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I dati economici condannano senza appello “il fu” governo Monti

Creato il 27 dicembre 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Vincenzo Merlo

Al di la’ delle opinioni, i dati economici condannano senza remore un anno di governo Monti, tutti gli indicatori essendo peggiorati rispetto al governo Berlusconi. Il PIL mostra infatti un calo del 2.6 tendenziale, a fronte di un aumento dello 0.4 nel 2011; peggio ancora vanno i consumi ( meno 3.7), le vendite al dettaglio ( meno 3.8), la produzione industriale ( meno 6). Alcuni settori economici evidenziano un vero e proprio tracollo, a partire da quello edile ( meno 54%), a quello turistico, per finire a quello automobilistico, dove il 75 per cento dei concessionari intende addirittura abbandonare il mestiere. Nonostante l’aumento della pressione fiscale ( salita di oltre due punti rispetto allo scorso anno, soprattutto grazie all’introduzione dell’Imu, che ha fruttato all’erario 24 miliardi di euro), il rapporto debito pubblico-PIL e’ salito al 126.1 per cento, a fronte del 119.9 lasciato dal governo Berlusconi, con il debito che supera la soglia dei 2000 miliardi di euro, pari a 33000 euro pro capite; il numero dei disoccupati e’ salito in dieci mesi di oltre 700.000 unita’, raggiungendo l’11.1 per cento, a fronte dell’ 8.4 per cento del novembre 2011. Mentre con il governo Berlusconi rientravano ( almeno in parte)i capitali depositati all’estero, si stima che i capitali fuoriusciti dall’inizio dell’anno ammontino a 235 miliardi di euro ( fonte: Libero). In questo scenario fosco, paragonabile solo ai livelli di sussistenza del secondo dopoguerra, l’unico dato in controtendenza e’ il lieve abbassamento dello spread ( attestato attorno ai 310 punti), anche se va rilevato che tale miglioramento si deve in buona sostanza al decisivo intervento della BCE di Draghi nel luglio scorso ( quando il differenziale rispetto ai bund tedeschi era tornato sopra i 500 punti), rimanendo peraltro la media dello spread del governo Monti più alta che sotto quello precedente. Il quadro e’ dunque disastroso e la responsabilita’ va equamente divisa tra Monti e le ricette di rigore e austerita’ predicate dall’Europa germanocentrica. Ricette che lungi dal guarire il paziente, lo stanno definitivamente affossando. La cosa che sconcerta di più, tuttavia, e’ che il circuito mediatico continui a stravolgere la realtà, incensando il governo dei tecnici e criminalizzando il governo eletto dagli italiani, vale a dire il governo Berlusconi. Il quale e’ oggetto da tempo di una campagna diffamatoria, amplificata dai media, che sorprende solo chi non conosce la storia di questo Paese, un Paese che risente di una specificità di lungo periodo che incide pesantemente: vale a dire l’egemonia della sinistra nei punti strategici della società. I gangli vitali della società italiana (informativi, mediatici, formativi, culturali, di rappresentanza sindacale) sono da lungo tempo, in misura schiacciante, appannaggio di elites laiciste e di sinistra, talvolta addirittura estrema. Siamo cioè di fronte alla rappresentazione plastica di ciò che Gramsci aveva teorizzato un secolo fa, quando aveva indicato al nascente Partito Comunista d’Italia la via per la conquista del potere: occupati gli snodi strategici della società civile, anche il potere politico sarebbe ben presto caduto nelle mani comuniste. Così e’ stato, con l’attuale egemonia dell’asse sinistra- massoneria- poteri forti. Asse che e’ tutto coalizzato contro Silvio Berlusconi. A cui va la nostra stima e il nostro sostegno.



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