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I Disastri di una Blogger Imperfetta: Luci e ombre sul self-publishing

Creato il 25 gennaio 2015 da Anncleire @anncleire

I Disastri di una Blogger Imperfetta: Luci e ombre sul self-publishing

 

L’etichetta “Disastri di una blogger imperfetta” nasce per caso, per riflessioni personali di carattere generale, che ho voglia di condividere con i miei followers per far capire loro che cosa significa essere una blogger, le scelte che prendo e l’etica che seguo ogni giorno per il mio lavoro sul mio piccolo angolo di web. Ci tengo a sottolineare che sono solo MIE OPINIONI, che possono essere più o meno condivisibili, ma che spiegano perché sul blog seguo una certa linea. A volte potranno anche essere riflessioni più generali, ma pur sempre legate al mondo dei lit-blog.

 

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Inizio questo post affermando con estrema chiarezza e decisione che queste sono mie PERSONALI OPINIONI. Potete essere d’accordo o meno. Non sto attestando nessuna verità inscindibile, non sto scrivendo un trattato, sto solo esponendo il mio punto di vista. Voglio che questo sia cristallino. Voglio anche sottolineare che io, Anncleire, sono l’unica admin di Please Another Book, sono responsabile per ogni recensione, post, anteprima, blog tour, cover reveal che è stato pubblicato a questo url. Vorrei anche sottolineare, come ho già fatto in altre occasioni, che non sono una editor, non studio lettere, né alcunché nel campo editoriale. Come ho scritto in svariate altre occasioni, sono regolarmente iscritta alla laurea specialistica in Ingegneria Elettronica curriculum  Biomedico (deo gratias ho quasi finito!). Questo vuol dire che non ho nessuna pretesa di scrivere chissà quali recensioni piene di tecnicismi e pareri esperti. Sono una ragazza venticinquenne che ama leggere e da quando ho aperto il blog ho sempre raccontato la mia opinione sincera e personale, delle mie letture.

Dopo questa premessa, volevo scrivere, di nuovo, di self-publishing. In un mondo editoriale sempre più oberato di volumi da leggere, in una continua onda di pubblicità, volevo parlare con voi di autori che decidono di investire nel proprio talento. Sono una che rimugina tantissimo. E sono convinta che ci sia bisogno di rispetto, onestà intellettuale e obiettività.

Sono una blogger da tre anni, di tempo ne è passato, e non avete idea della quantità di mail che ricevo da autori autopubblicati che mi chiedono di recensire le loro opere. Considerando che leggo tantissimo anche in inglese, non avete idea di quante persone inviano lettere più o meno consistenti. Mi ricordo di un tipo polacco che questa estate mi ha scritto (in inglese) che aveva pubblicato un libro su “I venti motivi per amare Dio”. Gli ho risposto molto carinamente (spero) che il suo libro non mi interessava, leggo per diletto nel tempo libero, leggo generi del tutto differenti, di certo da agnostica non gradisco titoli a sfondo religioso. Sono umana, ho i miei gusti, ho il diritto di scegliere quello che più mi aggrada. Non ho mai nascosto che non sono particolarmente ispirata dal fantasy, che leggo solo quando un titolo mi colpisce particolarmente (o mi faccio fregare dalla cover). Sono una romance addicted, non l’ho mai nascosto. Ma non ho mai detto di no alla promozione ad autori che me lo hanno chiesto, ma anche qui ci sono delle eccezioni. Se mi arriva una mail con ciao, sono caio questo è il mio libro (con link da Amazon e a volte neanche quello) quella mail non viene neanche presa in considerazione. Un blogger non è una macchina, non è che fa quello che fa per dovere, ma per piacere, e se decide di investire il proprio tempo su qualcuno lo fa pensando quanto meno di meritarsi un po’ di rispetto e un grazie. Un autore che ha appena premuto pubblica su una sua creatura o sta per farlo ha tutta l’intenzione di vederla arrivare al successo. Deve anche capire, però, che si mette in gioco e che è necessario mantenere la propria dignità, ma soprattutto la propria educazione. È un lancio nel vuoto, si mostra sempre un pezzo di sé nei propri scritti, le proprie emozioni, il proprio sudore e le proprie lacrime, le notti insonni, il tempo ritagliato dagli impegni, dal lavoro, dalla famiglia. Difficilmente chi scrive lo fa a tempo pieno, ma un biglietto di presentazione adeguato è fondamentale.

