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I mercati finanziari e l’economia reale. Il mio miglior nemico.

Creato il 30 marzo 2012 da Investiresemplice

E’ vero, adoro Carlo Verdone. Io e mia sorella (mia sorella per davvero, non il titolo di uno dei suoi film…) siamo dei fan “sfegatati” e non ci siamo fino ad oggi, mai persi una delle opere del “Carlo nazionale”.  Siamo anche iscritti al suo fan club su internet :lol:

Uno dei suoi recenti film, il mio miglior nemico appunto, è senz’altro una delle pellicole che più apprezzo di quelle degli ultimi anni. Una sceneggiatura scritta per servire a Carlo Verdone, continui “assist” per  gags divertentissime, che ci regala interpretando Achille De Bellis, un borghese imprenditore alberghiero, a cui capita la sciagurata fatalità di mettersi contro un giovane, Silvio Muccino, che si vuole vendicare del licenziamento accaduto alla madre per mano proprio di  De Bellis.

Senza svelarti gli sviluppi della storia, magari non avessi ancora visto il film, nella seconda parte si dispiega una storia di amicizia tra i due che da, ad entarmbi,  l’opportunità di ri-costruire se stessi e di liberarsi da uno stile di vite che li vedeva prigionieri delle rispettive situazioni familiari.

Guradando quello che sta accadendo sui mercati azionari di quest’ultimo periodo, mi è parso calzare a pennello questo tema, ma magari a “tempi invertiti”. Cosa sto dicendo?

:shock:

Adesso provo a spiegartelo…

Antefatto:

1) Nel 2008, il fallimento di Lehman Brothers ha alzato il velo sull’enorme indebitamento del sistema bancario-fianziario fino a quel momento, sconosciuto dal mercato.

2) Gli stati, chi più chi meno, sono ricorsi alla “leva” del debito, per inondare il sistema finanziario di nuova liquidità mantenendo così sano e salvo, il settore bancario da ulteriori effetti a catena (tradotto: altri fallimenti).

3) L’enorme massa di denaro “pompata” nelle vene del malconcio sistema del “credito”, ha di fatto, trasferito il problema del debito, al piano superiore. Cioé le banche hanno passato il “cerino” agli stati sovrani.

4) Estate 2011. Gli stati sovrani, (non solo i periferici europei, tra cui il nostro amato “bel paese”, ma anche UK, USA e

Il mio miglior nemico
Francia) si sono ritrovati a fronteggiare una crisi di credibilità politica e di sostenibilità finanziaria del gigantesco indebitamento accolatosi, mai vista prima.

5) Fine 2011. Si sale ancora di un piano. L’ultimo. Intervengono i cosiddetti creditori di ultima istanza. Le banche centrali, quali FED, BCE, Banca d’Inghilterra, Giapponese e, ricordo, i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) si sono caricati sulle spalle il fardello del debito dei singoli stati in grande difficoltà. La Grecia per ora è salva. Noi, forse anche. La Spagna e Portogallo? mmm…ma si anche loro. Forse

:???:

Bene, dove siamo ora?

Il Nasdaq, il listino americano dei titoli tecnologici, la scorsa settimana ha superato i 3.100 punti per la prima volta dal novembre del 2000: anno passato alla storia per la grande bolla speculativa di Internet. Wall Street ha aggiornato il record dal maggio 2008: prima del crack di Lehman Brothers. Le Borse europee sono ancora sotto i massimi. Ma comunque rispetto ai minimi toccati lo scorso settembre hanno recuperato il 27%. Se le Borse fossero lo specchio del mondo, sarebbe lecito chiedersi: la crisi è finità? Le economie hanno intrapreso la via d’uscita di questa parentesi difficile? Perché questo grande recupero?

Ricordo a te che leggi che i mercati finanziari, quelli azionari e quelli obbligazionari, sono nati in origine con il fine di essere a sostegno dell’economia reale. Le aziende infatti, con proprie quote di partecipazione al capitale (azioni) e/o con emissione di titoli a reddito fisso (le obbligazioni che per le imprese sono “prestiti”) si potevano rivolgere ai privati, proprio per raccogliere denaro da utilizzare nella vita aziendale di ogni iniziativa economica. Questo a fianco delle banche le quali, ricordo pure anche qui, sono nate nel medioevo, per fungere da intermediari del credito. Tradotto: una parte dei depositi dei clienti, veniva impiegato per finanziare imprese e famiglie. Insomma come dire: il mercato finanziario e l’economia reale erano proprio due amici inseparabili!

:roll:

Eh il medioevo! Mi si accuserà di essere antiquato? forse.

