Magazine Società

I politici non devono fare gli…industriali…o..sì..? Ed in caso contrario…?

Creato il 05 ottobre 2011 da Gianpaolotorres

I politici non devono fare gli…industriali…o..sì..? Ed in caso contrario…?

Un’ Alfa GTA del Gruppo IRI dinanzi ad una Porsche,Monza, 1964-66 circa.

+++

Non chiedetemi perché,ma se vi facesse piacere dare un’occhiata su Internet a quanti impianti di assemblaggio abbia in Europa la Ford Motor Co. ne rimarreste stupiti.

Ce ne sono anche in Germania, che è la tana del lupo delle lavorazioni metallurgiche e di automobili ad alto livello,con una paga operaia che non credo sia inferiore a quella del nostro paese.

Poi mi domando come la Toyota che possedevo, fosse stata fabbricata in Francia.

E da noi, come mai non viene mai nessuno?…

+++

Ero un appassionato di gare automobilistiche da ragazzotto,ed iniziarono a fine anni ’60 i vari Challenges Europei Turismo che erano delle gran belle corse ed attraevano un sacco di pubblico.

Nelle classi piccole dominavano le Abarth derivate dalla 600 Fiat,in quelle superiori c’era lotta tra Ford Cortina Lotus,Porsche ed Alfa Romeo,Mini Coopers,Lancia HF e quanti altri.

All’inizio una 2+2 era considerata un’auto da turismo,così la Porsche che era una Gran Turismo da 2 mila cc,correva contro le Alfa 1600.

I politici non devono fare gli…industriali…o..sì..? Ed in caso contrario…?

L’Alfa era preparata bene pur essendo proprietà di un’industria parastatale…

…ma non si doveva dirlo ad alta voce..ufficialmente se ne occupavano il ing.Carlo Chiti ex Ferrari,con l’ing.Chizzola,nei paraggi di Udine, all’Autodelta,sotto forma di ditta privata. 

Preparavano auto per le corse,derivate dalla Giulia GT e costruivano dei coupè a telaio tubolare in collaborazione con la carrozzeria Zagato,sempre motorizzati Alfa Romeo.

Fecero stragi di vittorie per anni.

Date solo un’occhiata come i piloti dell’Alfa GTA (Alleggerita) aggredissero una vecchia chicane del rettilineo di Monza per congiungersi alla pista sopraelevata,10 kilometri di circuito per 4 ore di corsa.

+++

I politici non devono fare gli…industriali…o..sì..? Ed in caso contrario…?

Osservate che pacchettino di tigri..scatenate..

+++

I politici non devono fare gli…industriali…o..sì..? Ed in caso contrario…?

+++

I politici non devono fare gli…industriali…o..sì..? Ed in caso contrario…?

e qui salivano.. aggredendo la sopraelevata costruita per la vecchia 500 miglia di Monza,corsa tipo Indianapolis,di fine anni ’50.

+++

I politici non devono fare gli…industriali…o..sì..? Ed in caso contrario…?

ed ecco il coupè con telaio tubolare, l’Alfa TZ2, in occasione di una 1000km per prototipi e Gt.

+++

I politici non devono fare gli…industriali…o..sì..? Ed in caso contrario…?

…non mancavano le squadre inglesi,c’erano due Mini Cooper S,che volavano…una condotta da John Fitzpatrick e l’altra da John Neal,li ricordo a memoria…

+++

I politici non devono fare gli…industriali…o..sì..? Ed in caso contrario…?

+++

I politici non devono fare gli…industriali…o..sì..? Ed in caso contrario…?

ed ecco le famose Abarth,nei due modelli,1000 ed 850,cambiava solo il colore del tettuccio…corsa del mattino.

+++

I politici non devono fare gli…industriali…o..sì..? Ed in caso contrario…?

Gli ingg.Chiti e Chizzola

Cosa è rimasto di tutto questo capolavoro di ingegneria meccanica?

 …il progresso tecnico… quello sicuro,sì.

+++

L’Alfa Romeo dell’IRI,che era ad un livello di prestazioni molto elevato per l’epoca,continuò a correre ancora per alcuni anni vincendo gare prototipi ogni dove,grazie anche agli sforzi dell’ing.Luraghi,poi ci misero forse, il naso dentro.. in troppi.

Non appena anche la formula 1 di loro costruzione sorpassò una Ferrari in qualche rettilineo,fece forse indispettire più che non gioire,ed il reparto Corse chiuse bottega.

