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I No TAP fanno nomi di ex PD e SEL assunti da TAP

Creato il 06 aprile 2015 da Allocco @allocco_info

Sulla questione del gasdotto TAP le parti in causa si “beccano” a colpi di tweet ed è ormai costante la presenza diMichele Emiliano in questo “cinguettio” quotidiano. Emiliano ha espresso opinione favorevole al progetto TAP, ma contrarietà all’approdo a San Foca, senza indicare quale potrebbe essere un sito alternativo, peraltro. Anzi, per lui due gasdotti sono meglio di uno nel Salento. Evidentemente ha dimenticato il progetto abbandonato del rigassificatore di Brindisi. Magari non c’è 2 senza 3.

Ma la questione che sta sorgendo al momento è un’altra. L’ex Sindaco di Bari, infatti, nei giorni scorsi era andato giù duro nel commentare un increscioso episodio che riguarda il segretario (ora dimissionario) del PD di Melendugno, la cui moglie era stata assunta da TAP. “Ho chiesto al segretario Pd di Melendugno di dimettersi dopo aver appreso che sua moglie è stata assunta da consorzio Tap. Devono vergognarsi”, aveva twittato.

Con questa esternazione ha però scoperchiato il vaso di Pandora, dando l’occasione agli attivisti del Comitato No TAPdi fare una serie di nomi di uomini del PD, SEL e altri partiti di sinistra legati alla multinazionale del gasdotto. “Quando vuole le facciamo un elenco completo di coloro che nel PD mangiano con TAP”, aveva scritto Graziano Petrachi, uno dei portavoce del Comitato No TAP. Il Comitato ha anche accusato TAP di trattare “istituzioni e partiti come negozi dove fare la spesa”, riferendosi anche al caso di Ernesto Somma, numero due di TAP, che dalla Regione aveva ricevuto un incarico come esperto progetti d’interesse comune fra Italia e Albania, tra i quali il gasdotto TAP.

In un lungo un botta e risposta su twitter, gli attivisti No TAP fanno altri nomi e ne chiedono conto all’ex Sindaco di Bari. Si fa il nome di Marco Lancieri, dello studio legale Nextlaw, candidato nel 2009 nella lista “Sinistra per Bari”, collegata ad Emiliano, che ha ricevuto negli ultimi anni diversi incarichi professionali da parte della Regione, e che fa parte dello staff di avvocati che ha difeso TAP contro la Regione, nel ricorso davanti al TAR Lazio sull’applicazione della normativa Seveso.

Il Comitato ha tirato fuori anche il nome di Luigi Quaranta, che nel 2009 era candidato al Consiglio comunale di Bari proprio nella lista per Emiliano Sindaco, ed oggi è responsabile dell’ufficio stampa di TAP (più precisamente “Senior Media Advisor” per Trans Adriatic Pipeline AG Italy), tesserato PD e presidente di CLAAI Puglia.

Anche sul suo incarico nel CLAAI, peraltro, il Comitato No TAP ha sollevato una questione. “Ci piacerebbe sapere con quale bando e criterio TAP‬ ha scelto il presidente CLAAI. Oltre Luigi Quaranta quante persone qualificate hanno presentato richiesta?”, ha scritto in un post su facebook.

Chiedono “correttezza e trasparenza”. “Non trova comunque strano – chiede Graziano Petrachi – che i ruoli principali TAP siano ricoperti da “ex” Sel e PD? Quaranta, Lancieri, Clarizio, Cantobelli, la moglie segretario cittadino coincidenze?”.

“Quaranta non è più del pd e non ha mai avuto ruoli dirigenziali”, risponde Michele Emiliano, scatenando la reazione del diretto interessato.

Luigi Quaranta

“Apprendo da alcuni tweet di Michele Emiliano di non fare più parte del Partito Democratico e che comunque ne dovrei essere allontanato in ragione del mio rapporto di lavoro con la TAP”, risponde Luigi Quaranta in un comunicato.

“Secondo Emiliano – aggiunge – ci sarebbe dunque incompatibilità tra la adesione (non l’esercizio di funzioni dirigenti) a un partito e il lavoro in un’azienda privata (al momento, però, solo in TAP: non risultano né tweet né più formali prese di posizione nei confronti dei tanti iscritti al Pd che lavorano in aziende private, anche in rapporto di affari con gli enti pubblici e perfino quando questi rapporti non sono propriamente specchiati)”.

Il senior media advisor di TAP a questo punto lancia accuse al candidato Governatore.

“Già il concreto merito della presunta causa di incompatibilità – scrive – appare singolare: l’Emiliano che cinguetta amabilmente su Twitter con NoTap e grillini dovrebbe forse interrogarsi sulla SUA incompatibilità con le posizioni più volte apertamente espresse a sostegno del progetto di TAP dal segretario nazionale e presidente del consiglio Matteo Renzi, da ministri, viceministri, sottosegretari, parlamentari e consiglieri regionali del Pd; e magari anche sciogliere l’insanabile – nella sua logica – contraddizione di avvalersi per la campagna elettorale dei servizi della stessa azienda di comunicazione che collabora con Tap”.

Ma i tweet di Emiliano sul mio conto – rincara la dose – rivelano qualcosa di assai più grave riguardo alla sua idea (populista e autoritaria) di democrazia, tradiscono per l’ennesima volta la sua convinzione (che lo accomuna a Berlusconi e a Grillo) di poter disporre via social media delle idee, delle passioni, della vita delle persone, la sua concezione proprietaria del partito, il considerare “cosa sua” quella che è e resta la più grande comunità italiana di donne e uomini “liberamente associati – ai sensi dell’art. 49 della Costituzione – per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
Idee, attitudini e comportamenti che dimostrano la sua totale inadeguatezza a ricoprire l’incarico di segretario regionale del Pd e gettano pesanti ombre sul modo in cui eserciterà la massima funzione di governo della Puglia, se mai dovesse essere eletto. E la dicono infine lunga sul conto in cui tiene valori come l’amicizia e la lealtà”.

Quaranta quindi conclude annunciando la richiesta di provvedimenti agli organi regionali e nazionali del Partito Democratico. “Per quel che mi riguarda ho chiesto agli organi di garanzia del partito (al presidente nazionale Matteo Orfini, e alle Commissioni nazionale e regionale di garanzia e, per conoscenza al segretario nazionale Renzi e a quello del mio circolo) di tutelare la mia onorabilità e i miei diritti di iscritto (fin dalla fondazione, con puntuale rinnovo annuale della tessera) così come definiti dalla Costituzione e dallo Statuto e dal Codice Etico del Pd. Per quel che riguarda il Pd e la Puglia invece, non posso che appellarmi alla reazione delle donne e degli uomini per bene di questo partito e di questa regione contro questa slealtà e questa arroganza”.

Marcello Greco

da Tagpress.it

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