, ad esempio delle alghe, la più usata è la wakame, oppure il tofu.

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  • Maiale con le vongole. Un accostamento che potrebbe sembrare fantascientifico, ma in realtà è un piatto tipico portoghese, per la precisione della regione dell’Alentejo.    E’ lecito supporre che, anche in mondo allagato e turbato da cambiamenti climatici e disastri vari, un angolino per allevare qualche maiale si possa trovare. Tagliamo quindi della polpa a maiale a cubetti e facciamola marinare a lungo con vino bianco, paprica, coriandolo, aglio e alloro. La carne va poi rosolata in padella e si aggiungono le vongole già cotte e la marinatura. Il piatto è tipicamente servito con patate fritte a cubetti o patate al forno.

Hydropunk – Cinque ricette per un mondo sommerso

  • Carne e grasso di balena.In un’ambientazione fantascientifica possiamo mettere da parte le remore sull’estinzione dei poveri cetacei che cercano, giustamente, di limitare la caccia alle balene. Per secoli è stata abitudine comune nutrirsi di carne di balena in quasi tutta l’Europa (i Baschi erano considerati eccellenti balenieri nel medioevo). La tradizione fu prontamente esportata in America, dove le coste Canadesi e della Groenlandia erano molto più popolate rispetto alle coste atlantiche europee. Altrettanto nota è la tradizione baleniera dei Giapponesi. 
    Hydropunk – Cinque ricette per un mondo sommerso

    Balena in scatola!!

    La carne di balena può essere mangiata cruda come sashimi, bollita, arrostita o essiccata per conservarla. Esistono diversi tagli e spesso la coda è considerata la parte più pregiata. Il grasso di balena è un alimento estremamente salutare, dato che contiene selenio, antiossidanti, omega 3 e vitamine. Dal grasso inoltre è possibile estrarre l’olio che può essere usato sia per cucinare che come combustibile, olio per lampade, lubrificante e via dicendo.

Per ora è tutto, vado ad affilare le fiocine e a rammendare le reti in attesa di sapere chi la spunterà nella ferrea selezione dei racconti di Hydropunk!

* N.B. Quello che in Veneto viene chiamato baccalà è in realtà lo stoccafisso, cioè il merluzzo essiccato, mentre il baccalà è il merluzzo sotto sale.



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