Quando si scrive una mail è bello vedere il proprio nome, sapere che quell’autore è andato ad informarsi su che genere di libro legge quel blog, che generalmente si specializza in un settore, che risulta apparente dal tipo di post che pubblica o generalmente nella pagina dedicata alla “Review policy” (la mia la trovate nella fascia in alto, sopra l’header). Generalmente una breve presentazione di se stessi è sempre ben accetta e in una mail non dovrebbe mai mancare la sinossi, la cover, la biografia dell’autore e soprattutto i link ai social dello stesso. Quando scrivete una mail del genere rispondete sempre a queste domande:

- A chi è rivolto il mio libro?

- Di cosa parla? Quali sono i temi principali?

 

I Disastri di una Blogger Imperfetta: Luci e ombre sul self-publishing

 

Una delle cose che più mi sconvolge poi è la totale mancanza di rispetto che si riscontra per l’opinione di chi ha un blog. Se un autore chiede una recensione, e gliene viene riportata una negativa, questo non ha nessun diritto di scrivere in toni accesi e di fare pressioni perché questa venga cancellata. E penso al famosissimo caso scoppiato qualche mese fa di un’autrice che ha iniziato a stalkerare una blogger. (potete leggere l’articolo a questo proposito su The Guardian). Il rispetto è fondamentale.  Chi ha un blog cerca di esprimere le proprie idee e la propria opinione, generalmente senza ledere la sensibilità di nessuno, ma principalmente parlando di un libro, non dell’autore. Se l’opinione è negativa, è plausibile pensare che ci siano delle motivazioni, più o meno obiettive, che spiegano il mancato successo di quella storia.

Un suggerimento per i lettori a questo proposito. Se siete incerti su qualche autore, sulla sua serietà e sulla sua condotta,  fate un giro sulla sua pagina facebook e vedete che tipo di recensione condivide (è importante condividere le recensioni!). Condivide solo recensioni in cui ci si spertica di lodi e complimenti, anche basati solo sul “Questo libro è troppo bello” senza reali argomentazioni? Probabilmente è interessato solo alle vendite, indipendentemente dal valore del suo libro. Se condivide anche recensioni non propriamente positive che mettono in luce critiche e mancanze, probabilmente si tratta di una persona che cerca sempre di migliorarsi, che accetta gli appunti e riesce ad andare avanti, senza essere fermato da una recensione negativa.

Una pagina facebook dice più di mille parole. Un autore dovrebbe sempre cercare la collaborazione con altri autori, ma c’è una sottile differenza tra collaborare e scambiarsi recensioni. Mettono insieme attività di promozione, giveaway, blog tour? Questo è molto positivo e generalmente indica una buona predisposizione alla promozione pulita. Pubblica recensioni positivissime di qualsiasi cosa che gli capiti a tiro? Beh inizierei a sospettare qualcosa. Purtroppo esiste un sottobosco orrendo di scambio e vendita recensioni. Recensioni mirate ad hoc per implementare le vendite di un libro, soprattutto nei primi giorni di pubblicazione, per alzare il libro in classifica. Recensioni anche di poche righe, dal massimo dei voti, dettate solo dalla consapevolezza di innescare un meccanismo becero di compravendita. Persone disposte a qualsiasi cosa pur di balzare in cima alle classifiche. Come scrivevo nel post precedente usate sempre la testa. Siate sempre propositivi, confrontatevi e sentitevi liberi di esprimere la vostra opinione.

Quando si sceglie il libro di un autore autopubblicato, lo si fa sempre con un certo timore. Si pensa sempre che la mancanza di professionisti nel confezionamento di un libro sia un deterrente potente. Si pensa sempre che avere una casa editrice alle spalle sia una sicurezza per qualità e competenza, ma ci sono moltissimi autori in grado di produrre prodotti di qualità anche senza aiuti esterni. Siamo tutti perfettibili, nessuno nasce perfetto, ma ci si deve rendere conto che autopubblicarsi non è il male, e di certo non segna la fine di una casa editrice.

Siamo saturati di libri, veniamo bombardati ogni giorno da trame e copertine. Quello che mi stupisce, che mi lascia basita è la mancanza di un’efficace sistema di promozione. Certo chi scrive un libro vorrebbe scrivere e basta, ma se ti autopubblichi finisci sempre per doverti promuovere da solo, incentivare la lettura dei tuoi libri, evitare di cadere nell’oblio. Scegliere una trama ammiccante e una copertina accattivante è il primo passo. Una aspetto molto sottovalutato è il titolo. Scorrendo velocemente Amazon si trovano tutti titoli omologati, più o meno interscambiabili. L’originalità è tutto. Anche se ovviamente l’originalità ad ogni costo è da evitare nella stessa misura. I social network sono altrettanto fondamentali, un blog curato e aggiornato poi è un altro segno dell’investimento del proprio tempo in quello che si produce.


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