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I genitori antivaccinisti sono pazzi?

Creato il 09 maggio 2015 da Alby87

Mettiamo subito i puntini sulle “i” per questo articolo:

  • I vaccini salvano vite.
  • I vaccini non salvano solo la vita di chi si vaccina, ma anche di coloro che non possono vaccinarsi, grazie all’immunità di comunità.
  • Vaccinarsi non aumenta il rischio di sviluppare l’autismo, una malattia che è dimostrata da tempo avere origini principalmente genetiche.
  • Le campagne contro i vaccini sono pericolose, al limite della criminalità per le conseguenze nefaste che possono avere.

Quindi la domanda di questo articolo non è se ci si debba vaccinare e vaccinare i propri figli, si deve. La domanda è se quei genitori che pensano che il proprio figlio autistico sia tale per colpa di un vaccino siano pazzi visionari.

Spesso noi scienziati tendiamo a trattarli come tali, e diciamolo, sicuramente il loro coinvolgimento emotivo li rende poco ragionevoli. Tutti loro compiono la famosa fallacia logica del post hoc ergo propter hoc: mio figlio ha mostrato i sintomi dell’autismo dopo il vaccino, quindi è colpa del vaccino. Probabilmente avrà anche bevuto succo di frutta prima di mostrare i primi sintomi, questo non significa che il succo di frutta causi l’autismo. Quindi è vero che spesso non sono molto ragionevoli, per non dire che generalmente sparano pantagrueliche minchiate. Ma non è possibile che in qualche modo qualcosa di quello che hanno visto abbia potuto seriamente supportare l’ipotesi di una colpa del vaccino?

Confesso che ero combattuto sull’idea di scrivere questo articolo o meno; fra i comunicatori della scienza vige una specie di regola tacita che consiste nel trattare il proprio target comunicativo come se fosse fatto di bambini idioti completamente in preda dei propri più bassi istinti. Dunque è necessario, secondo costoro, calibrare accuratamente la propria comunicazione, sia nella forma che nei contenuti, per portare l’ascoltatore dalla nostra parte. Per esempio, certe cose anche se vere non bisogna dirle, perché l’ascoltatore o il lettore, che è in preda ai propri istinti come un gatto che insegue il puntatore laser, non è in grado di elaborare tutte le informazioni. Sì, come si fa con i bambini un po’ idioti!

Ora, mentre è vero che parte delle nostre opinioni sono determinate sulla base di pulsioni emotive, è vero anche che sulle cose si può ragionare con le persone. Penso dunque che tutte queste tecniche comunicative da manuale  siano sicuramente preziose, ma come tutte le cose scritte nei manuali vanno prese cum grano salis. Per questo alla fine ho deciso che il mio lettore può essere in grado di elaborare le informazioni e le ipotesi contenute in questo articolo, e l’ho scritto lo stesso.

Perché mentre tutte le evidenze scientifiche ci dimostrano che prendere il vaccino non aumenta il rischio di sviluppare l’autismo, è anche vero che c’è un’ipotesi che spiegherebbe come sia possibile che in certi soggetti un vaccino possa aver causato o favorito l’insorgere dell’autismo.

Da quanto ho letto, le testimonianze dei genitori che dichiarano che i propri figli sono stati resi autistici dal vaccino hanno spesso un tratto in comune: descrivono il bambino come dotato di uno sviluppo del tutto normale, in grado di parlare e socializzare correttamente; poi arriva il vaccino, quindi una regressione mostruosa delle capacità verbali e sociali fino al fenotipo autistico.

L’autismo che insorge in questo modo viene chiamato “autismo regressivo”, e si distingue da quei casi di autismo in cui invece il bambino non ha mai avuto uno sviluppo normale.

Per ora nessuno sa definire una causa specifica ed unica dell’autismo, sia esso regressivo o meno. Però alcuni dati epidemiologici ci dicono qualcosa. Uno dei filoni di ricerca più fruttuosi è quello che riguarda la correlazione fra autismo e difetti genetici della funzione mitocondriale.

Ora, non tutti gli autistici hanno disfunzioni metaboliche, né viceversa tutti coloro che hanno disfunzioni metaboliche. Si calcola, però, che circa un 4-5% degli autistici abbiano un difetto genetico mitocondriale[1].

Sono pochi, eh! Ma il punto è che nella popolazione sono parecchi di meno, quindi in proporzione 5 su 100 sono tanti. Questo ci fa pensare che una piccola porzione degli autistici possano esserlo per via di una disfunzione mitocondriale. In altri studi, dunque, si è voluto studiare le caratteristiche specifiche di questi pazienti; riuscire a spiegare, e magari a trattare correttamente, anche solo un 5% degli autistici sarebbe un bel risultato, no?

