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I migliori film del 2014

Creato il 12 febbraio 2015 da Nasreen @SognandoLeggend

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le pellicole che – dicono – stanno sbancando al botteghino

I migliori film del 2014

La classifica di SognandoLeggendo

a cura di Jacopo Giunchi

La notte degli Oscar si avvicina e anche noi di SognandoLeggendo abbiamo deciso di proporvi la nostra top10 delle pellicole uscite lo scorso anno. A scanso di equivoci, ricordiamo che la classifica si riferisce ai film usciti in sala, in Italia, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2014. Bando alle ciance e partiamo con i titoli, in ordine crescente di gradimento:

10. Map to the Stars (David Cronenberg)

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L’ultima prova del regista canadese è una pellicola densa di contenuti che racconta la deflagrazione del sistema hollywoodiano. Tra ossessioni, perversioni e incomprensioni, le personalità del jet set vengono cinicamente denudate, mostrandone la  meschinità e la forsennata, quanto vana, ricerca di espiazione. Lontano dalla violenza visiva dei suoi film “classici”, in Map to the Stars Cronenberg perviene a una visione fredda e disincantata dove la violenza è nascosta all’occhio, ma è implicita nella psicologia dei personaggi.

 

9. The Congress (Ari Folman)

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Dall’autore di Valzer con Bashir, un film che mescola felicemente animazione e live action, in una profetica prefigurazione del cinema post-umano. Un’attrice in declino (Robin Wright, interprete di sé stessa) decide di risolvere i propi problemi economici vendendo la sua immagine ad una futuristica casa di produzione, che ne farà un simulacro virtuale da sfruttare a propio piacimento, senza la necessità di ricorrere all’attrice reale. Balzando ulteriormente in avanti nel tempo, il film ci mostra un futuro lisergico in cui l’identità individuale si perde in un caleidoscopico mondo di avatar bislacchi e immagini mutevoli. Su questo sfondo la protagonista intraprende un coraggioso viaggio alla ricerca del figlio, unico appiglio certo di una realtà ormai priva di qualsiasi punto di riferimento.

 

8. The LEGO Movie (Phil Lord e Chris Miller)

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Il titolo più atipico che ho inserito, difficilmente lo vedrete in altre top10. Film frizzante e divertente, costellato di scene d’azione iperdinamiche che trasudano ironia post-moderna, post-umana, post-tutto. Il genio di Lord e Miller (21 Jump Street, Piovono polpette) utilizza in modo creativo questa spudorata operazione di branding sul famoso gioco di costruzioni, per fare della decostruzione la loro cifra stilistica: gli emblemi della cultura pop vengono desacralizzati uno ad uno e rifrullati assieme, grazie a un gioco ricombinante che perviene a una creazione fresca e originale, all’interno di una stilizzazione ludica che affonda le radici in un immaginario infantile multigenerazionale. The LEGO Movie, inoltre, non è solamente fatto di scanzonata ironia, ma tocca argomenti come l’alienazione dell’individuo, i rapporti intergenerazionali, l’inibizione dell’espressione artistica, i pericoli del conformismo e l’altrettanto pericolosa aberrazione anticonformista. Un’opera che dimostra come anche la produzione più smaccatamente commerciale possa raggiungere dignità artistica. È meraviglioso.

 

7. I Guardiani della Galassia (James Gunn)

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Ennesimo franchise dei Marvel Studios, che tentano in maniera esplicita la carta dell’autoironia supereroistica. Il pirata spaziale Quill è braccato dai potenti dell’universo che vogliono mettere le mani sull’Orb, un potentissimo manufatto da lui rubato. Durante le sue peripezie, si uniranno a lui una verdeggiante assassina aliena, un muscoloso galeotto interstellare e due cacciatori di taglie mutanti dalle sembianze di una pianta e di un procione antropomorfi. Effetti speciali ai massimi livelli, azione e comicità assicurano la godibilità di questo cinecomic. Peccato per il doppiaggio italiano, che non riesce a rendere al meglio alcune gag. Attenzione al procione: ve ne infatuerete irrimediabilmente!

 

6. Interstellar (Christopher Nolan)

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Il film più atteso dell’anno, che probabilmente non ha convinto del tutto, ma nemmeno deluso, inserendosi agevolmente fra i migliori. La Terra sta diventando un luogo inospitale e Matthew McCounaghey è chiamato a intraprendere un viaggio attraverso un passaggio interstellare per trovare un nuovo pianeta abitabile. Christopher Nolan sfrutta gli effetti della relatività per imbastire una interessante riflessione sul tempo, trainata dalla musica enfatica e dall’ipertrofia narrativa tipiche del suo stile. Un hard sci-fi che raggiunge momenti sublimi grazie alla magia del montaggio nolaniano e la poesia dell’organo di Zimmer. Probabilmente perde molto se visto in home video, ma se ne consiglia comunque la visione.

