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Creato il 08 aprile 2013 da Ifilms

locandina-porco-rossoMarco Pagot è un ex-pilota ritiratosi dopo la Grande Guerra e diventato un cacciatore di taglie conosciuto come Porco Rosso. Il suo nome non deriva solo dall’ idrovolante vermiglio che pilota ma anche dal suo aspetto, simile a quello di un maiale.

Tra alberghi costruiti in mezzo alle acque, arcipelaghi e profonde insenature, immerso in un Mar Mediterraneo reso, come sempre ama fare Miyazaki, di uno splendore tanto attinente al reale quanto al fantastico, in Porco Rosso si racconta per immagini la nostra Italia nel periodo fascista. A rendere immediatamente riconoscibile la mano del suo autore, quasi come una firma in calce, c’è sempre quella capacità di infondere nelle sue opere la forza delle sue passioni e di conseguenza quelle tematiche che sono diventate un po' il segno distintivo del suo cinema.

 

Porco Rosso è forse la pellicola dove l' amore di Miyazaki per l'aviazione emerge con maggiore forza attraverso gli aerei e gli idrovolanti che solcano i cieli e i mari. Tra le altre cose il volo, tema ricorrente nella cinematografia del regista giapponese, mai come prima assume qui un significato unico: libertà da qualsiasi legame o vincolo terreno. Gli idrovolanti, che popolano cieli e mari immaginati da Miyazaki, sono pilotati da pirati, contrabbandieri, cacciatori di taglie, non tutta gente per bene insomma, ma comunque legata ad un profondo codice d'onore, uomini liberi sullo sfondo di un Paese dove la stessa libertà è soffocata dal fascismo.

Emblematica in questo contesto la figura del protagonista il cui aspetto da maiale riconduce ad alcune importanti riflessioni sull’ affermazione della propria identità attraverso l’ aspetto fisico, che troviamo anche in altri film di Miyazaki (Il Castello Errante di Howl, ad esempio). Le curiose fattezze di Porco Rosso sono riconducibili (o almeno così ci viene detto) ad un sortilegio subito, ma durante e dopo la visione si fa spazio in maniera prepotente l' idea che le sue sembianze originarie siano morte insieme ad i suoi amici e compagni d'armi caduti durante la Grande Guerra.

O meglio ancora, considerato anche il disprezzo che il protagonista esprime verso il genere umano in questa particolare cornice storica, sembra quasi che Porco Rosso abbia rinunciato volontariamente al suo aspetto, alla sua umanità, trovando nei cieli il modo svincolandosi dalle leggi che regolano la società. D' altronde è lo stesso Marco a dirlo "Meglio maiale che fascista".

 

Voto: 3/4

 


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