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I racconti del Necronomicon – Howard P. Lovecraft

Da Stormina @sonosololibri

Necronomicon Lovecraft 4.5 out of 5 stars

  • Anno: 2015 (racconti scritti tra il 1921 e il 1933)
  • Isbn: 9788854175129
  • Genere: Racconti, Fantasy, Horror
  • Casa editrice: Newton Compton, collana Mammut
  • Pagine: 228
amazon-icongoodreads-iconanobii-icon In questo volume sono raccolti e presentati quei racconti che citano o parlano in qualche modo del “Libro Maledetto”, quel Necronomicon che, sicuramente opera di fantasia di Lovecraft, come lui stesso ebbe ad affermare, a tutt’oggi conta una numerosa schiera di appassionati che sono convinti esista davvero. È in ogni caso fuor di dubbio che queste storie inquietanti costituiscono un momento fondamentale nell’insieme del corpus narrativo del Solitario di Providence, e in particolar modo per quanto attiene al suo famosissimo Ciclo dei Miti di Cthulhu, che viene unanimemente riconosciuto come la parte più pregnante e significativa della sua produzione.

Non è morto ciò che può vivere in eterno,
E in strani eoni anche la morte può morire.
— pag. 15

Questo libro raccoglie una serie di racconti, scritti da Lovecraft tra il 1921 e il 1933, che hanno come comune denominatore il libro maledetto dell’arabo pazzo Abdul Alhazred: il Necronomicon.

Il “Necronomicon” è forse il caso più famoso di “pseudobiblium”, cioè un libro che per stessa ammissione dell’autore non è mai esistito ma che viene citato in altre opere come se la storia che ha portato alla sua redazione fosse vera. Narra infatti Lovecraft che “l’arabo pazzo” Abdul Alhazred l’abbia vergato con il proprio sangue prima di morire in circostanze misteriose intorno al 738 D.C. e che poi sia stato tradotto in numerose lingue da personaggi mefistofelici. Per molti anni la gente ha creduto nell’esistenza del “Necronomicon” tanto da creare un vero e proprio mito e migliaia di appassionati nel mondo ne hanno fatto richiesta alle biblioteche che si dicesse fossero fornite di una copia. Nel corso degli anni Lovecraft si sbizzarrì nell’alimentare il caso da una parte e dall’altra continuò a ripetere che era tutto frutto della sua incredibile fantasia.

In questi racconti si prefigurano scenari di orrore, che prendono vita sulla Terra, ma si allargano in universi a più dimensioni, in cui lo spazio e il tempo perdono di significato. Se negli scritti di molti contemporanei di Lovecraft il male attenta alla salvezza eterna dell’uomo, qui diviene la consapevolezza della mancanza di senso dell’uomo stesso e del suo piccolo mondo sperduto e annichilito, in cui strane, orrorifiche, antichissime creature si muovono nelle profondità e nell grandezza di infiniti universi multidimensionali. Il fulcro del pathos è proprio l’incapacità dell’uomo di comprendere tale grandezza, di relazionarsi con cose che travalicano la comprensione, trascinando nella follia chi cerca di comprenderle.
I protagonisti di questi racconti sono tutti degli intellettuali, dei ricercatori, persone spinte dalla curiosità e della necessità di indagare l’inesplicabile, e spesso sono essi stessi a richiamare il male della sue profondità, restando annichiliti o terrorizzati davanti alle visioni che la loro brama di sapere evoca.

H. P. Lovecraft  viene spesso affiancato ai grandi autori del terrore – Edgar Allan Poe tra tutti – che hanno saputo scovare l’orrore e lo sgomento nell’animo umano e nella psiche. Ma i racconti del suo Necronomicon non sono semplici racconti horror: la sua fantasia visionaria lo porta a creare un mondo mitico e atavico, una leggendaria civiltà primordiale, aliena, che ha abitato il nostro pianeta e ogni dimensione prima della comparsa dell’umanità conosciuta.

Tra i temi più centrali di questi racconti emerge quello della solitudine e dell’alienazione, legata a contesti sociali ed economici che mettono in crisi la visione dell’uomo e del suo posto nell’ordine cosmico, che viene rappresentata dalle minacce che alla vita umana provengono da dimensioni ed entità sconosciute, al di là della portata di ogni comprensione scientifica e razionale.

In definitiva, I Racconti del Necronomicon sono un ottimo modo per iniziare a conoscere l’universo generato dalla fantasia di Lovecraft, autore che ha anticipato i tempi guardando al passato e immaginando i possibili risvolti del presente. La sua prosa un po’ ampollosa, che potrebbe forse scoraggiare all’inizio, ad un certo punto cattura e rende ancora più vividi e spettrali gli scenari che ci si prefigurano, e se cercherete di andare fino in fondo, scoprirete di non poter più fare a meno del suo orrore cosmico.

Pseudobiblia

pseudobibliaQuesto libro partecipa al Progetto Pseudobiblia con il libro immaginario “Necronomicon” dell’arabo pazzoAbdul Alhazred.
Secondo Lovecraft il titolo originale dell’opera è Al Azif, un termine arabo che sarebbe usato per indicare i suoni notturni prodotti da certi insetti, ma che la tradizione popolare identifica con il linguaggio dei demoni.
“La notte s’apre sull’orlo dell’abisso. Le porte dell’inferno sono chiuse: a tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo si desterà qualcosa per risponderti. Questo regalo lascio all’umanità: ecco le chiavi. Cerca le serrature; sii soddisfatto. Ma ascolta ciò che dice Abdul Alhazred: per primo io le ho trovate: e sono pazzo.” (dall’incipit del Necronomicon).

Il segnalibro

nerconomicon segna

Image by Glooh


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