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I Gioielli di Gianmaria Buccellati: Quando la Bellezza è Preziosa

Creato il 22 aprile 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
I Gioielli di Gianmaria Buccellati: Quando la Bellezza è Preziosa

Fino al 30 agosto nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria Reale (a pochi chilometri da Torino) sarà in mostra L'arte della bellezza, preziosa esposizione dei gioielli di Gianmaria Buccellati (Milano, 1929 - 2015), vere e proprie opere d'arte di pregiata raffinatezza e sublime eleganza. Oltre cento esemplari, molti dei quali inediti, che simboleggiano il connubio perfetto tra estro creativo ed eccellenza artigianale. La mostra è stata curata da Chiara Tinonin con Gianmaria e Rosa Maria Buccellati. "Il gioiello è un oggetto che mantiene la memoria": è questa la frase simbolo della passione che ha animato l'allestimento dell'esposizione, in cui ogni gioiello assume un valore talismanico, perpetrando il valore del ricordo, tanto intimo quanto prezioso.

Non si può non rimanere incantati dalla bellezza di questi oggetti, soprattutto perché a preservarla è la cura di un'anima e il talento di due mani dal tocco magico. È la voce stessa di Gianmaria Buccellati a parlare attraverso i suoi gioielli, in modo da offrire al visitatore, come spiega Chiara Tinonin, "un'esplorazione insolita dell'arte orafa, perché accanto ai segreti della tecnica e alle fasi di costruzione di un grande gruppo internazionale, il suo racconto rimanda costantemente alla sua personale lettura della bellezza, con aneddoti e riflessioni introspettive sulle intenzioni, sui principi fondanti l'atto creativo, sul valore della libertà come guida nel muoversi nel mondo".

Gianmaria Buccellati, quarto di cinque fratelli, è il primo a seguire la carriera del padre Mario, iniziando all'età di sedici anni a lavorare nel negozio e nei laboratori milanesi: qui, in qualità di apprendista, impara l'arte orafa, affinando le sue incredibili doti di disegnatore. Quando compie diciannove anni, il genitore gli affida la direzione del negozio di Milano. Sarà dopo la sua scomparsa, nel 1965, che Gianmaria potrà estendere il suo marchio ben oltre i confini nazionali, fino a diventare culto di prestigiose mostre e tutela della Fondazione Gianmaria Buccellati, istituita nel 2008.

"Quando sono stata invitata a raccogliere le memorie di vita di Gianmaria Buccellati - spiega Chiara Tinonin - mi ha colpito come il suo ricordo più antico e quello più recente fossero entrambi l'immagine di una corsa lungo un corridoio. La prima nella casa d'infanzia per riabbracciare il padre Mario di rientro dalla sua gioielleria accanto alla Scala; la seconda in un museo regale, il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, per raggiungere la sala dove le sue creazioni saranno per sempre custodite e ammirate".

Fonte di ispirazione primaria per la composizione di questi gioielli e oggetti preziosi sono state le diverse espressioni artistiche dell'Antichità, del Rinascimento e del Rococò. "Nell'epoca delle mirabolanti tecnologie della comunicazione e della conquista dello spazio cosmico, pensiamo troppo poco di poter creare innovazioni volgendo uno sguardo agli antichi. Non dobbiamo guardare alle grandi conquiste del passato con uno sguardo nostalgico, ma farle rivivere per compiere nuovi passi", evocano le parole di Buccellati lungo il percorso di visita, articolato in tre sezioni, costruite attraverso un costante richiamo alle vicende biografiche.

La prima parte propone un viaggio nell'infanzia di Gianmaria nella Milano tra le due Guerre, periodo in cui il padre Mario si afferma come primo gioielliere italiano, capace di recuperare con sopraffina sensibilità le antiche tecniche orafe rinascimentali. Personaggio di spicco nella società meneghina, ha intessuto anche rapporti di stima e amicizia con Gabriele d'Annunzio; e proprio in occasione di questa mostra, con il contributo della storica dell'arte Paola Goretti, è stata esposta per la prima volta l'intera serie delle targhe che il Vate gli commissionò in memoria delle sue imprese.

La seconda sezione, "Un italiano nel mondo", vede un percorso attraverso le tappe più significative della carriera di Gianmaria a partire dalla morte del padre. Dopo aver diretto per due anni i laboratori ereditati, Gianmaria decide di aprire numerosi negozi in Europa e in Estremo Oriente; nel 1979 è stata inaugurata a Parigi una sua boutique nella prestigiosa Place Vendôme, celeberrima piazza ottagonale su cui, dalla seconda metà dell'Ottocento, si affacciano le vetrine delle grandi firme francesi dell' haute joaillerie. Col tempo sono arrivati importanti riconoscimenti da parte dei più rinomati musei mondiali, come la Smithsonian Institution di Washington D.C., il Museo del Cremlino a Mosca e il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze. Un esempio emblematico della maestria di Buccellati è offerto dalla spilla Gran Dama, disegnata per omaggiare la maternità utilizzando una rarissima perla Melo-Melo proveniente dai mari del Vietnam, tredicesima per colore e dimensioni su circa cento esemplari.

La visita termina con un'esposizione di oggetti che celebrano l'abilità e la creatività di Buccellati: le Coppe di Boscoreale, che Mario e Gianmaria hanno ideato ispirandosi al Tesoro di Boscoreale rinvenuto nel 1895 nella villa romana della Pisanella; gli Oggetti Preziosi, coppe pregiatissime nate dallo studio delle collezioni orafe fiorentine (l'ispirazione, difatti, è nata in questo caso durante una visita al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, dove sono conservati i capolavori di gioielleria medicea). Uno degli oggetti più suggestivi è sicuramente la Coppa del Sacro Graal, realizzata nel 2013, che può essere definita la summa estetica di Buccellati, racchiudendo tutte le tecniche orafe accumulate dall'uomo nel corso dei secoli; e ancora la Coppa della Regina, realizzata nel 2008 per la mostra al Museo del Cremlino, o la Coppa dell'Arcobaleno del 2012, che rende omaggio a Venere, dea dell'amore e della bellezza.

Il ritorno della primavera, la bella stagione, è quindi impreziosito dalla splendida unicità di gioielli imperdibili per tutti gli estimatori dell'arte orafa. L'invito è quindi quello di godere di questa mostra, facendosi guidare dalle parole del Maestro purtroppo scomparso lo scorso marzo: "In ogni periodo storico l'uomo è stato in grado di creare bellezza applicando precise matrici formali, e, per chi fa il mio mestiere, confrontarsi con l'ideale di bellezza è un esercizio quotidiano di tensione verso l'assoluto. Io credo che la conquista della bellezza sia sempre relativa al momento in cui la si vive, per questo bisogna continuare a rincorrerla fino allo spasmo".


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