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I down sani per legge. L’Ispesl un doppione, e intanto gli sprechi…

Creato il 08 giugno 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
I down sani per legge. L’Ispesl un doppione, e intanto gli sprechi…Ci dobbiamo tornare. Come gli omicidi sul luogo del delitto, i ladri su quello del furto sensazionale, Brunetta a Venezia ma, fortunatamente per i veneziani, non da sindaco. Sono passati alcuni giorni da quando il Capo dello Stato, che si porta addosso una sindrome da scrutatore sconfinata ormai nella patologia, ha firmato la finanziaria “lacrime e sangue” del moralizzatore antisprechi Giulio Tremonti. Riprendiamo un discorso che credevamo di aver chiuso dopo aver auspicato che anche la Chiesa pagasse le tasse e vivesse meno di privilegi, per segnalare alcune delle vittime della mannaia con la quale il Ministro dell’economia sta decapitando tutte le teste dei non potenti capitate a tiro e come, dall’altra parte, stia continuando a tenere in piedi privilegi non accettabili. 38mila down non avranno più l’assegno per l’assistenza, che resterà solo nei casi in cui la percentuale di invalidità raggiungerà l’84 per cento contro il 74 attuale. Questo significa che lo Stato continuerà a dare la stratosferica somma di 256 euro al mese solo ai gravi e gravissimi mentre agli altri, quelli che riescono a camminare tanto per intenderci, nulla è dovuto. Migliaia di ragazzi e adulti down saranno ritenuti sani…per legge. In Italia esiste un Istituto che si occupa di studiare scientificamente, e quindi prevenire, le morti sul lavoro. Chi afferma che nel nostro Paese quello delle morti bianche è un fenomeno che non esiste, o è un padrone o è ubriaco. Lo stesso presidente Napolitano, in più di una occasione, ha avuto parole durissime (sic!) contro il profitto basato sul non rispetto delle regole e, ma solo per caso, si riferiva proprio alle morti sul lavoro. Ora l’Ispesl (Istituto Superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro), che ha l’unica colpa di aver scelto un acronimo impronunciabile, verrà accorpato all’Inail perdendo la sua funzione (importantissima) di ricerca sulle tecniche preventive, e il suo know-how scientifico in attesa che il ministro decida cosa andranno a fare i suoi ricercatori in un ente assistenziale. In verità, la preoccupazione dei dirigenti dell’Ispesl non è quella di essere accorpati a un altro ente, ma di mettere in chiaro ruoli e funzioni. Tremonti, come sempre, non ha capito nulla. Così come, pervicacemente, continua a considerare una perdita di tempo e di denaro la cultura. Che questo governo desiderasse ardentemente distruggere due assi portanti del sapere, la scuola e appunto la cultura, lo si era capito al momento della nomina di Bondi e della Gelmini, ministri antitetici rispetto ai dicasteri assegnati, ma che la demolizione non avesse ritegno, appariva più come un incubo che non una realtà oggi in avanzata fase di attuazione. Poi però, ma solo perché siamo curiosi, veniamo a sapere che grazie a un emendamento a cura del profeta degli sperperi Renato Brunetta, i maxi yacht potranno godere di tutta una serie di agevolazioni e sgravi fiscali da far urlare a squarciagola la banda dei diseredati dell’Isola dei Cassaintegrati. Grazie a un artificio verbale, infatti, una norma illeggibile facilita l’iscrizione delle imbarcazioni di lusso (anche quelle battenti bandiera dei paradisi fiscali), nel registro nautico internazionale. Cosa significa? Significa che gli armatori avranno l’esenzione Irap, la riduzione della tassa sul tonnellaggio delle navi, e che lo Stato pagherà i contributi dei lavoratori. Il costo di un piccolo favore fatto agli armatori (onesti e disonesti) è ancora da quantificare, anche se si parla di qualche centinaia di migliaia di euro. E, tanto per non voler continuare a mettere sotto accusa gli sprechi di un governo che doveva essere secondo il suo Capo un moderno Robin Hood, c’è una nota della Cgil (maledetti comunisti!), che chiede spiegazioni al Ministro degli esteri Franco Frattini circa la nomina di un consulente esterno per dirigere un servizio della Farnesina destinato ad essere soppresso. Ci viene in mente quanto gli italiani avrebbero risparmiato se lo Stato non avesse deciso di fare un regalo milionario alle industrie farmaceutiche creando ad arte, e con Topo Gigio testimonial, l’allarme sulla H1n1. Se non fosse in piena funzione l’Ente Ponte sullo Stretto, se per il terremoto dell’Aquila non fossero state previste sei mesi prima del sisma le costruzioni delle new-town alla modica cifra di 2500 euro al metro quadrato, se si tenessero fuori la camorra e la ‘ndrangheta dalla Salerno-Reggio Calabria, se non si dovesse continuare a pagare lo stipendio a Calderoli, Gasparri e Capezzone. Un sacco di milioni di euro, quasi quanto quelli che la Chiesa cattolica dovrebbe a uno Stato non teocratico.

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