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I Ching e Tecnica 1 - Destino, Responsi e Wu-Wei

Creato il 17 ottobre 2013 da Vanamind
Riceviamo molte domande che riguardano la pratica e la tecnica della disciplina indicata da Yi, ci proponiamo per cui di rispondere con un post alla volta per potervi permettere un migliore orientamento nella comprensione del sistema.
Un sistema complesso come quello su cui si rivela la trama di Yi non ha un vero punto di partenza e nemmeno un protocollo di insegnamento preciso. Gli allievi iniziano con il primo lancio e costruiscono nel tempo lo schema di informazioni che, connesse le une alle altre, creeranno il senso che permetterà di comprendere il sistema enunciato nel Tao Te Ching.
Dopo un primo contatto con la pratica, la verifica sul campo di ciò che accade fa nascere sovente interrogativi come il seguente che, al di là delle risposte più prettamente tecniche, meritano speculazioni più approfondite sulla natura del testo e dell'approccio mentale necessario per poterne trarre un significato reale.
Una certa corrente di pensiero vede contenuto nel primo lancio già tutta la faccenda. In pratica la prima risposta è quello che conta e tutto il resto non serve a nulla, nemmeno opporsi e fare lanci successivi visto che è già deciso. Ma voi per la vostra esperienza che ne pensate? Siete d'accordo? Io non riesco a capire se sia così...mi sembra una sorta d'irrigidimento che ti porta a dire "Beh, se le cose stanno così non mi muovo tanto non ho voce in capitolo e le cose andranno come vogliono loro". Sono insomma perplessa.. Ancora grazie per la vostra attenzione e buonissima giornata! Michy
Cara Michy, questa domanda è interessante perchè centra perfettamente il tema etico che gli uomini riconoscono alla "casualità" della vita e alla psicologica necessità che essa sia non-rivelata. Il caso è per noi spontaneo, il caso è misterioso, il caso è eccitante, il caso arriverà o non arriverà, e il caso, nel paradigma di pensiero occidentale, è strettamente legato alla fortuna e alla buona sorte che dio riversa sui suoi fedeli.
Ma Yi non nasce da menti che venivano educate a pensare in questo modo.
Le menti che hanno iniziato il più grande work in progress della storia umana, non contemplavano il caso ma solo cause ed effetti. Queste menti avevano anche correlato, attraverso l'osservazione dei fenomeni e degli accadimenti naturali, la capacità della psiche umana di intervenire sugli avvenimenti solo attraverso la pratica dell'osservazione stessa. Questa deduzione li aveva portati a comprendere che, quando sedevano sulla sponda dei corsi d'acqua immobili (e in apparente contemplazione di chissà quale mondo interiore per noi mistici occidentali) e con gli occhi socchiusi (perchè impegnati ad osservare tutto anche senza l'organo della vista e quindi orientati a rilevare i mutamenti energetici interiori del proprio corpo a seconda dei movimenti e delle dinamiche esterne), potevano pensare di intervenire sull'ambiente e il solo pensiero bastava ad attivare il movimento "solo pensato".
Sia dentro che fuori.

I Ching e Tecnica 1 - Destino, Responsi e Wu-Wei

Wu-Wei

Questo tipo di pratica (Wu-Wei) aveva bisogno di esprimere concetti fisici (che trovano riscontri precisi nell'Entanglement Quantistico), a cui le parole a disposizione in quel periodo storico potevano donare solo immagini figurative e spesso poetiche, quindi concettuali, ma non tecniche. Yi si è quindi sviluppato per la necessità di schedare le informazioni tecniche in un linguaggio semplice e breve che contenesse però molti dati precisi. E' questo che focalizzò il popolo orientale sulle linee e la loro costruzione spaziale. Tuttora il sistema matematico cinese si appoggia a questi concetti di logica.
A questa speculazione se ne aggiunse successivamente un'altra. Gli esagrammi non contengono valori quantitativi, ma qualitativi e il peso, o il suo corrispettivo aritmetico, non sono determinati in nessuna forma. Yi è il libro dei mutamenti e in Yi nulla è fermo per definizione, nemmeno il 12 o il 5. Un esagramma può essere un altro, così come Yin può essere Yang e viceversa. Il metro di giudizio che stabilisce che cosa è o non è, dipende sempre dall'osservatore e dal suo approccio.
Gli esagrammi per cui esprimono qualità, ma queste qualità sono proprio fisiche. Gli 8 trigrammi, su cui si costruiscono le 64 combinazioni di esagrammi, sono elementi naturali che si manifestano sempre uno a causa dell'altro a seconda del ciclo in cui sono inseriti. Questo rende prevedibile se una cosa avverrà o meno, a condizione d'essere in grado di interpretare le qualità delle linee che costruiscono l'esagramma che abbiamo ottenuto.
Questo meccanismo si appoggia su un altro, enunciato da Carl Gustav Jung con la Teoria della Sincronicità, che prevede che al nostro stato di coscienza (quindi lucidità ed equilibrio interiore) collimi il nostro stato elettrofrequenziale e che a questo stato corrisponda le reazioni dell'ambiente intorno a noi. E' quindi sincronico il segnale che si ripete in continuazione (per esempio un colore che si vede ovunque), così come l'esagramma estratto durante lo stato di coscienza in cui si è espressa la domanda. Sono quindi dinamiche che noi chiamiamo e di cui chiediamo soluzione a Yi se non le comprendiamo (e molto spesso nessuno di noi è disposto a comprendere davvero, ma questo è un altro post).
E' quindi lo stato di coscienza personale a determinare la risposta. In grandi questioni come "ci sposeremo" per esempio, il verdetto è spesso inalterabile. Ma non perchè il libro ci incanali in un percorso che non vogliamo affrontare, ma molto più semplicemente perchè siamo noi che emaniamo elettrofrequenze diverse da quelle necessarie per far sì che sincronicamente, alle condizioni a noi offerte, le cause ed effetti in moto si possano coniugare in un'unione. Le cause sincroniche che portano due persone a un matrimonio, piuttosto che a una società d'affari, si attraggono seguendo leggi fisse e queste leggi sono inalterabili. Yi semplicemente le rileva.
Per Yi il destino non esiste, esistono solo atti sincronici che avvengono o non avvengono (On or Off).
La rilevazione di On or Off però deve servire per affrontare la vita con una prospettiva nuova. La risposta non serve per sedersi ed aspettare impotente che gli avvenimenti accadano, semplicemente si muta e ci si orienta verso nuovi percorsi per non rimanere "fuori dal movimento" che ci fornirà occasioni diverse. Noi nasciamo per fare esperienza, non per sederci davanti a una TV aspettando di morire.
Il primo lancio è quindi spesso quello che "prevede" il futuro generale, mentre quelli minori (cioè quelli compiuti durante il periodo) ne sono il progresso. L'utilizzo della disciplina proposta dal sistema, per quanto riguarda il nostro giudizio, può aiutare a superare molto più velocemente i mutamenti cui siamo sottoposti e a cui ci sottoponiamo.

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