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I media dadaisti fanno il paese casinista?

Creato il 06 maggio 2010 da Massmedili

I media dadaisti fanno il paese casinista?

 

O vice versa? Ancora su giornali e linguagglo. I giornali si muovono ai confini della realtà o la influenzano distorcendola?

Un po’ il vecchio paradosso dell’uovo e della gallina. Certo che aprendo la Tv su una rassegna stampa la mattina la sensazione di essere finiti in una piece del teatro dell’assurdo è sempre più spesso violenta e asfissiante.

Non voglio commetare solo e tanto i fatti di cronaca più acclarati come il caso Scajola: ieri ho fatto i complimenti a Luigi Ferrarella del Corriere che li meritava per aver messo il dito sulla piaga (la nuova legge sulle intercettazioni renderebbe impossibile ai media rendere noto un caso come quello Scajola, il che non è male in un paese dove il premier – oltre che maggiore editore nazionale e capo di un partito che si definisce”Casa delle Libertà” – sostiene che c’è “troppa libertà di stampa…”). Forse avrei dovuto dire che in un “normale” contesto giornalistico il pezzo di Ferrarella non avrebbe dovuto essere confinato a pagina 16 fra le opinioni, ma avrebbe dovuto essere l’editoriale di prima , che invece era appaltato a Pierluigi Battista. Argomento: il caso Scajola. Tesi di fondo: le dichiarazioni del ministro non stanno in piedi. Grazie, ma a ministro già dimesso con clamore e clangore di televisioni e altri media forse l’opinione arriva un tantino in ritardo…

Oggi non va molto meglio. A leggere i quotidiani fa ancora più male la realtà. Per esempio il fondo di Lucia Annunziata sulla Stampa che parla delle elezioni inglesi (nessuna traccia sull’home page : perché i giornali italiani online ignorano sistematicamente quello che scrivono sulla carta?) annunciando che “La terza via è finita”. Tesi: la sinistra perderà le elezioni inglesi, fine dell’utopia di poter conciliare le istanze di giustizia sociale con il capitalismo. Ma siamo sicuri? Non è che gli inglesi, dopo 12 anni di Labour al governo, hanno semplicemente (e forse giustamente) voglia di cambiare? Dobbiamo proprio farne una questione ideologica come in Italia, dove a forza di essere di parte i governi durano poco ma si ripetono anche per 20 anni di fila? E come la mettiamo con Maonomics, l’ultimo saggio (edizioni Rizzoli) di Loretta Napoleoni, economista della London School of Economics e corsivista italo britannica di sinistra come l’Annunziata (scrive sull’Unità) che sostiene invece che l’unico capitalismo efficiente oggi sul pianeta è quello cinese proprio per l’interessante “terza via” che è riuscito a realizzare?

Irrealtà, utopia, disragione. Ma non di quelle piacevoli e spettacolari, alla Avatar, per intenderci. Piuttosto cattiveria incancrenita, come quella del Giornale che secondo IlPost.it (il blog giornale di Luca Sofri) avrebbe avvertito l’onorevole D’Alema “sappiamo dove abiti”, il che non suona proprio bene, anzi, decisamente mafioso. Vabbé che D’Alema si è distinto come al solito per finezza e distinzione durante un salotto televisivo (ma perché ci vanno, se devono litigare?) nel rispondere al condirettore del Giornale Sallusti (a sua volta, che fine gentiluomo!) che cercava di intorbidare le acque sostenendo che D’Alema era corrotto quanto Scajola perché stava in un appartamento a equo canone (l’altro invece si sarebbe beccato 900 mila euro di mazzetta da un costruttore…). Ma l’impressione che si sia alla degenerazione finale e totale è sempre più cocente.

Il calcio fa peggio: dopo una settimana di aricoli e servizi sull’inimicizia fra Roma e Inter a rinfocoloare un clima di guerra partigiana nella capitale c’è stata la partita vinta (ma guarda un po’) dalla squadra più forte, cioè l’Inter. Peccato che più che una partita di calcio sembrasse una rissa fra ubriachi: il calcione dietro al ginocchio dato da Totti a Balotelli era clamoroso. Giornali e Tv commentano “adesso rischia di essere escluso dal mondiali”. E perché stupirsi? Forse anche qualche notte in guardina mica gli farebbe male.  A scanso di equivoci non perché io sia interista (non lo sono, del calcio non me ne frega niente) ma perché un comportamento da teppista simile è da delinquenti. Doppio delinquente al cubo perché non si tratta di un diseredato della terra con la scusante che non sa come metter insieme il pranzo con la cena, ma di uno dei professionisti più pagati del pianeta. Per giocare quella partita lì, probabilmente, ha portato a casa più quattrini di me in due o tre anni, in un anno guadagna più di quanto io o un normale essere umano in tutta la vita solo come calciatore, non parliamno dei compensi come testimonial di una nota casa di telefonia (che adesso avrà probabilmente qualche problema con i clienti interisti). E invece di giocare a calcio prende a calcioni un avversario. Ma è normale? Se facessi io una cosa del genere, mettiamo con un concorrente, come minimo finisco in galera. Probabilmente non lavoro più. Lui invece è popolarissimo. E probabilmnete imitato da giovani e giovanissimi suoi tifosi…

Ciliegina sulla torta, la crisi greca. Come se non avessimo capito che la situazione è un vero schifo, tutti i giornali a darci foto delle fiamme durante le manifestazioni ad Atene, purtroppo con tre morti fra cui una donna incinta. Ma di fondi che chiarsicano, per favore, cosa rischia effettivamente l’Italia in questa congiuntura e cosa possiamo fare noi cittadini per evitarlo (posto che si possa fare qualcosa) neanche l’ombra. Solo la solita spataffiata di quelli che dicono “tutto va ben, madama la marchesa” (filogovernativi tendenza kamikaze ) e quelli che “fra poco ci tocca anche a noi” (antigoverno, probabilmente non torto ma un po’ iettatori). Nel frattempo, credo sia chiaro a tutti, se qualcuno vi propone di acquistare titoli di Stato greci o portoghesi, meglio astenersi. Su quelli italiani e spagnoli, giudizio sospeso.

Ma non è un bel leggere. Né un bel vivere.


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