Ma già da prima,quando l’Autodelta oramai era a Milano,ed integrata all’Alfa, c’erano state delle avvisaglie con le forze sindacali,e non era raro per sentito dire,essere al corrente che alcuni operai del reparto Corse scioperassero nella settimana prima di una gara,ed alcuni piloti,in vece loro,si prestassero a terminare la preparazione delle auto.

+++

Di beghe è pieno il mondo,e chi abbia avuto ragione non si sà.E’ una storia vecchia ormai.Se volete leggere quanto riportato sotto,c’è da meravigliarsi,ma non da stupirsi,perchè ognuno ha un modo di vedere le cose diverso da un altro.

+++

“Il vecchio Henry Ford diceva: quando passa un’ Alfa io mi tolgo il cappello.

QUELLA FABBRICA SENZA SPERANZA IMPOSTA DA UN GRUPPO DI POLITICI

Intervista di Repubblica del 24 Maggio 1986 all’ing.Luraghi,trovata su Quattroruote Forum.

Repubblica — 24 maggio 1986 pagina 45 sezione: ECONOMIA
ABANO – “Il vecchio Henry Ford diceva: quando passa un’ Alfa io mi tolgo il cappello. Adesso è l’ Alfa che si toglie il cappello di fronte alla Ford. E’ una grande vergogna. Io mi sento amareggiato, umiliato. C’ è una cultura operaia, una cultura tecnica e manageriale che ha dato tutto all’ Alfa Romeo. E ora la vendono al migliore offerente. Se siamo al meretricio, Ford è un buon cliente”. Giuseppe Luraghi è ad Abano per i fanghi: un po’ di reumatismi, ma è il Luraghi di sempre, concreto, razionale, chiaro, lo stesso che fece la fortuna dell’ Alfa Romeo fino al 1973, quando, per giusto compenso partitocratico, fu messo alla porta dai politici che non avevano bisogno di imprenditori, ma di servitori. “Leggo ogni tanto che il tale è stato mandato in prigione per un furto di qualche milione. E allora con questi che si dovrebbe fare? Fucilarli?”. Questi chi, ingegnere? “Questi politici che hanno fatto perdere all’ Alfa migliaia di miliardi”. Ma chi di preciso? “Vuole qualche nome? Carlo Donat Cattin, nel 1973 ministro del Lavoro, l’ altro ministro alle Partecipazioni statali Gullotti, l’ onorevole De Mita che voleva ad ogni costo una fabbrica Alfa ad Avellino, i dirigenti dell’ Iri di allora Petrilli e Medugno. Son tutti nomi che ho fatto, cose che ho scritto senza che succedesse alcuno scandalo. Del resto non sono tutti impuniti i responsabili dello sperpero di Gioia Tauro?”. Chi sa ingegnere, repetita juvant, dicono. “Si era nel 1973, la vendita delle Alfa andava in crescendo, lo stabilimento di Arese cominciava a starci stretto. Ampliarlo? No, i danni della immigrazione erano già troppo forti. Conveniva fare uno stabilimento al Sud. C’ era l’ area di Pomigliano già fornita di servizi e infrastrutture. Lavorammo come pazzi, in tre anni furono pronti gli stabilimenti e quel gioiello d’ auto che era l’ Alfasud. Eravamo riusciti perfino a preparare il personale usando tutti i centri di addestramento e riqualificazione tra Napoli e Caserta. Insomma avevamo pronti i tubisti, i meccanici, gli elettricisti, eccetera. Stiamo per assumerli quando Donat Cattin blocca tutto. Le assunzioni, dice, le fanno gli uffici di collocamento. Roba da pazzi! Ci mandano pregiudicati, ammalati, gente che abita a cento chilometri da Pomigliano. Non importa, vogliamo partire egualmente, rifaremo la preparazione del personale, ma ecco arrivare il nuovo altolà di Gullotti: “Se non si fa anche uno stabilimento ad Avellino l’ operazione è sospesa”. Scusi ingegnere, negli anni passati ne abbiamo viste di cotte e di crude, ma il 1973 non era l’ anno della crisi petrolifera? e questi politici pretendevano una nuova fabbrica d’ automobile come si trattasse di un’ edicola per giornali o di una licenza per ortolano?. “Nell’ Italia politica di allora – quella di oggi per fortuna non la frequento – c’ era un’ aria da Basso Impero. Corro a Roma all’ Iri da Petrilli e Medugno. Sono perfettamente d’ accordo con me, Avellino è una follia. “Allora direte di no?”, chiedo. Mi rispondono: “Vedi Luraghi, tu sei un gran bravo tecnico, ma non sai come muoverti nel mondo politico. Dì di sì, dì che farai lo stabilimento ad Avellino. Intanto rimandi tutte le operazioni all’ infinito”. Me ne tornai a Milano, offeso più che addolorato. Io credevo nella industrializzazione del Sud e loro mi proponevano un imbroglio. Pensi che essendo entrate in produzione ad Arese le Alfetta, Petrilli mi fece questa proposta: “Perchè il montaggio dell’ Alfetta non lo fai ad Avellino?”