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I cavalieri dello zodiaco – La leggenda del grande tempio

Creato il 29 gennaio 2015 da Paopru

I tempi sono decisamente cambiati. Prodotti di questo tipo fino a qualche anno fa non sarebbero mai arrivati ad avere una distribuzione cinematografica nel nostro paese; si sarebbero potuti acquistare giusto in dvd presso qualche negozio specializzato. Sfruttando il successo cinematografico di Evangelion, anche i cavalieri trovano un loro posto nelle sale, contribuendo a turbare la sensibilità di chi con Pegasus & Co. si è costruito un’infanzia felice. La pellicola è un odioso prodotto in computer grafica che snatura senza troppi convenevoli l’impresa più eroica che i cinque difensori di Atena abbiano mai affrontato: la corsa verso il Grande Tempio passando per le dodici case dello zodiaco. Eccezzion fatta per la resa grafica dei combattimenti tra cavalieri d’oro e cavalieri di bronzo, il film mantiene a grandi linee l’impianto narrativo della leggendaria saga, ma la delusione nella resa dei personaggi annulla ogni positivo giudizio finale. Ecco allora i fatti salienti che indocono a ritenere I Cavalieri dello Zodiaco una pellicola sommariamente offensiva.

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I cavaliari di bronzo - C’era un tempo in cui vedevamo Pegasus come uomo tormentato e ligio al dovere di proteggere Isabel di Tule, reincarnazione dellea dea Atena. Era in grado di farsi massacrare fino al dissanguamento mantenendo sempre il contegno e la concentrazione. Le parole che uscivano dalla sua bocca erano solitamente ispirate al codice cavalleresco dei tempi andati, arrivando spesso a citare la divina commedia (video)per rafforzare la sua immensità retorica. Pegasus non intimava il suo avversario con un “Lasciaci passare!” ma con un “Cedi il passo Cavaliere!”. Ora invece scopriamo che è un sedicenne spaccone, impacciato con le ragazze e che fa della strafottenza la sua bandiera. I dialoghi sono stupidi e fuori luogo, come quando reincontrandosi con i cavalieri di bronzo propone un “abbraccione collettivo”. Un degrado che si allarga anche a Sirio, solitamente serio e votato alla contemplazione, qui descritto come un “pesantone” da cui spesso i cavalieri si defilano.

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I cavalieri d’oro - Altro dolore. I dodici cavalieri scintillanti hanno ben poco di quello che tanto ci aveva colpito da bambini. Benchè le armature facciano la loro porca figura, il risultato è straniante. Mentre Aries ha gli occhiali da vista, Cancer fa la sua apparizione atterrando dall’alto con dei palloncini (video shock), Virgo nemmeno si spreca a combattere,  Scorpio è una donna. Le imprese dei cavalieri all’interno delle case di Gemini, Libra e Saggittar sono state tagliate dal film. Fish inoltre appare solo dieci secondi nella parte finale. Gli unici cavalieri d’oro a cui è dato spazio sono Ioria del Leone e Camus dell’Acquario, sulle orme della storia originale.

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Ambienti - Diversamente dal cartoon, il grande tempio è collocato in un’altra dimensione. Originariamente i cavalieri i recavano in Grecia per compiere l’impresa; una Grecia antica e molto polverosa, fatta sia di rovine che di palazzi perfettamente conservati dal tempo dei fasti Ateniesi. Nel film, per giungere al grande tempio i cavalieri usano i propri ciondoli e aprono un varco dimensionale che non ci è dato sapere dove porto di preciso nell’universo. Sappiamo solo che il grande tempio è al centro di un sistema a spirale di camminatoi che attraversano le singole case dello zodiaco, tutte fluttuanti tra le nuvole.

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Le armature - L’esigenza di attualizzare il look delle armature è comprensibile, meno comprensibile è la scelta stilistica di renderle luminescenti con neon colorati. Nel cartoon ogni cavaliere era costretto a portarle con se in spalla, racchiuse dentro una enorme cassa cubitale. Ora escono inspiegabilemente dal terreno, dopo essere state richiamate da un pendaglio gettato in terra. Gli elmi perdono il design originale, mutando in varie forme a seconda delle esigenze dettate dalla battaglia.

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Il finale - Nella lotta decisiva contro il grande sacerdote, accade di tutto di più. L’armatura di Saggittar viene in soccorso a Pegasus, il quale diversamente dal solito la indossa per intero. Ecco allora la tristissima immagine di lui che cavalca come un centauro, volando nel cielo, senza una plausibile spiegazione del perchè l’armatura non si sia scomposta. Nel mentre il grande sacerdote Arles si smonta e si ricompone in un maestoso essere mutante. I villain si fonde biologicamente con questo essere, che comanda dall’interno del corpo in una deriva di concetti inutili e graficamente esagerati. E mentre Pegasus brucia al massimo il suo cosmo, noi bruciamo contemporaneamente di incazzo.


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