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I grandi film del 2013: la classifica di Stefano

Creato il 01 gennaio 2014 da Filmedvd
Riflessioni

Anche oggi, con l’inizio del nuovo anno, continuiamo con i nostri bilanci sull’annata appena trascorsa e sui grandi film che il 2013 ci ha regalato, proponendovi le preferenze – assolutamente soggettive e personalissime – di coloro che vi hanno accompagnato, durante gli ultimi dodici mesi, fra i vari titoli arrivati nelle nostre sale: pellicole di genere, stile e nazionalità diversissimi, che in alcuni, fortunati casi si sono ricavate un posto speciale nella nostra memoria e nell’universo culturale ed emozionale che ciascuno di noi si porta dentro.

Eccovi dunque un’altra classifica dedicata a raccogliere dieci splendide pellicole uscite in Italia fra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2013, senza dimenticare alcune “menzioni speciali”: dal thriller Prisoners di Denis Villeneuve al dramma Come un tuono di Derek Cianfrance; dalla ricostruzione del tramonto della dittatura in Cile di No – I giorni dell’arcobaleno di Pablo Larraín alla deliziosa commedia francese Quando meno te lo aspetti di Agnès Jaoui; dal commovente Philomena di Stephen Frears alla biografia storica di Lincoln ad opera di Steven Spielberg; passando per l’incantevole Oh boy – Un caffè a Berlino di Jan Ole Gerster, per il western postmoderno Django unchained di Quentin Tarantino e per i palpiti sentimentali di Before Midnight di Richard Linklater. E passiamo alla Top 10 del sottoscritto…

 

10. SOLO DIO PERDONA

L’atteso ritorno dietro la macchina da presa di Nicolas Winding Refn, il regista di Drive, è risultato uno dei film più sottovalutati dell’anno, amato da alcuni ma contestatissimo dai più: un’opera stilisticamente eccelsa, scandita non tanto dai dialoghi, ridotti al minimo, quanto dalla magistrale colonna sonora di Cliff Martinez. Un thriller allucinato e iper-violento, con un gelido Ryan Gosling ed un’inedita Kristin Scott Thomas nel ruolo di un’autentica mamma-mostro: implacabile, feroce, sarcastica, con un’esibita crudeltà in grado di renderla una delle più memorabili dark-lady del cinema contemporaneo.

 

I grandi film del 2013: la classifica di Stefano

 

9. RUSH

Per oltre un’ora, il film di Ron Howard dedicato al Campionato di Formula 1 del 1976 appare come un classico dramma sportivo di solida fattura ma dall’impianto convenzionale; poi, però, accade qualcosa di miracoloso, e all’improvviso il personaggio di James Hunt scompare o quasi (narrativamente parlando) e lo spettatore si ritrova a “sentire” la storia unicamente dalla prospettiva di Niki Lauda, impersonato da un magnifico Daniel Brühl. E in questo risiede in parte l’eccezionalità del film: la scelta di un personaggio focalizzatore che fa di tutto per sembrare antipatico, ma verso il quale si prova irrimediabilmente una gigantesca empatia. E per un film sportivo, il rovesciamento dell’etica della vittoria – Lauda compie un percorso inverso rispetto a quello canonico dell’eroe “in rimonta”, venendo presentato anzi come l’avversario da sconfiggere – è una scelta coraggiosissima e sorprendente, per la quale bisogna ringraziare l’intelligenza dello sceneggiatore Peter Morgan; che sa chiudere, fra l’altro, con un epilogo spiazzante e perfetto.

 

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8. NOI SIAMO INFINITO

Uno dei più intensi, delicati e commoventi film di coming of age visti al cinema negli ultimi anni: la sorprendente opera d’esordio dello scrittore Stephen Chbosky, già autore del romanzo The perks of being a wallflower, è una pellicola in grado di restituire in maniera esemplare le speranze, le fragilità e i turbamenti dell’età adolescenziale. Costruito come il diario intimo del protagonista Charlie (Logan Lerman), il film di Chbosky si rivela un’appassionata – ed appassionante – apologia sul valore dell’amicizia, percorso da uno straordinario senso di empatia nei confronti dei suoi protagonisti. Ad accompagnare il tutto, una strepitosa colonna sonora dal formidabile effetto-nostalgia, capace di regalarci almeno due scene cult: il ballo scolastico sulle note di Come on Eileen dei Dexys Midnight Runners e la corsa in auto sotto il tunnel con Heroes di David Bowie a tutto volume.

 

I grandi film del 2013: la classifica di Stefano

 

7. THE MASTER

La nuova, ammirevole prova da regista di Paul Thomas Anderson, a cinque anni di distanza da Il petroliere, costituisce una magistrale analisi dei rapporti di potere e di sudditanza psicologica, che esplora con stile conturbante e visionario l’altro lato del Sogno Americano, nonché gli abissi più torbidi e disperati della psiche umana. Un superbo Joaquin Phoenix (nella sua migliore performance) ed un grandioso Philip Seymour Hoffman mettono in scena un incontro / scontro di personalità opposte e complementari, in grado di stamparsi nella memoria e di dar vita ad alcuni momenti di altissimo cinema, potente e visionario. E ancora una volta il film di Anderson, Leone d’Argento al Festival di Venezia, è percorso e scandito, una sequenza dopo l’altra, dall’inquietante colonna sonora composta da Jonny Greenwood.

