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I danni causati dai social network

Creato il 20 gennaio 2014 da Mcnab75

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A volte mi si accusa di essere troppo “futurista”.
In tutti i post in cui parlo di come promuovere le proprie attività, cito i social network come veicoli fondamentali della voce di ciascuno di noi. Soprattutto di chi è slegato dai grandi circuiti di distribuzione, come gli scrittori autoprodotti, i blogger, chi fa musica indie etc.
Sapete anche che odio il luddismo in tutte le sue forme, e mal sopporto tutti i discorsi nostalgici del tipo “com’era bello il mondo senza i computer, quando giocavano a mosca cieca dalla mattina alla sera“. Sono palesi idiozie, soprattutto se vengono scritte su Facebook, che di Internet 2.0 è l’emblema, il simbolo assoluto.
Tuttavia non sono ottuso. Noto anch’io che per certe persone l’uso dei social network è diventato patologico. Ci sono serie ricerche scientifiche che mettono in guardia sui possibili danni causati dai social. I problemi principali che possono sorgere sono questi.

  • I social network aumentano l’ansia di chi ne fa abuso.
  • I social network causano malumore.
  • I social network possono accresce l’irritabilità.
  • Più genericamente i social network possono alterare l’umore senza che vi siano effettive ragioni.
  • I social network alterano la capacità di giudizio.
  • Di conseguenza distorcono o annullano l’obiettività di una persona.
  • I social network aumentano il fenomeno del cyberbullismo, soprattutto negli adolescenti;
  • I social network ci obbligano a essere sempre multitasking, distorcendo così il nostro livello d’attenzione.
  • I social network riducono la vita più a essere vista attraverso uno schermo che non vissuta.
  • I social network aumentano vertiginosamente il senso di competitività.

Una bella galleria degli orrori, vero? E mi sono limitato a citare le voci più citate dagli psicologi, evitando di scendere nel dettaglio.
Una cosa interessante di questi studi è il sottolineare che ci troviamo ancora in piena fase di intossicazione. In fondo i social, gli smartphone, i tablet etc esistono solo da pochi anni. Fa qualche tempo avremo una fase di stabilizzazione, e forse perfino di (lieve) rigetto.

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Nel mentre, che fare? Vivere in una capanna di bambù, isolati dal mondo?
La risposta ovviamente non può essere questa.
Occorre semmai imparare a utilizzare i social network. Essi sono strumenti. Come tutti gli strumenti possono fare male o bene a seconda di chi li utilizza. Un’auto è di per sé pericolosa? No. Ma se la guida un ubriaco, un drogato o un cieco, può trasformarsi in un’arma letale. Idem per milioni di altri oggetti, applicazioni, software o altro.
Sarebbe dunque utile capire che Facebook, Twitter e compagnia possono essere fondamentali strumenti di lavoro e di socializzazione, se usati in modo consapevole.
Ed è qui che casca l’asino: la gente oramai non vuole imparare nulla. Si getta a capofitto nelle cose, senza leggere il “libretto di istruzioni”, causando danni su danni. Sintomo di una società distratta e stupida di suo, non certo per colpa di Facebook.

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(A.G. – Follow me on Twitter)

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