 

5. Il capitale umano (Paolo Virzì)

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Miglior film italiano, frutto del sorprendente percorso di maturazione compiuto da Virzì negli ultimi anni. Un mortale incidente stradale sconvolge la vita della Brianza, intrecciando le storie di numerosi personaggi, che coprono l’intero spettro delle classi sociali. Un melodramma sofisticato, che affronta le realtà dell’Italia neocapitalista da una punto di vista interno ai nuclei familiari. Costruzione multistrand di gusto hollywoodiano, fatta di frequenti cambi di prospettiva che restituiscono una visione esaustiva della vicenda. Sceneggiatura complessa ed elegante che fa venire tutti i nodi al pettine, sebbene non riesca a trascendere il provincialismo di fondo. Regia manierata ed efficace, pur con qualche sporadica caduta di tono.

 

4. L’amore bugiardo – Gone Girl (David Fincher)

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Difficile parlare di questo film senza spoiler, si tratta di un’opera a metà strada tra il thriller e la commedia grottesca. Una storia che prende avvio dalla scomparsa (o presunta morte) di una donna per diventare una fosca indagine a ritroso della vita coniugale, con colpi di scena multipli che scuotono energicamente la narrazione. Fincher, con la consueta maestria, dirige con sguardo composto, ma sempre flemmatico, dischiudendo un disorientante universo di emozioni. Il tema portante della pellicola è la finzione: la finzione dei media, la finzione del matrimonio, la finzione che l’individuo perpetua, sempre, nei confronti della società e del propio ego. Squisite intuizioni registiche ed echi hitchcockiani rendono questo lungometraggio un vero gioiello di grazia formale. Ottima Rosamund Pike (che avevamo già apprezzato in Orgoglio e Pregiudizio) a cui viene finalmente affidato un ruolo di rilievo, con possibile consacrazione agli Oscar, dove è in lizza tra le migliori attrici protagoniste.

 

3. The wolf of Wall Street (Martin Scorsese)

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Avevamo già parlato di The wolf of Wall Street alla sua uscita e lo ritroviamo nel podio dei migliori. Biopic sulla vita di Jordan Belfort, giovane broker che salì alla ribalta nel mondo della finanza di fine anni ’80. Leonardo Di Caprio interpreta con aplomb questo personaggio, che segue una parabola tipicamente scorsesiana, tra droghe, frodi ed eccessi di ogni tipo. Film piuttosto lungo e lineare, meticoloso nel ricostruire gli avvenimenti e nel descrivere i personaggi. Martin Scorsese ci restituisce la sua personale visione di quegli anni, polemica verso lo yuppismo dilagante e i pericolosi giochi della finanza, ma sempre comprensiva verso i singoli casi umani. L’ennesimo trionfo di un maestro della vecchia guardia che continua a sfornare ottime pellicole.

 

2. Disconnect (Henry Alex Rubin)

disconnect
Ho premiato questo film per la freschezza dei contenuti, e forse “invecchierà male” rispetto agli altri, visto il suo stretto legame con l’attualità. Nonostante ciò, dopo ben due anni (è arrivato in Italia piuttosto in ritardo) raffigura ancora lucidamente l’impatto della tecnologia sulle relazioni interpersonali. Disconnect racconta tre storie che si sfiorano l’un l’altra senza mai compenetrarsi, mostra persone che si cercano senza trovarsi, dipinge una realtà che cerca di darsi un senso, senza riuscire a darselo. Non si tratta, come potrebbe apparire, di un istant-movie sensazionalistico sui fenomeni più appariscenti del momento, ma di una seria riflessione sulle identità sociali che gli individui creano per interagire con gli altri: non a caso uno dei nuclei narrativi riguarda propio un furto d’identità, parossistico crimine del nostro tempo. Ci creiamo un immagine ad hoc per ogni contesto: con il partner, con i figli, coi colleghi, coi compagni di scuola; chat, webcam e social network non fanno che rendere più semplice l’istintuale pratica di mostrare certe cose a taluni e nasconderne certune ad altri. Un film che arriva con forza e lascia il segno, grazie all’ottimo impianto drammatizzante in cui sono inquadrate le tematiche.

 

1. Lei (Spike Jonze)

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Grande prova di Spike Jonze, che ci aveva già regalato pellicole stupende, ma aiutato dalle sceneggiature di Kauffman; in questo film si scrive da solo la sceneggiatura, che gli è valsa un Oscar agli ultimi Academy Awards. Il film parla di un uomo (Joaquin Phoenix) che trova soddisfazione in una relazione con un’avveniristica intelligenza artificiale. Ritmi lenti e un futuro dal design retrò, per questo lungometraggio sempre incollato al volto del protagonista. Non mi dilungo sui dettagli per non rovinare la visione, basti dire che si tratta di una storia d’amore delicatissima che arriva a toccare temi filosofici ed esistenziali, supportata da grandi dialoghi e un’ottima prova attoriale. Il migliore dell’anno.

 

Per quest’anno è tutto. Purtroppo molti dei film qui proposti non sono stati recensiti, se tra questi ce n’è qualcuno che vorreste vedere recensito esaustivamente, scrivetelo nei commenti e vedremo di recuperarlo.

– Jacopo Giunchi


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