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I, Pet Goat II

Da Straker
I, Pet Goat II
I, Pet Goat II è una produzione animata del 2012, scritta, diretta e prodotta dal canadese Louis Lefebvre. Il cortometraggio è una sorta di satira nei confronti della politica statunitense, in particolare dei presidenti-fantocci George W. Bush e Barack Obama (Barry Soetoro), con venature di teologia biblica e reminiscenze egizie in un milieu post-apocalittico.
Il titolo è un riferimento a The Pet Goat, il libro per bambini che George Walker Bush junior, il delinquente scemo, era intento a “leggere” (sottosopra) alla Emma Booker School di Sarasota (Florida), mentre i servizi segreti internazionali distruggevano le Torri gemelle il giorno 11 settembre 2001.
I, Pet Goat II fu presentato il 24 giugno 2012, data significativa… Enucleare tutti i simboli criptati nella pellicola sarebbe esercizio improbo e, alla fine, ozioso. Il corto è, infatti, una summa degli emblemi disseminati nella cultura underground e dintorni, riferibile al mefitico sottosuolo della cosiddetta cospirazione.
I, Pet Goat IISebbene il lavoro sia ineccepibile da un punto di vista grafico e formale, ha alcunché di sgradevole e disturbante. Si comprende presto che, quantunque Lefebvre sembri denunciare l’operato delle élites, ne avalla le più laide depravazioni. E’ vero che il giorno 11 settembre è una data simbolo, una data portale, spartiacque tra due età, tra l’era contemporanea e quella successiva, l’ultima, dominata dalla menzogna e dall’abbrutimento del genere umano. E’ vero che il Male orchestra piani diabolici, ma il regista canadese insinua in ogni dove messaggi ambigui e torbidi, soprattutto attraverso il Cristo, invero il falso Messia che, ritto su un’imbarcazione egizia, solca un fiume sino ad una meta “solare”. Questa figura imbambolata, catalettica è insopportabile ed è arduo spiegare come qualcuno possa avervi riconosciuto l’immagine di un Avatar.
Siamo al cospetto di una creazione simile alle carte degli “Illuminati” o agli affreschi che “abbelliscono” l’aeroporto di Denver: I, Pet Goat è una subdola sceneggiatura degli avvenimenti prossimi venturi, con tanto di Terza guerra mondiale tra Russia ed Occidente. L’allusione più inquietante concerne lo stato delle nuove generazioni ormai svuotate ed eterodirette. I bambini sono i capri espiatori (goat, capro) di un destino che pare non lasciare scampo.
Lo Zeitgeist accomuna le teste-guscio del cartone alle teste-uovo dell’artista Tim Cantor, insieme con altri motivi iconografici in bilico tra visioni acide ed incubi post-atomici.
La luce rutilante verso cui si dirige il falso Messia non è il Sole, ma l'imboccatura dell’Inferno.
Qui un’esegesi della produzione.

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