Questa “amicizia” si è incrinata duramente negli ultimi decenni, con un progressivo “scollamento” tra la situazione ecomica reale, fatta di lavoratori, di aziende, di pagamenti e di prodotti, e il mondo finanziario, sempre più intenzionato a vivere in un’altra città, lontano dall’amico tradito che spesso è dovuto essere lui a soccorrere  il mondo della finanza. Anziché viceversa. E’ l’economia reale che ora, più che mai, deve sistemare i guai della finanza creativa, e delle società votate esclusivamente a “moltiplicare” i propri profitti con strumenti finanziari che non hanno alcun utilizzo nel mondo reale delle aziende.

Di norma i mercati azionari sono indicatori di quello che le economie faranno in futuro. Sono circa 6-9 mesi in anticipo. Se diamo un’occhiata ad alcuni dati ci sono dei segnali che vanno, ahinoi, nella direzione opposta di quella descritta dalle recenti performance:

- Pil USA del quarto trimestre 2011 cresciuto del 3% contro le stime del 3,2%.

- Spagna. Sembra che i nostri cugini iberici  abbiano una situazione ecomico finanziaria, critica e che l’UE dovrà rimettere ancora le mani al portafoglio. Mi ricordo di quando Zapatero sbeffeggiava il nostro Berlusconi che i suoi connazionali stessero meglio di noi italiani…vabbé, guerre tra “poveri”.

- il tasso di disoccupazione resta troppo elevato (dal 23% spagnolo al 9,20% italiano, all’8,3% Usa)

- La crisi greca non è finita: sembra necessario un altro interevento da parte degli Stati dell’UE, non solo dei privati. L’alternativa è come sempre il default. Altro debito sulle nostre teste insomma.

- L’incertezza politica continuerà anche al netto della Grecia: Tra aprile e maggio si terranno le elezioni in Grecia e Francia, infine a giugno il referendum in Irlanda sul Patto Fiscale.

Ecco, pur non avendo mai nascosto la mia allergia per le Cassandre, mi sembra che si stia ancora “tamponando” la falla enorme squarciatasi nel mondo finanziario, più che vedere idee chiare e azioni concrete volte a ridisegnare il sistema economico in modo sostenibile. E’ il grande interesse che nutro per questo settore di cui faccio parte  da 20 anni che mi porta ad osservare quotidianamente, con onestà intellettuale, l’evolversi di questo momento molto importante, che offre a tutti noi la grande opportunità di cambiare le regole, i principi e gli obiettivi che lo riguardano.

Se mi segui, sai che ritengo possibile e addirittura doveroso, godere della partecipazione al sistema finanziario da parte di un risparmiatore purché lo si approcci con preparazione, buonsenso ed equilibrio.

Ora però, la domanda semplice semplice che ti faccio è, come facciamo a ripianare questo gigantesco debito con le economie in contrazione?

Come può una famiglia, un’azienda, uno stato pagare i propri debiti se la propria principale fonte di ricavo viene ridotta o, in alcuni casi, quasi compromessa?

Non è forse che i mercati sono saliti come l’anno scorso, per effetto del fiume di liquidità ritornato disponibile per rientrare ed acqusitare, da parte degli investitori istituzionali, come le banche?

Il denaro iniettato nel sistema è arrivato realmente alle aziende? oppure è in atto un severo “credit crunch”?

Le economie sono così forti e in salute da ritenere che siamo saliti su un nuovo macro trend di medio lungo periodo come negli anni ’90?

Il mercato finanziario, forse ha bisogno di regole realmente nuove? non sta diventando per l’economia reale, il suo miglior nemico?

Tu cosa ne pensi?

ah intanto, anche se è rischioso che io mi esponga a fare previsioni, ti do un consiglio:

Avvicinati…

Anche se hai un profilo adeguato ad investire in azioni, in questo periodo cerca di mantenere il tuo portafoglio al 30%-50%  in strumenti che possano essere “convertiti” sull’azionario. Qualora nei prossimi mesi si assista ad un calo, o ad una forte riduzione dei livelli di borsa, o ad un eventuale crollo estivo, potrai infatti avvantaggiartene.

Questo è il presupposto per ritrovarsi con degli extra rendimenti, quando l’economia sarà uscita dalla crisi. Avrai comprato a “saldo”.

Se invece, come spero, mi sbagliassi e le economie reggeranno agli stress politico-finanziari di questa fase di “passaggio”, avrai comunque guadagnato sulla parte che hai lasciato allocata sull’azionario. Meno, ma avrai guadagnato e sarai passato indenne da eventuali temporali primaverili…o estivi.

Adesso per favore dimmi cosa ne pensi tu. Ciao

 


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