I dati che vi do ora sono stime fatte su campioni piccoli, e dunque in buona parte speculative, ma si ipotizza che circa il 50% di questi autistici “mitocondriali” abbiano avuto un decorso di tipo regressivo: sono stati bene fino ad un certo punto, poi le loro condizioni sono precipitate[2].

Ma qui la cosa si fa interessante: nel 70% di questi casi (ancora, prendete i numeri con le pinze), la regressione è iniziata in seguito ad un evento infettivo con febbre alta [3].

Quella che segue è solo un’ipotesi, ma può essere che in alcuni individui accada una cosa del genere: hanno un raro difetto genetico mitocondriale, che però passa inosservato; a seguito di un evento febbrile, però, il difetto genetico causa uno scompenso nell’equilibrio energetico che in qualche modo va a danneggiare alcune funzioni cerebrali.

È risaputo che il vaccino spesso causa un accesso febbrile molto breve immediatamente dopo la somministrazione.

Tutto molto speculativo, ma potrebbe essere che in  pochissimi autistici sia successa una cosa del genere: avevano una disfunzione mitocondriale latente, il vaccino ha causato un normalissimo attacco di febbre, ma in quei soggetti predisposti ciò ha precipitato le condizioni del soggetto, causano la rapida insorgenza dei sintomi tipici dell’autismo regressivo.

Ma se è così, se davvero questo può succedere, perché non vediamo nessuna associazione statistica fra il vaccino e l’autismo? E perché tu ci dici che bisogna vaccinarsi comunque?

Ovviamente io non dico che questo succeda; dico che forse potrebbe succedere. E dico che, se l’ipotesi in questione fosse vera, ciò non contrasterebbe né con il fatto che non vediamo l’associazione fra vaccinazioni e insorgenza dell’autismo, né con la mia asserzione che ci si debba vaccinare comunque.

Primo, stiamo parlando di casi rarissimi, quindi un’associazione così microscopica potrebbe sfuggire agli studi epidemiologici. Rinunciare alla protezione dei vaccini per un rischio così piccolo sarebbe come rifiutarsi di uscire di casa per paura di essere colpiti da un fulmine.

Secondo, comunque sarebbe una cosa che può succedere solo su una minoranza ristrettissima di soggetti predisposti.

Terzo, e più importante: non è il vaccino a causare l’autismo, è la febbre! Questo spiega perfettamente perché non vedremmo l’associazione. In crti casi la febbre è causata dal vaccino, ma non è che se non ti vaccini non puoi prenderti la febbre; anzi, prima o poi una febbriciattola l’avrai comunque nei primi anni di età. Per questo prendere il vaccino o meno non è una variabile significativa.

Per queste ragioni io dico che sapere che questo meccanismo potrebbe esistere nulla cambierebbe rispetto al nostro atteggiamento verso i vaccini: dobbiamo usarli lo stesso.

Ed è per questa ragione che all’inizio avevo pensato che non fosse il caso di scrivere un articolo su questo tema. Gli antivaccinisti in media non leggono affatto la letteratura scientifica e utilizzano oggi gli stessi argomenti triti e ritriti che usano da duecento anni; nessuno di loro si accorgerebbe mai dell’esistenza di un vero collegamento fra alcuni casi di vaccino e l’insorgere dell’autismo. Potrei dunque stargli facendo un favore proponendo un meccanismo plausibile che permetta alla cosa di accadere, seppure in un caso su un milione. E questo sarebbe male.

Però … Però potrebbe non essere né giusto né bello trattare come un pazzo un genitore che abbia davvero visto il proprio figlio sviluppare sintomi autistici dopo la vaccinazione. Può essere che davvero, in quel caso, il vaccino sia stato il pretesto attraverso cui la predisposizione genetica del bambino abbia determinato l’insorgere dei sintomi.

Certo, sarebbe successo comunque al primo raffreddore che si fosse preso, ma non è quello il punto. Il punto è che può essere davvero che il genitore abbia visto quello che ha visto: un vaccino che ha “causato” la regressione autistica.

Io credo che dire a un genitore così “guarda che non sei un visionario, magari è andata davvero così” sia doveroso. Esattamente come è doveroso ricordare che i vaccini salvano le vite e che, in ogni caso, non prenderli è molto più pericoloso che prenderli.

E se qualche comunicatore non è d’accordo, pazienza…

Ossequi.

  1. Oliveira, G., et al., Epidemiology of autism spectrum disorder in Portugal: prevalence, clinical characterization, and medical conditions. Dev Med Child Neurol, 2007. 49(10): p. 726-33.
  2. Weissman, J.R., et al., Mitochondrial disease in autism spectrum disorder patients: a cohort analysis. PLoS One, 2008. 3(11): p. e3815.
  3. Shoffner, J., et al., Fever plus mitochondrial disease could be risk factors for autistic regression. J Child Neurol, 2010. 25(4): p. 429-34.


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