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I girasoli sul davanzale di Fabrizio Trovato

Creato il 04 agosto 2014 da Anncleire @anncleire

 I girasoli sul davanzale di Fabrizio Trovato

 

Di Fabrizio Trovato avevo già letto un altro racconto, Cold City Door, e sapevo di trovarmi davanti un buon narratore, di quelli che non vivono tanto di azioni ma di sentimenti, di particolari emotivi che sfuggono alla logica dei movimenti fisici ma si raggomitolano intorno ai moti dell’anima. Anche con questo racconto, I GIRASOLI SUL DAVANZALE, che potete trovare sulla rivista on-line Nuove Edizioni Bohémien, Fabrizio non si tradisce.

L’azione è statica, il racconto vive di ricordi, di prime impressioni e di immagini che sembrano quasi fotografie, come se sfogliando un album vengano in mente degli aneddoti da raccontare assolutamente. Abbiamo George Smith il curatore del National Gallery, in una Londra rarefatta che si muove di notte. È l’ora della chiusura, il Sig. Smith  gira per il museo per finire davanti ad un quadro in particolare, “I Girasoli” di Van Gogh. È proprio quest’opera che scatena in lui il flusso della memoria.

Poi, il ricordo di Elizabeth si insinuò vivido e potente; come una tela bianca, la sua memoria iniziò a macchiarsi di dettagli e colori che lentamente lo riportarono al passato.

Elizabeth, una delle sue segretarie, ormai partita per altri lidi, aveva messo in luce un significato particolare al quadro, significato che racchiude il titolo.

Smith ripensa ai tempi del college, alla sua passione e se ne riscopre portatore sano, una di quelle persone che non dimenticano mai le proprie passioni. Un uomo che ha vissuto, che ha sperimentato, che è stato frenato e che ha rinunciato. Ma la freschezza di un incontro gli ridarà nuova speranza.

Quello che mi ha positivamente colpito è l’uso della terza persona e la costruzione di un’atmosfera malinconica che sfuma nella certezza della sera e dell’ora della chiusura del museo. Tutto è incredibilmente semplice, il taglio definitivo, ma in un certo qual senso permeato da una struttura organica. Fabrizio riesce a condensare un rimpianto mal celato e trasformarlo in un atto di fede, in un dono per un uomo che sfugge alle regole delle convenzioni comuni, che supera il suo senso di scoraggiamento e riprende in mano i propri sogni. Si investiga su cosa significa l’arte, sul senso di un quadro, sull’interpretazione. Ogni opera artistica acquista un significato nuovo negli occhi di chi la osserva, con le esperienze di chi la scruta, con le sensazioni che suscita in chi vi posa lo sguardo sopra. Ogni quadro è una manifestazione di un sentimento, non è solo sfoggio di tecnica. Ogni pennellata ha il sapore del sudore e del sangue dell’artista, ma anche il senso spietato di un’epoca e di un luogo che resta intrappolato nei colori. Smith ha studiato per anni la storia e le ragioni, e ora è pronto per rivestire una tela di passione e significato “una ferita gialla su un vuoto pallido”.


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