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I Caraibi in un distillato

Da Traveltotaste

I Caraibi in un distillato

Non amo particolarmente i superalcolici ed il Rum non è mai stato tra i miei preferiti. Come in ogni situazione, però, prima di giudicare e condannare bisognerebbe provare la forma più autentica delle cose.

Ai Caraibi non sono mai stata fin’ora ma qualche tempo fa Cuba ha deciso di venire da me attraverso il dono di un amico tornato da un viaggio. Assaggiando quel Rum giunto direttamente dalla sua terra natia, si è aperta di fronte ai miei occhi la porta su un mondo sconosciuto. Non è solo un distillato ma un affascinante nettare ricco di storia che può mostrare diverse facce, in base a come viene trattato.

La canna da zucchero, da cui deriva il Rum, è originaria delle Indie orientali. Gli arabi la portarono in Medio Oriente ed in nord Africa dove, durante le crociate, attirò l’attenzione degli europei che, avventurandosi attraverso l’Oceano Atlantico, iniziarono a piantare la canna nelle zone caraibiche, che offrivano il clima ideale.

Il succo estratto dalla pianta veniva bollito per provocare la formazione di zucchero cristallizzato mentre il rimanente liquido non solidificato veniva chiamato melassa. Questo sciroppo altamente zuccherino iniziò ad essere utilizzato come distillato a partire degli anni ’50 del Seicento

Il Rum iniziò ad essere utilizzato come rimedio per tutti i dolori e tutti i mali che affliggevano coloro che vivevano ai tropici. I proprietari delle piantagioni di canna lo vendevano anche a prezzi scontati alle navi che giungevano ai Caraibi per incoraggiare la loro presenza nelle acque locali e scoraggiare di conseguenza gli attacchi dei pirati.

La produzione del Rum, però, iniziò a diminuire in concomitanza con l’invenzione dell’estrazione dello zucchero dalla barbabietola in Europa con la conseguente diminuzione della melassa prodotta. Molte piantagioni vennero chiuse e la produzione di Rum si ridusse ai Paesi nei quali veniva coltivata la canna da zucchero.

I Caraibi in un distillato

Per definizione, è chiamato Rum il prodotto specifico dalla fermentazione alcolica e dalla distillazione della canna da zucchero, delle sue melasse o sciroppi, che provengono dalla fabbricazione del succo di canna. Nei mesi che precedono la sua raccolta, la canna produce lo zucchero con l’aiuto del sole e dell’acqua, raggiungendo una quasi completa maturazione. Le canne vengono poi tagliate alla base con un macete e vengono eliminate la cima e le infiorescenze. A questo punto le canne raggiungono il mulino di tranciatura in un tempo non superiore alle trentasei ore dal momento della raccolta per iniziare il processo di produzione.

Il Rhum, invece, è prodotto solamente attraverso la fermentazione e la distillazione del succo di canna, senza passare dalla fabbricazione dello zucchero. Le canne vengono fatte passare nei mulini dove si estrae il succo ad alta concentrazione zuccherina denominato vesou. Successivamente, viene depurato, decantato, filtrato e versato nei tini di fermentazione delle distillerie che producono questa tipologia di rum. La fermentazione è un processo spontaneo che può durare dalle 36 alle 48 ore, per cui, non avendo subito alcuna alterazione delle sostanze aromatiche, il rhum mantiene sapore e profumo piuttosto delicato.

Bianco, ambrato, invecchiato ed aromatico. Per ora ho assaggiato solo un tipo di Rum originale caraibico ma spero di utilizzare presto uno dei voli delle compagnie low cost per andare a visitare uno di quei vivaci e colorati Paesi e degustarne qualche varietà.

Il Rum è ampiamente utilizzato nella preparazione dei cocktail ed il Mojito era uno dei preferiti di Ernest Hemingway, che lo beveva nel famoso locale la Bodeguita di Cuba.

Foto archivio web



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