 

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6. LA GRANDE BELLEZZA

Il più importante ed ambizioso film italiano degli ultimi anni, nonché uno fra i più acclamati a livello internazionale e forse il migliore esempio della possibilità di una resurrezione del grande cinema d’autore del nostro paese. Il magnum opus di Paolo Sorrentino è una straordinaria epopea notturna nelle viscere di una Roma grottesca e barocca, rutilante e sfrenata, repellente e sensuale, sulle orme di Federico Fellini e de La dolce vita, aggiornata però ad una contemporaneità in inesorabile decadenza; il tutto vissuto mediante lo sguardo consapevole ma al contempo distaccato del protagonista Jep Gambardella, impersonato da un impeccabile Toni Servillo.

 

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5. NELLA CASA

Il penultimo film di François Ozon, ispirato alla pièce teatrale Il ragazzo dell’ultimo banco di Juan Mayorga, è un capolavoro di ambiguità, di finezza narrativa e di sottile mise en abîme: un’acutissima ed ironica riflessione sugli strumenti della creazione artistica e letteraria e sul labile confine fra realtà e finzione, costruita come un serrato thriller psicologico tutto basato sul rapporto fra l’allievo e il maestro, destinato a trasformarsi in un conflitto dagli esiti imprevedibili. Fabrice Luchini, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner e il giovanissimo Ernst Umhauer sono i sopraffini interpreti di questa gustosissima perla firmata da uno dei massimi autori del cinema francese contemporaneo.

 

I grandi film del 2013: la classifica di Stefano

 

4. IL PASSATO

Dopo la valanga di premi per il bellissimo Una separazione, il regista iraniano Asghar Farhadi torna ad affascinarci e coinvolgerci con il suo cinema prettamente introspettivo, abilissimo nello scandagliare fin nel profondo le emozioni umane, colte in tutta la loro inestricabile complessità e, talvolta, contraddittorietà, a partire dall’unità sociale primaria, ovvero la famiglia: un microcosmo in continuo mutamento, all’interno del quale scorrono tensioni insanabili e silenziosi drammi. In questo nuovo, meraviglioso film, tali tematiche si intrecciano a quella della necessità del confronto con il proprio passato, per quanto ciò possa risultare doloroso per l’anima e la coscienza di ciascun personaggio. E Farhadi si conferma anche un eccellente direttore d’attori, con un cast in stato di grazia capitanato dall’attrice francese Bérénice Bejo, premiata al Festival di Cannes.

 

I grandi film del 2013: la classifica di Stefano

 

3. LA VITA DI ADÈLE

Fin dalla sua trionfale presentazione allo scorso Festival di Cannes, in occasione del quale si è aggiudicata la Palma d’Oro come miglior film, la nuova pellicola del regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche è entrata di prepotenza nell’immaginario del pubblico, imponendosi come uno fra i più viscerali e coinvolgenti racconti di formazione del cinema contemporaneo. Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux sono le magnifiche protagoniste di un meraviglioso film-fiume che, nell’arco di tre ore, ci fa penetrare con un sorprendente senso di immedesimazione nell’universo interiore del personaggio del titolo, impegnata in una difficile, talvolta entusiasmante, altre volte dolorosissima scoperta di se stessa, della propria sessualità, e in un’educazione sentimentale tanto commovente quanto, in alcune sequenze, addirittura straziante. Tutto questo con una stupefacente capacità di cogliere le più minute sfumature del quotidiano: quelle in grado di farci proiettare sulle immagini dello schermo anche una parte di noi stessi.

 

I grandi film del 2013: la classifica di Stefano

 

2. ZERO DARK THIRTY

Dopo gli orrori dell’Iraq del pluripremiato The hurt locker, la regista Kathryn Bigelow ci racconta un’altra guerra: quella più strisciante, silenziosa e disperatamente ambigua contro un nemico senza volto, il terrorismo, e in cui gli strumenti adottati da un manipolo di infaticabili agenti della CIA ci appaiono pericolosamente simili a quelli, brutali e senza pietà, utilizzati dai loro avversari. Una caccia all’uomo sfibrante, che finisce per assorbire ogni briciolo di energia e per fagocitare tutto il resto, fino ad un epilogo al cardiopalma, impressionante nel suo rigoroso realismo assolutamente anti-spettacolare. E il primo piano conclusivo della protagonista Maya, che ha il volto rigato dalle lacrime di una sublime Jessica Chastain (premiata con il Golden Globe come miglior attrice), costituisce una delle sequenze più efficaci ed emblematiche viste al cinema nell’ultimo anno.

 

I grandi film del 2013: la classifica di Stefano

 

1. FRANKENWEENIE

Una summa perfetta della poetica di Tim Burton, regista gotico per eccellenza, che sceglie di rielaborare il suo omonimo cortometraggio del 1984 dando vita ad un capolavoro assoluto del cinema d’animazione e non solo. Il risultato è un’altra meravigliosa rivisitazione del mito di Frankenstein, in cui confluiscono tuttavia una molteplicità di elementi iconografici e di richiami alle grandi pellicole del passato, per una stupenda fiaba in bianco e nero che sa unire l’incanto visivo della tecnica dello stop-motion (come già ne La sposa cadavere) con le suggestioni di una storia di apparente semplicità – l’amicizia fra il piccolo, introverso e genialoide Victor e il suo inseparabile amico a quattro zampe Sparky – che riesce ad emozionare fino alle lacrime. Una fiaba in cui perfino il più straziante dei traumi, quello della separazione da chi si ama, può trovare un’inedita forma di guarigione per vie fantastiche, a definitivo suggello del potere dell’amicizia.

 

frankenweenie 3d

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