. Gli risposi: perchè dovrei licenziare cinquemila operai qui ad Arese e triplicare i costi. Perchè mi chiedi di affossare l’ Alfa”. Che è successo allora ingegnere? “Mi cacciarono. Gettarono nel cestino la proposta che gli avevo fatto in extremis di sospendere le decisioni, in attesa che fossero più chiari gli effetti della crisi petrolifera. Non vollero saperne, i politici volevano l’ Alfa ad Avellino e l’ Alfa ci è andata ad Avellino, a fabbricare quell’ obbrobrio che è l’ Arna”. Ricapitoliamo ingegnere: esce dalla scena Giuseppe Luraghi l’ imprenditore che ha dato all’ Italia qualcosa di simile alla Mercedes, una azienda che fabbrica e vende con profitto auto di prestigio. E i suoi successori che cosa hanno fatto? “Io dico che qualcuno dovrebbe pur rispondere di questa colossale dilapidazione. In quindici anni non hanno tirato fuori un solo tipo nuovo d’ automobile. Non uno. La “33″ è una copia dell’ Alfasud, la serie della “75″ copia dell’ Alfetta. Come a dire che il programma Alfa è stato questo: declino fino a completa consumazione. Come fa una azienda che vive su progetti avanzati, sulle ricerche avanzate, a stare quindici anni senza produrre niente di nuovo?”. Eppure ingegnere i suoi successori dicevano che i conti tornavano al pareggio. “Gli ignobili trucchi di bilancio fatti in questi quindici anni non si contano. Hanno liquidato tutta la rete di distribuzione e di assistenza, una rete stupenda che copriva Stati Uniti, Francia, Germania, Inghilterra e Italia. Sa perchè? Per vendere a mille ciò che nel bilancio era segnato cento. Per aggiustare i conti anche a costo di affossare l’ azienda”. I suoi successori si sono difesi dicendo che la potenzialità dell’ Alfa era esagerata, che mancava un mercato per le 400 mila auto prodotte ad Arese e a Pomigliano. “Ma non dicano idiozie: l’ Audi vende 350 mila vetture, la Mercedes 500 mila, la Bmw 420 mila, la Volvo 380 mila. Il mercato c’ è, solo che bisogna saper produrre e vendere”. Luraghi, cosa ne pensa della proposta Ford? “La Ford è potente, ricca, ben radicata in Inghilterra e Germania. Quasi certamente saturerà le produzioni di Arese e di Pomigliano, ma addio Alfa Romeo. La Ford farà delle Ford, anche se userà il nome Alfa”. Ma c’ è altra scelta? E poi questa cessione rientra nella nuova filosofia dell’ Iri, che punta sulle produzioni strategiche e lascia ad altri alimentari ed automobili. “Prodi sarà un onest’ uomo e un bravo professore, ma questa cessione è una vergognosa dichiarazione di incapacità. Ma come? In Italia abbiamo i migliori carrozzieri del mondo, dei motoristi stupendi, degli operai specializzati formidabili e l’ Iri non riesce a risanare l’ Alfa”. Ingegnere, che farà la Fiat? Lei pensa che la Fiat lascerà fare? “Sa che l’ Alfa e la Fiat dovevano sposarsi quando ci fu la crisi della Lancia? Valletta mi incontrò e mi fece questa proposta: prendiamo assieme la Lancia e ci dividiamo il mercato; la Fiat produce le auto di massa, la Lancia le ministeriali e l’ Alfa le sportive. L’ accordo era già pronto quando lo stato maggiore Fiat riuscì a silurarlo”.

 

Prego cliccate su:

http://forum.quattroruote.it/posts/list/33568.page

+++

FINE


Filed under: Attualità,curiosità e costume, News e notizie dal mondo, Uncategorized

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :