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i 12 film italiani più belli di sempre (secondo me)/ posizione #4

Creato il 30 marzo 2014 da Luigilocatelli

Seguiranno a breve i rimanenti 3. Avvertenza: ho scelto solo un film per autore.

4) Viaggio in Italia di Roberto Rossellini, 1954.

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Se con Roma città aperta Rossellini aveva portato il cinema fuori dagli studi, per le strade, qui allarga vertiginosamente campo e lo immerge (e si immerge) nel paesaggio italiano. Nell’Italia. Paesaggio che non è più solo sfondo, cornice, contenitore passivo e inerte, ma che entra nella narrazione come elemento drammaturgico, e come proiezione e visualizzazione di ciò che succede ai personaggi, i tormenti, i soprassalti, le derive, il detto e il non detto. Anticipando così il cinema-paesaggio di autori come Antonioni, Wenders, Werner Herzog. Ma per il pedagogo Rossellini questo film è anche, semplicemente, l’occasione per mostrare meravigliose cartoline napoletano (è lì che il film si svolge, e nei suoi dintorni) e farle conoscere, in una lezione che è insieme di geografia, arte, storia, socio-antropologia. E dunque il Museo nazionale, la Sibilla cumana, il cimitero delle Fontanelle e, soprattuto, Pompei. Lasciandosi alle spalle ogni residuo noerealista nell’oggetto del racconto (ma non nello stile e nel linguaggio cinematografici, di cui restano l’immediatezza, il nitore, la prensilità), Rossellini ci presenta una storia borghese, di una coppia borghese in crisi. Sono inglesi, scendono giù a Napoli per una questione di eredità dopo la morte dell’ecentrico zio di lei che da quelle parti si era stabilito e insabbiato. Abiteranno nella sua casa, una villa meravigliosa ai piedi del Vesuvio, si faranno del male, si tradiranno, si ritroveranno, si lasceranno di nuovo e così via, nell’altalena psicologica e perfino psicotica dell’amarsi e non amarsi moderno. La deriva di quella cosa chiamata coppia verso approdi ignoti, anche qui anticipando Antonioni e molti, molti altri. Fino allo scioglimento finale, in una emozioinante sequenza che è anche un colpo di genio cinematografico, una processione popolare che inghiotte i due protagonisti costringendoli quasi a un viaggio misterico, iniziatico, dentro e oltre se stessi. ESperienza carnalmente religiosa. Per ritrovarsi, forse, o forse no. Uno dei film seminali della storia del cinema, adorato in Francia e Stati Uniti, considerato dappertutto, ma non in Italia, il miglior Rossellini di sempre. Con una Ingrid Bergman probabilmente già in crici coniugale con il regista, che nel suo personaggio immette evidentemente molto di sé. George Sanders, arrivato da Eva contro Eva, è il marito. Sceneggiatura di Rossellini, Vitaliano Brancati e Antonio Pietrangeli. E Anna Proclemer, che di Brancati era la moglie, compare in un piccolo ruolo (è la prostituta fuoti dall’hotel). Uno dei film più intimamente italiani di sempre, eppure, anche, così naturalmente internazionale e sovranazionale (e girato in inglese).

Classifica parziale (cliccare per leggere la scheda del film)
4) Viaggio in Italia di Roberto Rossellini, 1954
5) Teorema di Pier Paolo Pasolini, 1968
6) Il conformista di Bernardo Bertolucci, 1970
7) Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli, 1965
8) I mostri di Dino Risi, 1963
9) Per un pugno di dollari di Sergio Leone, 1964
10) Gli uomini, che mascalzoni… di Mario Camerini, 1932
11) Suspiria di Dario Argento, 1977
12) Piccolo mondo antico di Mario Soldati, 1941


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