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I figli, i bambini, i generi

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Ammettiamolo, ogni tanto la vaticanissima Italia fa qualche passo avanti (anche se a passo di lumaca) e la cosa mi lascia incredula. Ieri con 336 voti, 33 contrari e 58 astenuti, passa la legge che finalmente non fa più discriminazioni tra figli legittimi e figli naturali. Svolta storica dunque per quanto riguarda i diritti dei bambini ma anche delle donne non sposate i quali figli avranno gli stessi diritti.

I figli di single, di coppie di fatto, perfino i figli di incesti godranno d’ora in poi degli stessi diritti di figli di coppie sposati: anche in Italia, dunque, i figli naturali sono equiparati ai figli legittimi, nati all’interno del matrimonio. Il figlio nato fuori del matrimonio può essere riconosciuto dalla madre e dal padre anche se già uniti in matrimonio con altra persona all’epoca del concepimento e il riconoscimento può avvenire tanto congiuntamente quanto separatamente. La legge riconosce, inoltre, ai figli naturali un vincolo di parentela con tutti i parenti e non solo con i genitori e ciò significa che in caso di morte dei genitori può essere affidato ai nonni o zii e non dato in adozione come accadeva fino a ieri.

Il figlio ha diritto, inoltre, ad essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni.

Per quanto riguarda le inclinazioni dei figli, mi vengono in mente tutti quegli stereotipi che impediscono di fatto ai figli di seguire le proprie inclinazioni di genere.

Dopo il passo avanti di un’azienda svedese di giocattoli, l’ondata gender-friendly si estende sotto la Manica. Anche in Francia un grande distributore di giocattoli abolisce gli stereotipi di genere dai cataloghi dei giocattoli. 

I figli,  i bambini, i generi

fonte:cronache laiche

L’ipermercato Super U, al quinto posto tra i grandi alimentari, compie una timida (forse rispetto alla Svezia ma si sà) ma grande rivoluzione: i bambini possono giocare a fare i papà.

Una rivoluzione se pensiamo che ancora oggi giocare con le bambole è considerato una “cosa da femmine” a causa della mentalità comune che vede la cura dei figli come un compito esclusivamente femminile. Questo catalogo ha sdoganato il luogo comune e insegna che la paternità non è più un tabù.

Ritorniamo al punto, visto il moltiplicarsi di interessanti rivoluzioni, e l’Italia?

Temo che per raggiungere lo stivale ci sarà molta strada da fare. L’italia dovrebbe ancora liberarsi dall’iper presente rosa schocking che domina ovunque nei giocattoli “per bambine”, figuriamoci se è possibile far giocare i bambini a fare i papà.

Intanto colgo l’occasione per diffondere l’hashtag #toysgenderfiendly. Prendiamo esempio da queste civiltà. 



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