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I comandamenti dell’amore

Creato il 01 ottobre 2013 da Scribacchina

Oggi mi sento un po’ Mosè, ergo vi propongo qualche comandamento.

Tranquilli, nulla a che vedere con i dieci precetti di biblica memoria: questi sono i comandamenti dell’amore, stilati da Andrea Cappellano verso la fine del XII secolo. Tanti, tantissimi anni fa; eppure, queste regole sono straordinariamente attuali.
Potete notarlo pure voi, modernissimi soliti lettori:

I. Fugire come tempesta l’avarizia ed eser largo.
II. Schifare al postutto di dire bugia.
III. Non dir mal d’altrui.
IV. Non mettere in boce gli amanti.
V. Non manifestare il tuo amore a più d’uno.
VI. Servare castitade al tuo amante.
VII. Non turbare con tua saputa l’amore altrui ch’è compiuto.
VIII. Non volere amar femina che sia tua parente.
IX. Ubidire in tutto li comandamenti delle donne.
X. Sempre ti pena di volere amare.
XI. Sie cortese e gentile in tutte cose.
XII. Non ti storre di fare sollazzi d’amore secondo che vuole lo tuo amante.
XIII. E non ti vergognare di dare e di ricevere sollazzi d’amore.

Oltre ai comandamenti, il nostro ha elaborato anche una lista di regole d’amore; una trentina di osservazioni che integrano i comandamenti e che vi ripropongo quale interessante, simpaticissima lettura:

I. Non è giusta scuda d’amare per cagione di matrimonio.
II. Chi non è geloso, non può amare.
III. Niuno si può legare all’amore di due.
IV. Certo si è che l’amore sempre o menoma o crescie.
V. No gli par buono quello che l’uno amante prende da l’altro oltre sua volontà.
VI. Lo maschio non può amare se non da diciotto anni in su.
VII. Usanza d’amare si è sempre di non albergare nelle cose d’avaritia.
VIII. Non si conviene amare coloro colle quali li fosse vergogna di fare matrimonio.
IX. Lo diritto amante non disidera sollazzi d’altro amante con buon cuore, se non del suo amante.
X. Due anni l’uno amante, se l’altro si muore, ne dé portare vedovatico.
XI. Niuno dé perdere lo suo amore sanza sua colpa.
XII. Niuno può amare se non quello ov’è il suo cuore.
XIII. L’amore, dach’è palesato, rade volte suole durare.
XIV. Se l’uno amante si dà a l’altro agevolemente, si l’à più a vile, e se con fatica, sì liene vuole meglio.
XV. Usanza è ch’ogna amante, quando l’altro il guarda, d’impalidire.
XVI. Quando l’uno amante vede l’altro, di sicuro sì gli batte il cuore.
XVII. Lo nuovo amore caccia il vecchio.
XVIII. Solo lo senno è quello che fa degno catuno d’essere amato.
XIX. Se l’amore menoma, tosto viene meno e rado si raccatta.
XX. L’amante sempre teme.
XXI. Della vera gelosia sempre crescie l’effetto dell’amore.
XXII. Se l’amante à sospeccione dell’altro, sempre n’è più geloso e portali maggiore amore.
XXIII. Chi à pensiero del suo amore meno dorme e mangia meno, per le qua’ cose l’usare dell’amare viene a fine quando giace col suo amante.
XXIV. Lo veragie amante non crede che sia cosa niuna sì beata, se non di poter pensare quello che piaccia al suo amante.
XXV. L’amante lievemente non può distorre a l’altro nulla.
XXVI. L’amante non si può satiare de sollazzi dell’altro.
XXVII. Picciola presuntione sì stringe l’amante d’avere dell’altro rea sospeccione.
XXVIII. Non suole amare ch[i] è molto luxurioso.
XXIX. Il diritto amante sempre sanza riposo l’imagina il suo amante.
XXX. Non è vietata d’amare dui uomini una femina, e due femmine un uomo.

Se avete tempo e voglia, vi lascio il link dal quale leggere comodamente i tre libri che formano il De Amore, principale opera del nostro scrittore (nella quale ritroverete comandamenti e regole sopra elencati): De Amore – Andrea Cappellano

E dal momento che un’opera del genere non può mancare nel background culturale di Scribacchina (giammai!

:-D
), state certi che lo leggerò anch’io. Datemi solo il tempo di finire la pigna di libri che staziona sul mio comodino.

Per il momento, vi auguro (come potrebbe essere diversamente?) una giornata ricca, ricchissima d’amore.


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