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I nostri fratelli musulmani

Creato il 05 dicembre 2011 da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg

I nostri fratelli musulmani
I Fratelli Musulmani, a quanto si apprende, avrebbero vinto la prima tornata delle prime elezioni democratiche in Egitto dopo la caduta del rais Hosni Mubarak. La Fratellanza rivendica la rinascita dell'Islam, vede l'occidentalizzazione come un problema e sarebbe favorevole alla sharia, più o meno come El Nour la formazione salafita che si è piazzata seconda.
Tuttavia numerosi cambiamenti sono in corso d'opera nel mondo arabo. In Egitto, in Nord Africa e anche in Medio Oriente le cose stanno cambiando. Qualche raìs è già trapassato (Gheddafi), altri son stati deposti e non se la passano benissimo (Mubarak e Ben Alì) altri continuano a trucidare
la propria dissidenza interna confidando nell'eternità di quel potere assoluto su cui basano il proprio regno (Assad).
Il desiderio sincero di tanti cittadini del Cairo, di Damasco, di Tunisi, è racchiuso nella parola democrazia.
Ho letto pochi mesi fa il bel libretto di Tahar Ben Jelloun "La rivoluzione dei gelsomini", e le pagine che raccontano l'uccisione in un commissariato di polizia di Sayed Bylal  "un uomo semplice, povero, un cittadino qualunque", con la fedina penale pulita, un lavoratore, un uomo pio.
Una sera Sayed viene convocato dalla polizia di Alessandria, la sua città e con la calma dei giusti si presenta davanti i suoi aguzzini rispondendo alle domande che via via gli vengono poste. Finisce il primo interrogatorio e Sayed viene portato nei sotterranei, il luogo dove detenuti, sospettati o innocenti come lui vengono torturati.
"Cosa facevi sabato scorso a mezzanotte?" gli chiede un poliziotto "Dormivo a casa mia." risponde Sayed prima di beccarsi il primo ceffone.
La domanda gli viene ripetuta e in quel momento gli si dice che qualcuno l'ha visto, nella notte di sabato, aggirarsi nei pressi della Chiesa dei Due Santi, sede di un attentato che ha causato la morte di 23 persone.
Sayed risponde che lui "in quanto musulmano non uccide gli esseri umani", riconosce di essere salafita, ma essere salafita non vuol dire essere un terrorista, tanto più che la sua religione gli impone di rispettare alla lettera il messaggio divino e non sta scritto da nessuna parte nel Corano che si devono mettere delle bombe vicino a moschee o chiese e uccidere persone innocenti.
Gli aguzzini si accaniscono contro il malcapitato perché a loro serve assolutamente una confessione, è evidente che hanno sbagliato, ma a questo punto il livello della tortura diventa incessante proprio per estorcere una maledetta confessione e chiudere il caso con un colpevole reo confesso.
Sayed muore a causa delle torture la notte stessa, il suo corpo viene deposto con i documenti davanti all'ospedale, ma prima che la famiglia lo sappia la polizia arresta il fratello Ibrahim, con l'obiettivo infame di ottenere il silenzio della famiglia se non vuole anche Ibrahim morto ammazzato.
"Essere un cittadino qualunque - dice Jelloun - senza precedenti alle spalle, può rivelarsi pericoloso. Vuol dire che sei un uomo solo. Che dietro di te non c'è un partito politico, ne' un sindacato ne' un giornale, ne' un'istituzione. Preda ideale per la polizia."
Dallo sdegno popolare per questi eventi sono nate le proteste in Egitto, con una richiesta sempre più forte di libertà, democrazia e di riconoscimento dell'individualità (da quelle parti si viene rispettati per l'appartenenza a una famiglia o gruppo).
Ma cosa c'entrano queste rivendicazioni e l'imponente movimento di massa popolare che si è creato con il risultato elettorale? E' evidente che la struttura politica territoriale semiclandestina ma estesa dei Fratelli musulmani ha fatto la differenza, il fatto di essere visti da parte della popolazione come dei martiri che hanno sofferto le umiliazioni del regime può essere stato decisivo, ma cosa c'entra con la Rivoluzione Araba? I Fratelli Musulmani hanno sfruttato con intelligente attesa il decretarsi di un vuoto e ci si sono infilati, evitando fino all'ultimo momento proclami "pericolosi" che destassero preoccupazione soprattutto fuori dai propri confini. E ora eccoli lì.
Secondo Jelloun anche i Fratelli Musulmani dovranno fare i conti con il movimento se e quando andranno al potere, sta di fatto che gli uccellacci, più propriamente i falchi ,del malaugurio che dicevano "Vedete che dopo i dittatori torneranno i fondamentalisti" sembrano aver ragione.
Una ragione subdola e strumentale alla loro visione della questione palestinese e più in generale dei conflitti medio-orientali.
Credo invece che quando le masse cominciano a pensare di voler contare di più e dimostrano di essere pronte a tutto pur di raggiungere una condizione negata, quel processo lento e pieno di difficoltà che porta al raggiungimento dei diritti negati è inarrestabile. Sono con Jelloun a pensare che anche i Fratelli Musulmani dovranno fare i conti con questa richiesta di cambiamento, pena il loro ritorno a frangia marginale dello scacchiere socio-politico della recente storia egiziana.
Il movimento è sceso in piazza e ha lottato contro uno stato di polizia crudele ed organizzato, non voglio pensare che si fermerà proprio adesso.


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