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I Giochi Olimpici di Ida, dal 1928

Da Eraniapinnera @EraniaPinnera

I Giochi Olimpici di Ida, dal 1928In questi giorni ho avuto modo di raccontare le storie olimpiche, le vittorie e l’esperienza di chi le Olimpiadi le ha vissute a Londra. Delle centinaia di persone che le hanno seguite da casa, ho scelto di raccontare l’esperienza di mia nonna, 87 anni e telecomando fisso su Rai2.

Mia nonna – l’unica che purtroppo è ancora viva per raccontarmi dei Giochi – si chiama Ida, ed è nata nel 1925. Un anno prima della regina Elisabetta, aggiunge, visto il contesto olimpico. Quando lei era giovane, non c’erano l’alta definizione e i social network: le Olimpiadi erano qualcosa che si ascoltavano al limite via radio, ma era lo sport giocato sulle strade e sui campi della città che faceva più notizia, quello sport che tirava su gli olimpionici.
Non c’era tempo, nel 1948, di pensare agli atleti olimpionici e alle medaglie delle Olimpiadi: la guerra aveva lasciato ferite profonde, e la gente “normale” doveva rimboccarsi le maniche e ricostruire tutto, di nuovo. Dopo 64 anni, è finalmente giunta l’ora di godersi i Giochi di Londra, con l’alta definizione e internet.

Capire, quindi, perché sono così appassionata di sport è facile da intuire, ascoltando le parole di mia nonna: una famiglia di sportivi – dai fratelli al marito, passando per figli e nipoti – o di semplici appassionati, lo sport è sempre stato concepito come un veicolo di educazione e di equilibrio, a casa. Con lo sport si impara a vivere, ed è anche per quello che mia nonna continua a guardare le Olimpiadi alla televisione, edizione dopo edizione.

Quando ci sono i suoi sport preferiti, nonna si siede sul divano e fissa lo schermo, in silenzio. Salta di canale in canale solo durante le pubblicità, troppe anche secondo lei. E allora, mentre scorrono i consigli per gli acquisti, è facile stilare qualche personale classifica.

Sport preferiti: sono molti, scegliere non è facile. Canottaggio, salto in lungo, salto con l’asta, salto in alto, tuffi, tiro con l’arco. Il podio, però, spetta a tre discipline molto diverse tra loro: il pugilato – mio nonno ne era un gran conoscitore – la ginnastica artistica e la scherma, new entry nell’alveo degli sport preferiti. Nonna dice di non aver mai capito del tutto la scherma, perché vedeva solo dei ragazzi che tiravano con l’arma, ma non riusciva a capire chi vinceva e chi perdeva. Ma grazie alla tecnologia e alle maschere con le luci che si illuminano, tutto è divenuto più chiaro, e la scherma è diventata una disciplina bellissima, tra le più belle.

Edizione preferita dei Giochi: Mosca 1980 e la sua spettacolare e colorata cerimonia d’apertura.

Atleti preferiti di sempre: sono tutti bravi alle Olimpiadi, anche l’ultimo classificato. Ma se dovesse scegliere delle icone dell’Italia, non ha dubbi: i fratelli Abbagnale (che per lei sono quasi come dei figli, è la loro prima tifosa nel mondo, credo), Pietro Mennea, Sara Simeoni e Fausto Coppi, anche se Coppi non ha partecipato a nessuna edizione dei Giochi, perché quando uno è un grande, non ha bisogno di una medaglia olimpica. I tre sono in ordine sparso, perché quando si è fuoriclasse a quei livelli non si può scegliere un primo, un secondo e un terzo.

I Giochi Olimpici di Ida, dal 1928

Photo credits by london2012.com

Atleta simbolo di Londra 2012: non c’è dubbio, Usain Bolt su tutti. Un esibizionista? Sì, dice nonna, ma Bolt se lo può permettere. Perché è il più forte di tutti e anche perché è un bel giovane.

Cosa manca alle Olimpiadi: le Olimpiadi hanno tutto. Spirito sportivo, partecipazione, fratellanza e passione per lo sport in senso lato. Forse manca uno sport: il sumo. E se pensate che stia scherzando, avete ragione!

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