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I dieci anni di Facebook, un successo immenso che ha cambiato la nostra vita

Creato il 09 febbraio 2014 da Giornalesiracusa

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Il 4 febbraio scorso Facebook  ha compiuto dieci anni. Il popolarissimo social network ha festeggiato il suo primo decennio di vita, dedicando ai suoi utenti un video personalizzato, un brevissimo film che ripercorre i momenti più importanti della vita di ciascun  iscritto  al social.

Il video parte dall’anno d’iscrizione, per passare poi alle prime foto, i primi post, gli avvenimenti importanti, le foto condivise. Facebook si prende cura di noi celebrando la nostra esistenza all’interno della rete?

Come previsto il video ha riscosso un enorme successo, suscitando l’apprezzamento di

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moltissimi utenti che hanno deciso di renderlo pubblico.

A dieci anni dalla sua nascita ad opera di Mark Zuckerberg, nell’ormai lontano 2004, Facebook ha conquistato tutti, diventando un fenomeno mondiale, un vero e proprio mezzo di comunicazione.

Il social network più famoso al mondo ha conquistato giovani e meno giovani. Tutti o quasi, non riescono a farne a meno. Perché?

Uno dei suoi pregi principali è sicuramente quello di consentire rapporti di comunicazione immediata tra persone distanti tra loro, attraverso messaggi, post, foto, video. E questo, in un’epoca in cui il tempo a disposizione va a scemare, in cui siamo tutti “di fretta”, è sicuramente un grande vantaggio.

Facebook permette di accorciare i tempi e le distanze, rende semplice e veloce la comunicare. Ma forse è proprio questa velocità a togliere qualità e sostanza ai rapporti tra le persone ed inevitabilmente, al loro modo di comunicare. Le chiamate diminuiscono, i

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messaggi anche, per non parlare delle lettere, dei bigliettini, ormai carta straccia.

Questo fa si che le persone, nascondendosi dietro lo schermo di un computer, assumano dei comportamenti diversi da quelli abituali, o che, nel peggiore dei casi, si ritengano sicuri e protetti nel mentire. Nascosti da un monitor diventiamo tutti più coraggiosi o più subdoli, dipende dai casi e dalle circostanze. La spersonalizzazione dei rapporti, la loro asetticità può essere una delle conseguenze di un uso smodato o di un cattivo uso di Facebook o, più in generale, di tutti i social. L’altro rischio, il peggiore probabilmente, è che esso diventi una vetrina, dove mettere in mostra se stessi, e i propri sentimenti.

Non che ci sia mai nulla di male nel mostrare di avere sentimenti.  E’ la mancanza di pudore che alcune volte, a mio avviso, rende quest’ostentazione ridicola ed un po’ fastidiosa. La corsa al maggior numero di “mi piace” ha attirato un po’ tutti gli utenti di Facebook, come se ad ogni mi piace corrispondesse un’approvazione, un riconoscimento, neanche troppo tacito.

E’ quest’ansia spasmodica di “mostrarsi” a tutti i costi, “vendersi” agli altri, questo continuo dimostrare di valere, di “esserci”, a rendere le bacheche di Facebook simili a vetrine. Dobbiamo essere presenti, sempre e a tutti costi, e spesso anche quando non abbiamo nulla da dire, né da comunicare.

Non si può certo fermare il progresso né disconoscerne gli evidenti benefici. Sarebbe stupido ed anacronistico farlo. Il progresso è la nostra fortuna, il nostro futuro, ma è l’uso che ne facciamo ad essere sbagliato e deleterio. Non dovremmo mai privarci della bellezza di un sorriso, di una risata, di una chiamata.

Dovremmo riacquistare il gusto per la comunicazione non verbale, quella fatta di gesti e di sguardi, di parole immaginate. Solo questo può permetterci di sentirci esseri umani e non macchine. Nell’era di Facebook, delle videochiamate, delle chat veloci, quanto spazio lasciamo ai sentimenti? Quanta importanza diamo ancora ad un semplice abbraccio?


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