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I francesi chiamano l'agente immobiliare oltre oceano

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

All’indomani della vittoria di François Hollande alla elezioni presidenziali francesi, il telefono di Pous-Bertran ha iniziato a squillare all’impazzata: tutte chiamate con prefisso +33, ovvero provenienti dall’altra parte dell’Oceano, dal Paese d’origine del padre. Quella Francia con la quale l’agente immobiliare lavora solitamente, ma mai aveva fatto con questa intensità: “In questi tempi d’incertezza, molti stanno pensando di portare le loro fortune qui negli Stati Uniti. Almeno per i prossimi cinque anni”, dice a Le Figaro. Giusto il tempo necessario affinché l’Eliseo cambi inquilino, visto che il socialista Hollande in campagna elettorale ha espresso più volte l’intenzione di tassare al 75% i redditi superiori al milione di euro.I francesi chiamano l'agente immobiliare oltre oceano
In attesa di tempi migliori, dunque, per i ricchi francesi meglio guardare alla Grande Mela: per il solo Trump Soho, grattacielo-residence di 46 piani di proprietà del miliardario americano, le richieste arrivate sono già una trentina. “Qui a New York ci sono ancora delle buone opportunità”, spiega Pous-Bertran, che a fine giugno si recherà in Francia per presentare le varie offerte agli investitori.
Nel Trump Soho si parte dal milione di dollari per uno studio di 44 metri quadrati, fino ai 7 milioni per un trilocale da 167 metri quadrati. La formula è poi particolarmente conveniente per chi , come i clienti francesi, non è intenzionato a vivere tutto l’anno negli Usa: si tratta di un hotel-residence, per 120 giorni l’anno abitabile dal proprietario, per il periodo rimanente affittato come camera d’albergo con l’incasso (dai 400 ai 12.500 dollari a notte) che torna al titolare e viene in parte usato per la manutenzione.

E’ New York, dunque, il nuovo Eldorado dei francesi in “fuga” da Hollande: “Appena i sondaggi lo davano per vincitore – conferma Thomas Guss di New York Résidence – le richieste di acquisti di appartamenti sono almeno triplicate”.
La notizia tratta da Le Figaro 4 giugno 2012


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