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I Nets e le loro ambizioni

Creato il 16 giugno 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Jason Kidd ritorna ai Nets, ma a differenza del 2001, questa volta guiderà la squadra da bordocampo. A sole due settimane dal suo ritiro Mr Triple Double diventa il nuovo head coach della franchigia di Brooklyn per la gioia del proprietario miliardario Prokhorov:

Lui rappresenta il fuoco di cui abbiamo bisogno, ha lo status giusto per poter prendere in mano una squadra ambiziosa come la nostra.”

La notizia ha suscitato stupore e allettato la fantasia degli addetti, ma sarà la scelta giusta? Sicuramente Kidd porta entusiasmo sia in campo che fuori, ma date le ambizioni dei Nets non sarà una mossa troppo azzardata? Sicuramente giocare e allenare sono due mondi completamente diversi, ma soffermiamoci per un attimo su chi è Jason Kidd: a detta di molti il più forte playmaker dell’ultimo decennio, terzo per numero di triple doppie realizzate in carriera, grandissimo conoscitore del gioco dotato di una leadership come pochi, grande professionista sia dentro che fuori dal campo. Insomma i requisiti per diventare un ottimo allenatore ci sono tutti se non che forse ci vorrà del tempo, mentre i Nets sono costruiti soprattuto per avere un presente.

Dalle prime impressioni sembra che la fiducia intorno a Kidd sia tanta e che sia considerato l’uomo giusto per portare i Nets dove egli stesso li ha condotti nel 2002 e nel 2003, ovvero alle NBA Finals, magari con un esito diverso, ma per far si che ciò accada c’è ancora molto da lavorare ed è ciò che dovrà fare il GM Billy King quest’estate, perchè l’allenatore è fondamentale, ma di più lo sono i giocaori. I Nets hanno una buona squadra e lo dimostra il gran salto di qualità che hanno fatto negli ultimi 12 mesi, anche se nel fare ciò molti, anche troppi, soldi sono stati spesi: sono terzi nella Lega per monte stipendi con oltre 83 milioni, ben oltre la soglia dei 70 milioni della luxury tax. Ciò è dovuto in parte ai super contratti che sono stati firmati per portare giocatori del calibro di Joe Johnson e Deron Williams alla corte di Prokhorov, ma anche a qualche scelta discutibile.

Cosa fare quindi per cancellare l’uscita deludente al primo turno di playoff contro i Bulls? Innanzitutto non dovranno stravolgere nuovamente il roster con una nuova rivoluzione ma continuare con il progetto focalizzandosi su 3 punti: mantenere una panchina competitiva e completa, come si è rivelata quest’anno, e in tal senso diventerà importante riuscire a far rinnovare Andray Blatche dopo che CJ Watson è diventato free agent; inoltre con la 22esima scelta del Draft per portare un giovane di prospettiva, ma anche capace di fornire un contibuto fin da subito (i rumors dicono l’ala russa Sergey Karasev o il centro Jeff Whitney).

Altra cosa importante sarà quella di liberarsi del contrattone da 12 milioni di dollari di Kris Humphries, che già nella passata stagione non sembrava rientrare nei piani della società; la sua cessione potrebbe liberare un po’ di spazio salariale e far arrivare magari un giocatore più utile. E poi ci sono gli europei: Teletovic, Shengelia e Bogdanovic hanno un buon potenziale che dovrà essere sfruttato per allungare la panchina e aiutare i vari Lopez, Williams e Johnson ad avere meno pressione addosso.


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