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I danni "collaterali" dell'ebola in Africa : economie in ginocchio

Creato il 25 agosto 2014 da Marianna06

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Crisi economica e disordini socio-politici rischiano di essere per Erica Penfold, ricercatrice del South African Institute of International Affairs (Saiia), i “danni collaterali” causati dall’epidemia di ebola in paesi tra i più poveri al mondo e ancora convalescenti dopo devastanti conflitti civili.

Il punto di partenza è l’inevitabile aumento delle spese sanitarie che sta già spingendo Sierra Leone, Liberia e Guinea a indebitarsi.

“I governi di questi paesi hanno già poche risorse a disposizione – sottolinea Penfold – e con ebola i bilanci pubblici devono essere rivisti a causa dell’aumento della spesa per la sanità, le correlate misure di ordine pubblico e sicurezza nonché il calo delle entrate dovuto all’indebolimento delle attività economiche”.

Secondo l’esperta, specializzata nelle strategie di contrasto alla povertà e a favore dell’integrazione regionale, “in economie che hanno appena cominciato a riprendersi dopo decenni di instabilità dovuti a malgoverno e conflitti civili questo onore può determinare anche disordini sociali e politici”.

Preoccupano in particolare le decisioni della multinazionali di evacuare parte del loro personale e rivedere programmi di investimento.

La Penfold cita i casi di China Union, una società che ha cominciato quest’anno a esportare minerali di ferro dalla Liberia, e di Arcelor Mittal, colosso indiano pronto a “ridurre le proprie attività”.

Secondo l’esperta, “se il virus continuerà a diffondersi potrebbero essere sospesi anche altri progetti minerari con potenziali conseguenze sul Prodotto interno lordo”. I pericoli riguardano anche comparti come i servizi e il turismo, non trainanti in paesi come Guinea, Liberia e Sierra Leone ma comunque decisivi in una prospettiva di sviluppo.

“Il rallentamento della crescita del Pil – sottolinea Penfold – può accompagnarsi a insicurezza alimentare, carovita e riduzione delle scorte; e anche i servizi rischiano di essere condizionati dalla riduzione degli scambi commerciali e dal blocco dei trasporti sia a livello locale che internazionale”.(Fonte MISNA)

 

          a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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