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I disastri di una blogger imperfetta: Da lettrice a blogger... e se la finissi qui?

Creato il 14 marzo 2016 da Anncleire @anncleire

I disastri di una blogger imperfetta: Da lettrice a blogger... e se la finissi qui?

L’etichetta “Disastri di una blogger imperfetta” nasce per caso, per riflessioni personali di carattere generale, che ho voglia di condividere con i miei followers per far capire loro che cosa significa essere una blogger, le scelte che prendo e l’etica che seguo ogni giorno per il mio lavoro sul mio piccolo angolo di web. Ci tengo a sottolineare che sono solo MIE OPINIONI, che possono essere più o meno condivisibili, ma che spiegano perché sul blog seguo una certa linea. A volte potranno anche essere riflessioni più generali, ma pur sempre legate al mondo dei lit-blog.

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Quando ho aperto il blog per la prima volta non avevo alcun genere di pretesa, non lo avevo mai fatto prima, e mi rendo conto che il mio approccio al web è arrivato tardi, molto più tardi rispetto a molte mie coetanee. Sarà che negli anni delle superiori non avevo una connessione funzionante a casa, sarà che ero sempre rifugiata nella carta, piuttosto che in altro genere di attività, sarà che del nascente Facebook non mi importava molto. Infatti ho aperto il mio account solo a fine 2010, quando effettivamente mi ero già fatta un'idea precisa di quello che volevo da internet, e solo perché mi serviva per comunicare con i compagni di università, per scambiarci cose, per essere al corrente delle novità in quel di Ancona. Tra l'altro ho aperto l'account Twitter molto prima, quando seguivo avidamente ogni aggiornamento di Alessia Esse per Vicini, la FanFiction. In tutto questo, pur seguendo parecchia altra gente su Efp (la mia adorata @fallsofarc, la strepitosa Mirya, la bravissima BlueSmoke), frequentando un forum, alimentando un gruppo di fan sfegatate di Twilight e Robert Pattinson (mamma mia quanta gente ho conosciuto in questa maniera, mamma mia che fangirl pazza che ero, mamma mia quante cose ho fatto!) non mi era mai venuto in mente né di scrivere né di aprire un blog. Anche all'epoca era molto diffusa come pratica, quella di aprire un blog, soprattutto per quanto riguarda la forma del diario, del life style o quel modo tutto particolare di parlare di sé che finisce per essere sempre autoreferenziale. Anche se poi ho iniziato a scriverla anche io una fanfiction, che ho poi prontamente cancellato (e credo di non avere più perché l'hard disk su cui l'avevo salvata è morto) e su Efp ci dovrebbe ancora essere un mio racconto, il tempo per il blog non era ancora maturo. 

I disastri di una blogger imperfetta: Da lettrice a blogger... e se la finissi qui?

Come ho scritto anche in altre occasioni (dico sempre le stesse cose, la noia proprio eh!), nel 2011 ho iniziato a leggere in inglese, ma soprattutto ho scoperto quelli che sono i lit-blog, blog letterari o book blog che dir si vogliano, ne seguivo alcuni di bellissimi che poi hanno chiuso (chissà tutte quelle ragazze che fine hanno fatto!) e questi due eventi hanno concorso alla creazione di “Please Another Book”. 

“Please Another Book” è nato per gioco, per scherzo, come contenitore per le mie letture, per quello che mi passava per la testa quando mi sono approccitata seriamente al mondo degli young adult, quanto in realtà l'età per leggerli non ce l'avevo più. A fine 2011, dopo essermi laureata il 17 dicembre, ero stanca morta. Avevo dato 6 esami in tre mesi, tra maggio e luglio, compreso uno dei più difficili del mio corso di laurea triennale (Controlli Automatici, girate tra i laureati del Politecnico delle Marche pre 2014 e chiedete del prof di Controlli Automatici, riceverete in cambio racconti agghiaccianti). Gli ultimi due, studiati in un agosto che non finiva più mentre lavoravo a tratti, con quel malloppo di slides di Stumentazione biomedicale che mi trascinavo dietro da un lato all'altro della casa, sono stati una spina nel fianco (notare che ho sempre avuto malloppi tra le mani). E la tesi, non dimentichiamocene, con quelle costanti dielettriche dei tessuti biologici che non volevano saperne di mettersi in fila e Camelia Gabriel, la massima esperta del settore, che era diventata la mia migliore amica (in realtà la odiavo dal profondo del cuore, le avevo anche mandato una mail ma non mi ha mai risposto). 

I disastri di una blogger imperfetta: Da lettrice a blogger... e se la finissi qui?

(Camelia Gabriel, la maledetta)

Dopo avevo solo voglia di dormire. Ma continuava a frullarmi in testa l'idea di aprire un posto mio in cui ciarlare e di cui tenere memoria delle letture. Avevo un profilo su Goodreads, ma non mi bastava più. Non sapevo niente di html, non sapevo niente di come si gestisce un blog, ma soprattutto non avevo interesse né per i followers, né per la raggiungibilità di quello che scrivevo, né per un eventuale pubblico. Parlavo con me stessa, come i pazzi, come lo sono sempre stata. Spesso e volentieri faccio tutti discorsi complicati pensando che qualcuno mi stia ascoltando salvo poi rendermi conto che la persona con cui stavo parlando era ormai uscita dalla stanza.

Ho aperto il blog il 22 dicembre 2011 con una pessima recensione (il mio concetto di Best Book Ever è molto cambiato da allora), che se la rileggo le mani nei capelli, e sono andata avanti per la mia strada, osservando il contatore dei followers salire gradualmente ma costantemente. Il blog è stata la mia valvola di sfogo e la mia ancora di salvezza in molte occasioni negli ultimi quattro anni, in modi che non avrei mai immaginato. Mentre il seguito diventava sempre più importante, conoscevo persone che fanno parte della mia vita da anni, e acquistavo manualità con l'html e le grafiche sono diventate sempre più decenti (grazie Lorena grazie per la bellissima bellissima grafica che ho ora) ho cambiato approccio al blog, ho acquisito una nuova consapevolezza. Non era solo per me, potevo davvero usarlo come strumento per coinvolgere persone in una comunità di scambio, interazione, crescita. Non era più solo un contenitore da riempire, ma una piazza virtuale. read along sono stati fondamentali in questo senso, per farmi comprendere quanto il blog fosse importante anche per chi mi segue, ogni giorno, da mesi.



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