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I primi film di Venezia che fanno parlare di sé

Creato il 03 settembre 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

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Pubblicato il 3 settembre 2012 con Nessun Commento

Come sempre il Festival di Venezia si pone come punto di convergenza di storie che raffigurano i cambiamenti culturali in atto e non solo. Terrorismo, globalizzazione, immigrazione e omosessualità sono solo alcuni dei temi proposti in questa bellissima edizione del Festival di Venezia.

Provando per un attimo ad accantonare due nomi importanti come quelli di Paolo Sorrentino e Matteo Garrone, quest’anno emerge un regista, Daniele Vicari, che ha fatto molto parlare di sé quest’anno, anche a Venezia. Ieri è stata presentata nella sezione “Fuori Concorso” “La nave dolce”, dedicato al delicato tema dell’immigrazione. Il film racconta l’approdo della nave Vlora (una nave “dolce” perché traporta zucchero) nel porto di Bari con a bordo ventimila albanesi, saliti nel porto di Durazzo; l’imbarcazione è stata assaltata da cittadini albanesi attratti dal miraggio di una vita migliore in Italia.

In questi giorni si leggono ottime recensioni anche per Kate Hudson, la protagonista di “The Reluctant Fundamentalist” film (fuori concorso) molto ben recensito di Mira Nair sul terrorismo. Il film racconta la storia di un giovane pakistano che lavora a Wall Street la cui vita viene sconvolta dall’attacco dell’11 settembre. Finirà per rimanere coinvolto in un conflitto tra il suo personale sogno americano, una crisi internazionale e il richiamo perenne della patria e della sua famiglia.

Un altro film destinato a far discutere è “Tango Libre” (sezione Orizzonti), la storia bizzarra di due uomini, due amici, uno di origine spagnola (Sergi Lopez), l’altro belga (Jan Hammenecker) che “condividono” – per motivi che verranno rivelati solo nel finale – una donna (Anne Paulicevich, anche co-sceneggiatrice), madre di un ragazzino sempre ingrugnato (Zacharie Chasseriaud), infermiera e ballerina di tango a tempo perso. Di certo non lesina personaggi ben caratterizzati e sorprese il nuovo film del belga Frédéric Fonteyne, vecchia conoscenza veneziana (nel 1999 aveva presentato in Concorso Una relazione privata, che consentì a Nathalie Baye di vincere la Coppa Volpi). “Tango Libre” è considerato una metafora del ballo come passione tra i corpi, del tradimento, dell’omosessualità latente e di tanto, tanto altro.

Angela Laurino


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